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“Così come sbagliano i calciatori, sbagliano anche gli arbitri. Sul VAR leggo tante prese di posizione, a volte su un episodio si hanno 4 o 5 letture diverse. Ormai siamo diventati tutti varisti, ci sentiamo tutti nella capacità di giudicare un episodio”. Lo ha dichiarato Carlo Pacifici, presidente dell’AIA, intervenuto alla prima puntata del 2024 de “La Politica nel Pallone” di Emilio Mancuso su Rai Gr Parlamento. “C’è in atto un cambio importante e su quella che è la tecnologia a favore degli arbitri. Il VAR è un cambiamento relativamente giovane, si può fare di più e meglio ma ci serve per sbagliare di meno. E, dati alla mano, gli errori sono di meno rispetto a qualche anno fa”, prosegue. Poi, su Fabbri e Nasca, Pacifici sottolinea come “ci sarà un’analisi approfondita di quello che è successo, e poi si prenderanno le decisioni. Ma non c’è da mettere nessuno dietro la lavagna”, conclude Pacifici.
“Per quanto mi riguarda è un inizio positivo, non vado dietro alle polemiche. C’è un ricambio generazionale importante, ho molta fiducia in Rocchi”, ribadisce. Poi, parlando del VAR, aggiunge: “E’ soggettivo perché decide un uomo, ma la tecnologia ci aiuta a sbagliare di meno. E’ difficile perché si è chiusi in una stanza a chilometri di distanza non avendo l’intensità di eventuali situazioni e facendolo in maniera oggettiva attraverso le immagini. Abbiamo iniziato un lavoro per aumentare la qualità dei varisti con programmi dedicati per far capire esattamente cosa significa prendere una decisione importante. E’ un percorso nuovo perché arbitro e Var sono complementari ma con strade diverse”, conclude.
E ancora: “Noi cerchiamo di arrivare alla perfezione, ma probabilmente non ci arriveremo mai. Il calcio è fatto anche di questa dialettica, fa parte del fenomeno calcistico quello di dover analizzare una partita sotto angoli diversi. Stiamo lavorando per trovare strade che ci diano la possibilità di sbagliare di meno, ma l’errore ci sarà sempre”. Poi, sulla possibilità di far parlare gli arbitri dopo le partite, Pacifici sottolinea come questo “scatenerebbe ulteriori polemiche. Ci dobbiamo pensare bene perché non vorrei che invece di risolverli, i problemi, si implifichino”. Infine, parlando degli obiettivi per il nuovo anno, il numero uno dell’AIA ha ribadito come tra questi ci siano “diminuire gli episodi di violenza, poi il reclutamento, perché dobbiamo recuperare il gap post pandemia, e una cosa che mi piacerebbe fare è aumentare la comunicazione, vorremmo far vedere la parte vera degli arbitri che si mettono in gioco e danno la possibilità di svolgersi regolarmente alle gare”, conclude.
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