Andrea Abodi, attuale Ministro dello Sport, ha parlato ai microfoni di RDS, incentrando il suo discorso sull’eccessiva burocrazia che vige in Italia per chi vuole costruire stadi di proprietà Il Ministro si è preso il compito, arduo, di accelerare le procedure per le società che intendono costruire nuove strutture.
Le parole di Abodi: “Il compito che mi prendo è di fare in modo che si producano fatti, è finito il tempo delle interviste, dei convegni e delle parole. Dobbiamo aprire cantieri che siano ragionevoli e sostenibili. C’è la volontà da parte di tutti, Governo, Coni, Cip e Sport e Salute, di migliorare su questo fronte, dalle infrastrutture di vertice a quelle di base. Il calcio non può vivere di passato e di presente ma di futuro, tutto dipende da come lo si approcci il futuro. E’ evidente che ci debba essere un approccio industriale per intercettare le nuove tendenze affinché questo spettacolo sia sempre contemporaneo. E sappiamo quanto è importante che si viva con lo spirito giusto“.
E ancora: “I ragazzi oggi hanno un altro approccio in termini di tempistiche, hanno una velocità che non sempre il calcio riesce ad esprimere. L’importante è che qualcuno tu porti allo stadio e che ci sia una modernità che il calcio non riesce ad esprimere. A Budapest ho visto cinque stadi, al di là della qualità l’approccio alle infrastrutture può essere decisivo. Le infrastrutture sono un passaggio inevitabile. C’è la volontà da parte di tutti noi. Gli stadi sono un cambiamento iconico delle nostre città”