Lotta aperta tra Fipav e Aibvc. Sono ben 21 gli atleti squalificati per tre mesi dalla Federvolley per aver partecipato all’evento di Bellaria (5-6 settembre 2020) organizzato dall’Aibvc. L’Associazione Italiana Beach Volley Club, affiliata all’Asi (un ente di promozione riconosciuto dal Coni) è nata dopo il lockdown con l’obiettivo di organizzare competizioni nell’arco di tutto l’anno e non solo nei mesi estivi. La Fipav, contraria all’associazione fin dal primo momento, dopo le iniziali minacce è passata ai fatti, squalificando 21 beacher per la partecipazione a “un torneo non organizzato né autorizzato dalla Fipav“.
Il presidente del tribunale federale Massimo Rosi, nelle varie sentenze, spiega che “è pacifico e incontestato che tale condotta sia contraria alle norme federali in forza delle quali al tesserato è fatto preciso obbligo di ‘non partecipare a manifestazioni o gare di pallavolo in tutte le sue specialità, discipline e varianti non organizzate, non autorizzate o non approvate dalla Fipav, dalla Cev o dalla Fivb’“. Le sentenze sono state pubblicate sull’albo del tribunale federale dal 22 al 30 dicembre. In un primo momento, l’Aibvc ha reagito offrendo supporto ai propri tesserati con un webinar gratuito in collaborazione con uno studio legale “volto a inquadrare la situazione normativa e le conseguenti azioni da poter intraprendere. Aibvc crede fermamente nei diritti sportivi dei propri affiliati e tesserati oltre che nella libertà di poter praticare lo sport che più amano“.
Escluse le coppie inserite nel progetto federale, sono stati molti gli atleti di spicco del beach volley tricolore ad aver partecipato alla tappa di Bellaria. Infatti, tra gli squalificati vi sono anche Carlo Bonifazi, finalista dell’ultima Coppa Italia e protagonista di alcune tappe del World Tour, e Jessica Allegretti, vincitrice di più tappe lo scorso anno e anche lei in campo in alcuni tornei Fivb. A differenza di quanto fatto da Bonifazi, Allegretti ha presentato una memoria difensiva firmata dal proprio avvocato. Nella memoria, oltre ad evidenziare alcune imprecisioni di forma, Allegretti sostiene l’insussistenza delle violazioni “poiché le previsioni degli articoli contestati sanciscono sono un generale obbligo dell’atleta tesserato a rispettare le normative federali e obblighi di lealtà e correttezza“, precisando inoltre che “l’atleta non sarebbe stata in grado di accertare se il torneo fosse stato o meno organizzato o autorizzato dalla Fipav“.
Inoltre, l’atleta ritiene la norma poco chiara e “illegittima poiché tenderebbe a impedire a enti che, come la Fipav, appartengono all’ordinamento sportivo e ne seguono regole e normative cogenti, di organizzare qualsivoglia manifestazione di beach volley in assenza di autorizzazione della stessa, senza che tale restrizione della concorrenza avesse una giustificazione“. In risposta, la Federvolley nella sentenza spiega che tutti possono organizzare tornei, ma sono i tesserati che, “scegliendo liberamente di effettuare la disciplina sportiva con la Fipav, ne accettano le norme e si impegnano a non esercitare la stessa attività con qualsiasi altro soggetto“.