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Luka Doncic - Foto Christopher Hanewinckel-Imagn Images/Sipa USA
Il 25 febbraio, data di Los Angeles Lakers-Dallas Mavericks, è finalmente arrivato: Luka Doncic per la prima volta scenderà in campo contro la sua ex squadra. Protagonista della “trade del secolo”, il fuoriclasse sloveno è stato scambiato dai texani ai gialloviola nella nottata americana del 2 febbraio, mentre a fare il percorso inverso è stato Anthony Davis, fondamentale per i gialloviola nel titolo Nba 2020 nella bolla di Orlando, ma spesso e volentieri alle prese con problemi fisici. Reduce a sua volta da un infortunio, Doncic ha esordito con la nuova maglia l’11 febbraio con 14 punti nella larga vittoria proprio contro i Jazz. Al momento sono quattro le gare disputate al fianco di LeBron James e compagni, e nell’ultima contro i Denver Nuggets lo sloveno è stato determinante con 32 punti, 10 rimbalzi e 7 assist.
Le motivazioni contro la propria ex squadra ovviamente non mancheranno, e c’è da scommettere che Luka ce la metterà tutta per vendicarsi. La trade è stata ovviamente un fulmine a ciel sereno per lui, che come dichiarato successivamente si aspettava di rimanere a Dallas per tutta la carriera: il rinnovato front office dei Mavs, con a capo il general manager Nico Harrison, non era però della stessa opinione, e ha preferito disfarsi del suo miglior giocatore in una trade che è già stata ampiamente criticata da buona parte del mondo Nba e non solo. Difficilmente i texani non rimpiangeranno il proprio ex campione, e stasera il primo appuntamento con il suo passato per Doncic, che avrà tutti gli occhi del mondo della palla a spicchi puntati verso di sé.
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Lakers-Mavericks: assente invece Anthony Davis, ancora infortunato
Ufficialmente il motivo che ha spinto Dallas a cedere Doncic è stata la sua scarsa condizione fisica e la sua propensione agli infortuni: ragionamento che avrebbe anche senso di esistere, ma che crolla nel momento in cui la franchigia texana ha accettato come contropartita Anthony Davis, non esattamente il ritratto della salute. Il suo talento e la sua classe non sono in discussione, come però non lo è la sua fragilità fisica. Sfortuna ha voluto che proprio alla prima partita con la nuova maglia, la prima scelta del Draft 2012 si sia infortunato a livello muscolare all’adduttore, quasi un messaggio mandato dalle divinità della pallacanestro per punire i Mavericks.
Davis peraltro era risultato decisivo nell’unica gara disputata in maglia Mavs con 26 punti, 16 rimbalzi e 7 assist, ma il problema fisico si sta rivelando più complicato del previsto, e al momento non c’è ancora una data per il suo rientro in campo. Ovviamente non ci sarà contro la sua ex squadra, dunque inevitabilmente le luci dei riflettori saranno puntate tutte su Doncic.
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I primi effetti della trade Doncic-Davis
Dalla trade in poi i Lakers, che già erano una delle formazioni Nba più in forma da Natale in poi, vantano un record di 6 vittorie e soli 2 ko, grazie alle quali sono rientrati fino al quarto posto nella Western Conference. Non solo o non tanto merito di Doncic dunque, anche perché James ha alzato ulteriormente il suo livello nonostante la carta d’identità dica già 40 anni: il Re viaggia a 29 punti e 9 rimbalzi nelle ultime sei partite, con due quarantelli a referto nei due successi contro Warriors e Blazers. Al suo fianco si stanno facendo trovare pronti anche Austin Reaves e Rui Hachimura, anche se chiaramente con il graduale inserimento di Doncic a pieno regime gli equilibri in casa gialloviola cambieranno gioco forza.
Anche Dallas malgrado tutto ha raccolto risultati positivi dopo la trade. La franchigia guidata da coach Jason Kidd ha un record di 5 vittorie e 3 sconfitte in otto gare, con Kyrie Irving che come prevedibile si è preso la squadra sulle spalle; l’ex Cavs infatti è andato oltre quota 30 punti in sette di queste otto partite, con un picco di 42 contro i Warriors. Si sta ritagliando il giusto spazio anche Max Christie, che nei tanti minuti in più sul parquet rispetto alla sua precedente esperienza ha sempre superato quota i 15 punti, fatta eccezione per l’ultima gara, la debacle in casa di Golden State dove però è rimasto diverso tempo in panchina dato che la gara era ampiamente chiusa già all’intervallo.
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La carriera di Doncic a Dallas
L’impatto che ha avuto Doncic a Dallas va al di là dei freddi numeri: al momento del suo arrivo infatti, la franchigia all’epoca guidata dall’ex presidente Mark Cuban navigava nei bassifondi della Western Conference, lontana dai fasti dell’era Nowitzki e senza l’appeal necessario per richiamare i migliori free agent. Nel giro di due anni dal suo ingresso nella lega, avvenuto nella stagione 2018/19, lo sloveno ha cambiato la faccia della franchigia, riportando la squadra ai play-off e costantemente ai piani alti a Ovest. Nel 2021/22 è arrivata la prima serie di play-off vinta in casa Mavericks a undici anni di distanza dall’ultima volta (quando si laurearono campioni Nba), e successivamente le finali di Conference, dove dovettero arrendersi sotto i colpi dei Golden State Warriors futuri campioni.
Ma non è tutto, perché la scorsa stagione Doncic ha trascinato quasi da solo – con una squadra costruita su misura per lui, va detto – la sua squadra alle Finals Nba, dove però la maggior freschezza e caratura dei Boston Celtics ha avuto la meglio. Difficile prevedere cosa avrebbe potuto riservare il futuro a Dallas e a Doncic se il loro matrimonio fosse proseguito, ma quel che è certo è che senza di lui difficilmente i Mavs potranno tornare a breve ad un livello così alto. Passando infine ai numeri, che è giusto citare, il classe ’99 di Lubiana ha messo segno 12089 punti in 422 partite, una media di 28,65 ad allacciata di scarpe, con un career high di 73 punti e un totale di 89 triple doppie.