L’AT&T Center renderà il definitivo omaggio a Tony Parker questa notte in occasione del match contro i Memphis Grizzlies: verrà infatti ritirata la maglia numero 9 del playmaker francese. Il suo numero salirà sul soffitto dell’impianto e farà compagnia a quelli di Duncan, Ginobili, Robinson, Gervin, Silas, Elliott, Bowen, Moore e Avery Johnson. Tony è stato decisamente uno degli europei migliori di sempre nella storia della Lega e del gioco: quattro gli anelli vinti (2003, 2005, 2007, 2014) con annesso un MVP delle Finals contro i Cleveland Cavaliers (2007, primo europeo di sempre a vincerlo) all’interno dei suoi 18 anni di carriera, di cui 17 con i texani; un palmares che nessuno si sarebbe atteso da una scelta numero 28 al Draft del 2001. Sei volte All Star, primo per assist (6.829), secondo per partite giocate (1198) e quarto per punti (18.943) nella storia di franchigia.
Il classe ’82 arrivava da Parigi ed è fin da subito stato definito come un oggetto oscuro. Alle Finals del 2003 contro i New Jersey Nets, al secondo anno, Parker partiva già titolare, ma faceva ammattire Popovich per le sue improvvisazioni fuori dai suoi schemi pragmatici. In quell’occasione Speedy Claxton dalla panchina giocava minuti importanti al posto del francese, ancora in ombra rispetto all’avversario numero uno di quella serie, ossia Jason Kidd: un giocatore per il quale gli Spurs erano disposti a offrire la luna pur di portarlo in Texas. Non c’è stato niente da fare, meno male si potrebbe dire: il francese da lì in poi non ha fatto rimpiangere nulla.