Come al solito non sono mancate emozioni, grandi giocate e tante schiacciate nella sfida che mette di fronte i giocatori al primo e secondo anno (tra cui anche l’azzurro Nicolò Melli): a spuntarla con una furiosa rimonta nel secondo tempo, da -10 a +20, è la selezione statunitense, spinta dall’MVP in uscita dalla panchina Miles Bridges. I quintetti delle due squadre mettono in vetrina il futuro della NBA: Team USA parte con Ja Morant, Trae Young, Kendrick Nunn, Zion Williamson e Jaren Jackson Jr., il Resto del Mondo risponde con Luka Doncic, Shai Gilgeous-Alexander, RJ Barrett, Rui Hachimura e Brandon Clarke.
USA Team wins and Miles Bridges receives the #NBARisingStars MVP! #NBAAllStar pic.twitter.com/7be4Z11sdX
— #NBAAllStar (@NBAAllStar) February 15, 2020
La partita scivola via in equilibrio fino al 24-22, quando il primo break porta la firma del secondo anno di OKC Gilgeous Alexander, che con 5 punti e un assist propizia il 13-2 che porta in vantaggio la selezione internazionale. Nel mezzo di questo parziale fa il suo debutto all’All-Star Weekend anche Nicolò Melli, che entra in campo a 3:51 dalla fine del primo quarto, un quarto chiuso dal Resto del Mondo avanti 39-30. Gli unici tre punti della gara dell’ala azzurra dei Pelicans arrivano nel secondo periodo, con una tripla dall’angolo che dà il 49-44 ai suoi, ma lo svantaggio di Team USA sale in doppia cifra (81-71) all’intervallo.
È durante il break tra il primo e il secondo tempo che Miles Bridges affida al suo account Twitter un messaggio curioso: quello di un giocatore consolle in mano che da una posizione rilassata sceglie di prendere il comando della situazione. Un messaggio al Resto del Mondo e ai suoi compagni: “È ora di fare sul serio”. E così Team USA si ripresenta in campo con una marcia in più, domina il terzo periodo (44-24), portandosi avanti di dieci punti e poi completa l’opera nel quarto (36-26), portando il totale sul +20 finale, 151-131. È proprio Bridges a firmare a un minuto dalla fine del terzo quarto una delle giocate da ricordare di questa edizione del Rising Stars, un omaggio alla famosa “remix” di Tracy McGrady: in transizione si alza il pallone al tabellone e va a schiacciare a una mano. Prima ancora di lui, a mandare in delirio il pubblico di Chicago ci aveva pensato Luka Doncic alla fine del primo tempo, segnando un incredibile canestro da oltre la metà campo. Ma non sono certo mancate schiacciate e grandi numeri nel corso di tutta la partita, con Zion Williamson spesso e volentieri sopra il livello del ferro, a raccogliere gli assist di Ja Morant (i due hanno giocato assieme da ragazzi nel circuito AAU): proprio sull’asse Morant-Williamson, a 40 secondi dalla fine, il rookie meraviglia di New Orleans schiaccia così forte da mendare fuori asse il tabellone, richiedendo così l’intervento di una squadra di tecnici dello United Center che nell’intervallo riparano i danni al canestro. I quintetti base di entrambe le squadre chiudono in doppia cifra: il miglior marcatore in assoluto è R.J Barrett a quota 27 punti, mentre esce dalla panchina il top scorer di Team USA (Eric Paschall con 23 punti). Sempre dalla panchina ne aggiunge 20 con 8 su 12 dal campo, 5 rimbalzi, 5 assist e 3 recuperi anche Miles Bridges, ed è proprio all’ala di Charlotte che va il premio di MVP della gara. Trae Young chiude con 18 punti e 7 assist, ne ha 14 Zion Williamson, 16 a testa Luka Doncic e Shai Gilgeous-Alexander per il Resto del Mondo.
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