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Insieme all’anno passato ci mettiamo alle spalle anche la prima parte di questa regular season. Molte situazioni sono delineate, in fattispecie quelle inerenti le migliori squadre di ciascuna Conference: l’occasione per analizzare brevemente il momento di ciascuna squadra con l’All Star Weekend sempre più vicino e i playoffs sempre meno un miraggio. Ecco quindi di seguito l’analisi delle cinque migliori squadre, record alla mano, della Western Conference:
- Los Angeles Lakers
Il record della squadra di Vogel è frizzante, ma se scaviamo più in profondità notiamo dei lati oscuri, ossia molte vittorie contro formazioni mediocri. Non hanno sfidato molte squadre toste finora e quando l’hanno fatto non hanno decisamente fatto la figura di un team da primo seed: il record contro squadre dal record positivo recita un non entusiasmante 9-7. Sono due poi le sconfitte contro i Clippers, i cugini losangelini e personalmente i miei favoriti. Per nessun motivo al mondo i gialloviola possono permettersi di non dare il massimo nei big match: il record è eclatante, ma non è oro tutto ciò che luccica. La panchina non è da grande squadra e si tende a far affidamento troppo al quintetto iniziale. Detto questo, sicuramente con l’arrivo della primavera LeBron James ed Anthony Davis saranno una sciarada ancora più complicata per le difese avversarie.
- Denver Nuggets
Una squadra costruita per la regular season. Una squadra che ha visto il suo miglior giocatore, Nikola Jokic, fare un leggero passo indietro a livello di prestazioni. Non è tuttavia un discorso collettivo dato che il miglioramento di alcuni compagni di squadra, tra i quali Jamal Murray, ha consentito di sopperire il più delle volte alle partite insufficienti del giocoliere serbo. Bisogna dare merito a Mike Malone: molti coach non avrebbero saputo fare ciò che ha fatto lui con il materiale a disposizione. La panchina è profonda, ma la vera chiave per il successo è la prestazione di tutto il quintetto titolare: se manca solo un ingranaggio, il motore si inceppa. Una squadra solida con in faretra un sacco di crescita e sviluppo, al momento tuttavia dimostrati soltanto all’interno della stagione regolare.
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- Los Angeles Clippers
Come già detto i favoriti per il titolo, anche se in regular season questo discorso lascia il tempo che trova. Sono divertenti da guardare e hanno già dimostrato di poter almeno raggiungere la finale di Conference. A causa del load management di Kawhi Leonard hanno perso alcune partite, il che non rende il loro record frizzante come quello dei cugini: il tutto aiuta tuttavia in ottica anello. I Clippers, tralasciando la punizione con 28 punti di scarto subita per mano dei Bucks e una tirata e controversa sconfitta contro i Rockets, hanno detto la loro contro team solidi e da playoffs. Quando arriverà la primavera probabilmente il discorso sarà analogo, ma c’è bisogno di maggiore consistenza. Non hanno più niente da dimostrare con la squadra al completo, ma devono comunque competere ogni notte a prescindere da chi scende in campo: ciò non viene fatto ogni partita, ma solo quando conta. E non è sicuramente un aspetto positivo.
- Houston Rockets
Attenzione alla banda di D’Antoni: solida contender e potenzialmente capace di portare contro chiunque una serie a gara 7. Russell Westbrook non sta giocando bene come gli scorsi anni, ma sicuramente non sta demeritando come secondo violino del Barba. Cosa dire invece di James Harden: detestato per lo stile di gioco, per come forza i contatti e guadagna fischi. Uno statistica che lo riguarda è stupefacente: il 33% dei suoi tiri arriva dalla lunetta, un dato che non fa altro che fomentare la spaccatura all’interno dell’opinione pubblica che questo controverso giocatore ha creato. Stiamo parlando tuttavia a mani basse del miglior scorer dell’NBA, centro di una squadra creata per tirare da 3 e fatta da bocche da fuoco pronte a sparare oltre l’arco. Capaci di vincente contro chiunque ma anche di perdere (vedi il match di Natale contro i Warriors) contro chiunque: se si accende la barba, tuttavia, possono ogni notte controllare il proprio destino.
- Dallas Mavericks
Un team destinato alla grandezza. Una squadra che ha ottenuto impressionanti vittorie contro avversari eclatanti in streak di vittorie positiva, vedi Bucks e Lakers. Luka Doncic sarà il volto futuro dell’NBA: non siamo i primi a dirlo, non saremo neanche gli ultimi. Se non fosse per l’esistenza di Giannis Antetokounmpo sarebbe seriamente candidato per il titolo di MVP della regular season. L’aspetto spaventoso di questo team (in senso positivo), è il suo atteggiamento durante l’assenza dello sloveno: Kristaps Porzingis è tornato quello di New York e la panchina si è dimostrata come una delle più formidabili dell’intera lega. Se uno dei primi quattro seeds non dovesse arrivare, attenzione agli uomini di Carlisle: come Davide nei confronti di Golia, potrebbero uccidere tanti giganti in primavera.
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