Polemiche tra i giocatori e gli staff delle squadre NBA, che hanno duramente criticato il cibo servito nella “bolla” di Orlando. Durante le prime 48 ore di quarantena infatti è finita sotto accusa la quantità ma soprattutto la scarsa varietà dei cibi proposti, con foto immediatamente finite sul web a raffigurare i vassoi piuttosto austeri. Al termine delle 48 ore, i giocatori si sono potuti muovere all’interno delle proprie aree e quindi hanno anche potuto alimentarsi diversamente.
Per correre ai ripari dopo quanto accaduto l’NBA ha richiesto la consulenza di Shawn Loving, esperto di alimentazione sportiva e chiamato per ampliare il menu andando incontro anche alle varie diete personalizzate. Loving non è nuovo nell’ambiente, dal momento che negli scorsi anni ha collaborato sia con il Team USA che con i Detroit Pistons. Nei giorni scorsi, una delle critiche più pungenti ed ironiche era arrivata da Nick Nurse, coach dei Toronto Raptors: “Volevo perdere un paio di chili da diverso tempo, il cibo è stato un grande aiuto per me. Grazie a quello che ci è stato servito, ho raggiunto l’obiettivo senza fatica.”