La notte italiana di martedì 21 maggio ha visto in scena una partita dei playoff NBA 2019. Golden State compie lo “sweep” ai danni di Portland: per la terza gara consecutiva i Warriors non si fanno scrupoli nel recuperare un considerevole svantaggio (95-78 a 1:55 dal termine del terzo quarto). Curry e Lillard mancano le occasioni per vincere prima dell’overtime, nel quale è decisiva un tripla di Draymond Green, che dà il +4 ai suoi con 40 secondi da giocare. I migliori tra i californiani sono nuovamente Stephen Curry (37 punti, 13 rimbalzi e 11 assist) e Draymond Green (18 punti, 14 rimbalzi e 11 assist) mentre dall’altra parte è straordinaria la prestazione di Meyers Leonard (30 punti con 12 su 18 dal campo).
Portland Trail Blazers-Golden State Warriors 117-119 OT (Warriors vincono 4-0, HIGHLIGHTS)
Per compiere un’impresa che non è riuscita a nessuno negli ultimi 53 anni serviva una prestazione mai vista prima: ma se c’è una cosa a cui questi Golden State Warriors ci hanno abituati dopo cinque anni di successi è che riscrivere la storia è un po’ la loro missione. Nessuna coppia di compagni era mai riuscita a chiudere una tripla doppia contemporaneamente nella stessa partita, almeno fino a stanotte quando ci sono riusciti Steph Curry e Draymond Green. Sono loro due i volti in copertina del quarto successo su quattro ai danni dei Portland Trail Blazers, che si sono dovuti arrendere anche in gara-4 dopo un supplementare davanti ai 37 punti, 13 rimbalzi e 11 assist di Curry e i 18 con 14 rimbalzi e 11 passaggi vincenti di Green. Loro due hanno anche confezionato la giocata decisiva della partita nell’ultimo minuto dell’overtime: quando Curry si è visto raddoppiato in punta dalla difesa di Portland, ha scaricato a Green sull’arco che si è preso la responsabilità del tiro più pesante delle finali di conference, mandando a segno la sua unica tripla di serata per il +4 a 39 secondi dalla fine. Un colpo da cui i Blazers non si sono più ripresi, pur accorciando le lunghezze con un sottomano di Damian Lillard a 32 secondi dalla fine e avendo la possibilità di un ultimo tiro a 2.5 secondi dal termine. La tripla dall’angolo di Lillard è stata però contestata alla perfezione da Klay Thompson, suggellando così l’ennesima vittoria in rimonta di Golden State che era finita sotto anche di 17 sul finire del terzo quarto. Le rimonte sono state una costante di tutta la serie, con i campioni NBA in carica capaci di recuperare da -17 anche in gara-2 e addirittura da -18 in gara-3. In tutta la serie Golden State è stata sotto nel punteggio per più minuti (101) di quanti invece abbia condotto (83) e il parziale combinato dei primi tempi dice un +23 Blazers che si ribalta però in un +61 Warriors tra secondi tempi e overtime. L’ultima impresa degli Warriors in gara-4 nasce con un parziale di 12-0 che accorcia le distanza all’inizio del quarto quarto, mentre è un canestro di Draymond Green a portare davanti i californiani con tre minuti e mezzo ancora da giocare. Da quel momento in poi la gara resta in equilibrio, trascinandosi ai supplementari, ma la maggior esperienza di Curry e compagni ha finito ancora una volta per avere la meglio: “Siamo già stati in queste situazioni, abbiamo già vissuto questo tipo di esperienze”, ammette il numero 30 degli Warriors.
Senza tre membri del quintetto base (Durant, Cousins e Iguodala), a partire titolari per coach Kerr ci sono quindi Alfonzo McKinnie e Jordan Bell ma ciò nonostante gli Warriors reggono bene nel primo quarto, concluso avanti di un punto, 35-36. La coperta però è corta, così come le rotazioni dei californiani, e nel secondo quarto si vede: Portland mette la testa avanti sfruttando il clamoroso primo tempo di Meyers Leonard, già a quota 25 punti con 10 su 12 al tiro, e chiude il primo tempo sopra di quattro, 69-65. Per la terza volta consecutiva nella serie Golden State insegue all’intervallo e per la terza volta in fila riuscirà a spuntarla, un’impresa che non accadeva dai tempi degli Houston Rockets (contro i Phoenix Suns) nella finale della Western Conference del 1975. Il merito è soprattutto della coppia magica Curry-Green: la loro storica tripla doppia in contemporanea regala agli Warriors la quinta apparizione consecutiva alle Finals, un record per qualsiasi squadra della Western Conference e un’impresa riuscita soltanto ai Boston Celtics a cavallo tra gli anni ’50 e ’60, quando i biancoverdi furono capaci di giocarsi il titolo NBA per 10 stagioni consecutive. Per i californiani ci sono 17 punti anche da Klay Thompson, autore di ottime difese nel finale di gara, e una importante doppia-doppia di Kevon Looney in uscita dalla panchina, capace di contribuire con 12 punti e 14 rimbalzi. Per Portland il migliore di serata è un sorprendente Meyers Leonard, al suo massimo in carriera con 30 punti cui aggiunge anche 12 rimbalzi. Si ferma solo due punti più sotto Damian Lillard, a quota 28 con 12 assist. Il suo 11 su 24 al tiro è simile al 10 su 22 confezionato da C.J. McCollum (26 punti), ma di tutti gli altri Blazers solo Zach Collins raggiunge la doppia cifra, a quota 10 in 11 minuti. Pur terminando con percentuali di tiro migliori (soprattutto da tre punti, il 39% contro il 31% scarso degli Warriors), Portland paga dazio a rimbalzo, dove viene travolta 38-56. Sono 15 quelli catturati da Green e compagni in attacco, che portano ad altrettanti punti da seconde opportunità, contro i soli 7 dei padroni di casa. Questi ultimi per il secondo anno consecutivo vengono eliminati dai playoff con un cappotto, ma la lucidità di Lillard nel dopo-partita riassume al meglio la sconfitta: “Un conto è finire fuori al primo turno come l’anno scorso, un conto farlo in finale di Conference”.
Tutti i risultati di martedì 21 maggio:
Portland Trail Blazers-Golden State Warriors 117-119 OT