La notte italiana tra domenica 28 e lunedì 29 aprile ha visto in scena lo svolgersi due partite dei playoff NBA 2019. I Warriors la spuntano in gara-1 contro i Rockets nonostante le 20 palle perse e gli Splash Brothers entrambi sotto i 20 punti (18 Curry e 13 Thompson): decisivi 35 punti di un trascinante Kevin Durant, che si è preso la squadra soprattutto nei minuti finali. Nei minuti finali il numero 35 stava tuttavia anche commettendo un frittata, regalando clamorosamente la tripla del potenziale pareggio a James Harden, poi sbagliata dal candidato MVP: il Barba mette a referto 35 punti con 9 su 28 dal campo, ma sono vani soprattutto a causa della scarsa serata dal perimetro dei Rockets (14 su 47). Non c’è storia invece tra Bucks e Celtics, ma a parte invertite: Boston domina gara-1 e la fa sua nel terzo quarto con un parziale di 21-36, guidato da 11 punti di Al Horford (che terminerà con 20 punti e 11 rimbalzi). Il top scorer della partita è tuttavia Kyrie Irving con 26 punti e 11 assist, mentre non servono a Milwaukee 22 punti con 7 su 21 dal campo di Antetokounmpo.
Golden State Warriors-Houston Rockets 104-100 (Warriors in vantaggio 1-0, HIGHLIGHTS)
Se questo è il primo assaggio di quello che verrà tra Golden State e Houston, di sicuro ci si può aspettare una serie tesissima e intensissima tra due squadre di alto livello. A uscire vincente da gara-1 sono stati i campioni in carica degli Warriors, trascinati da un Kevin Durant da 35 punti e portati alla vittoria dal canestro del +5 di Steph Curry a 24 secondi dalla fine, lasciandosi alle spalle una serata complicata dai problemi di falli (comunque 18 punti alla fine per lui). Insieme ad altri tre compagni di quintetto in doppia cifra (Green e Iguodala 14, Thompson 13 pur con una caviglia in difficoltà) e a una difesa capace di tenere gli avversari sotto il 42% dal campo, la squadra di coach Steve Kerr è riuscita a sopperire a 20 palle perse, l’ultima delle quali aveva lasciato la possibilità ai Rockets di pareggiare la sfida sull’ultimo possesso. La conclusione di James Harden, però, ha trovato solamente il ferro nonostante le proteste degli ospiti per un contatto in aria tra il Barba e Draymond Green prima ancora che il tiratore fosse tornato a terra: una situazione tecnica che ha fatto particolarmente discutere nel corso della partita, all’interno di una gara in cui l’arbitraggio è stato contestato da entrambe le squadre. Non a caso proprio sull’ultimo possesso Chris Paul è stato espulso per doppio tecnico protestando con la terna, mettendo fine alla sua prestazione da 17 punti. A nulla sono valsi anche i 27 di Eric Gordon, mentre Clint Capela ha vissuto una serata terrificante chiudendo con 4 punti, 6 rimbalzi e -17 di plus-minus in 27 minuti, il peggiore di tutta la squadra. Ai Rockets è mancata la freddezza per piazzare lo scatto finale, complice un James Harden stanco (9 su 28 al campo, 4/16 da tre pur con 13/14 ai liberi) e delle percentuali di squadra che non li hanno aiutati, specialmente dalla lunga distanza (14 su 47, sotto il 30%). Come detto da Mike D’Antoni dopo la gara, però, hanno tenuto i campioni in carica a 104 punti sul loro campo e hanno avuto una chance per vincerla: non c’è molto altro che si possa sperare di avere in gara-1 contro una squadra del livello di Golden State, ma la serie promette di essere davvero lunga e interessante.
Prossima partita: mercoledì notte, alla Oracle Arena di Oakland per Gara 2.
Milwaukee Bucks-Boston Celtics 90-112 (Celtics in vantaggio 1-0, HIGHLIGHTS)
Una sonora sveglia. Una lezione di pallacanestro. Una vittoria totale. Trovate voi il termine che più vi piace, ma la storia di gara-1 tra Milwaukee e Boston ha seguito una direttiva ben precisa, ed è stata quella dei Celtics. Gli uomini di coach Stevens hanno dominato il primo episodio della serie prendendosi subito il fattore campo grazie a una super prestazione tanto in attacco quanto in difesa, prendendosi lo scalpo della squadra con il miglior record di tutta la NBA e portandosi in vantaggio sia a livello tecnico che tattico che, soprattutto, mentale. Merito dei due migliori giocatori dei biancoverdi, Kyrie Irving e Al Horford: il playmaker e il centro (partito da 5 con Marcus Morris da 4) hanno chiuso rispettivamente con 26 punti e 11 assist e con 20 punti e 11 rimbalzi, facendo la differenza nelle due metà campo, specialmente il lungo che è riuscito in quello che secondo molti era impossibile, ovverosia mettere la museruola a Giannis Antetokounmpo. Il candidato MVP non si è mai veramente acceso nella sua partita, chiudendo con 22 punti ma con 7 su 21 dal campo e trascinando con sé il resto della squadra, incapace di segnare con percentuali dall’arco (33%, 13 su 39) tali da sostenerne gli assalti del greco verso il ferro dei Celtics, splendidamente protetto da uno sforzo di squadra dei biancoverdi. A livello tattico, coach Stevens ha surclassato coach Budenholzer con un piano partita eccellente, togliendo tutte le soluzioni preferite degli avversari e andando a individuare tutti i punti deboli di quelli dei Bucks, specialmente con i giochi a due di Irving e Horford. Di fatto i padroni di casa si sono accesi solo nel secondo quarto, trovando un parziale di 15-0 propiziato da un quintetto sperimentale con Antetokounmpo in panchina e Mirotic on fire (13 punti, unico in doppia cifra insieme ai 16 di Middleton). Troppo poco per pensare di costruirci qualcosa in vista di gara-2, che diventa già di fondamentale importanza per Antetokounmpo e compagni.
Prossima partita: mercoledì notte, al TD Garden di Boston per Gara 2.
Tutti i risultati della notte tra domenica 24 e lunedì 25
Golden State Warriors-Houston Rockets 104-100
Milwaukee Bucks-Boston Celtics 90-112