La notte italiana di mercoledì 1 maggio ha visto in scena lo svolgersi di due partite dei playoff NBA 2019. Vanno sul 2-0 i Golden State Warriors grazie a una gara-2 in cui i Rockets non vanno quasi mai in vantaggio: decisiva una prestazione corale del quintetto titolare di Kerr oltre ai 29 punti di Kevin Durant. Tra Bucks e Celtics c’è un massacro anche in gara-2, ma stavolta a parti invertite: con un parziale di 24-2 all’interno del terzo quarto gli uomini di Budenholzer strapazzano quelli di Stevens, soprattutto grazie a 57 punti combinati del duo Antetokounmpo-Middleton (29 e 28 punti).
Golden State Warriors-Houston Rockets 115-109 (Warriors in vantaggio 2-0, HIGHLIGHTS)
Quando il gioco si fa duro, conviene ricorrere alle armi migliori che si hanno a disposizione: per questo Steve Kerr non solo ha lanciato per la seconda volta consecutiva in quintetto i suoi Hamptons Five (Curry, Thompson, Durant, Green e Iguodala), ma li ha tenuti a lungo sul parquet, chiedendo a loro di vincere sostanzialmente la partita dando fondo a tutte le energie a disposizione. La risposta ottenuta è stata rassicurante: tutti e cinque hanno chiuso con almeno 15 punti a referto, con Green che aggiunge ai sei canestri anche 12 rimbalzi, sette assist, due rubate e un dominio sulla partita su entrambi i lati del campo troppo spesso sottovalutato. Il miglior realizzatore come al solito è Kevin Durant, autore di 29 punti in 44 minuti trascorsi sul parquet (il giocatore più impegnato del match). Una sfida segnata da quanto successo nei primi sei minuti di partita, in cui prima James Harden e poi Steph Curry sono stati costretti a lasciare il campo causa infortunio. Il Barba, colpito agli occhi dopo meno di tre minuti a seguito di una battaglia a rimbalzo d’attacco che lo ha costretto a convivere per tutto il match con una pessima messa a fuoco, ha faticato a lungo (soprattutto nel terzo quarto) a ritrovare la mira. Meno fastidioso il problema fisico per Curry che si è slogato un dito a metà della frazione d’apertura, con il medio della mano sinistra andato ben al di fuori della sua collocazione naturale, fasciato e fissato dai medici in modo tale da permettergli di ritornare sul parquet. Alla sirena finale sono 29 punti per il Barba da una parte e 20 per Curry, ancora impreciso da lontano con il suo 3 su 13 e in parte giustificato dal fastidio alla mano. I tre giorni di pausa permetteranno a entrambi di recuperare al meglio e ai titolari degli Warriors di riprendere fiato: i Rockets sono avvisati, in gara-3 servirà inventarsi qualcosa di diverso.
I Rockets nelle difficoltà hanno dimostrato ancora una volta di non essere una squadra che “si batte da sola”. La capacità di lottare e affrontare le avversità resta encomiabile, anche se i texani hanno davvero tanto da rimpiangere in una sfida in cui (per fortuna) gli arbitri non hanno recitato da protagonisti. A pesare come macigni questa volta sono state le tante palle perse (17), molte in più rispetto al solito, e soprattutto i rimbalzi d’attacco concessi: 18 possessi che hanno cambiato il corso del match anche più dell’occhio dolorante di Harden. Alla sirena finale gli Warriors hanno tentato 14 conclusioni in più degli ospiti, riuscendo così a mantenere il vantaggio nonostante il 30% dall’arco e le 17 triple mandate a bersaglio da Houston. Un all-in che ha funzionato per Golden State, con buona pace per una panchina che ha contribuito poco e in maniera marginale a un successo fondamentale per andare a caccia del terzo titolo consecutivo.
Prossima partita: domenica notte, al Toyota Center di Houston per Gara 3.
Milwaukee Bucks-Boston Celtics 123-102 (Serie in parità 1-1, HIGHLIGHTS)
La prestazione di gara-1 era stata fin troppo brutta per essere vera, e infatti i Milwaukee Bucks hanno risposto. Nel secondo episodio della serie contro i Boston Celtics, la squadra con il miglior record della NBA è sembrata molto più vicina alla schiacciasassi della regular season piuttosto che alla squadra impaurita della prima gara, guidata da un Giannis Antetokounmpo da 29 punti e 10 rimbalzi. Il candidato MVP ha cominciato in maniera aggressiva procurandosi 8 tiri liberi nel solo primo quarto e continuando ad attaccare il ferro senza mai fermarsi, chiudendo con 7 su 16 dal campo e 13 su 18 ai liberi. Ben 15 dei suoi 29 punti sono arrivati nel terzo quarto in cui è stata decisa la partita: i Bucks nella seconda metà del quarto hanno prodotto un mega parziale di 24-2, prendendo il controllo della partita approfittando anche di una super prestazione al tiro. Con Nikola Mirotic in quintetto al posto di Sterling Brown, la squadra di coach Budenholzer ha tirato 20 su 47 dalla lunga distanza, realizzando il suo record di franchigia per una partita di playoff. Ben sette delle 20 triple portano la firma di un Khris Middleton da 28 punti, mentre Eric Bledsoe è tornato ai suoi livelli realizzando 21 punti e 5 assist. Il fatto che la partita fosse finita già dopo tre quarti è testimoniata non solo dal massimo vantaggio toccato sul +31, ma anche dai minutaggi dei titolari dei Bucks che sono rimasti in campo tra i 24 e i 32 minuti, decisamente bassi per una partita di playoff.
Al di là dell’aggressività di Antetokounmpo e le percentuali dall’arco, i Bucks sono riusciti a fare la differenza anche in difesa, cambiando su tutti i blocchi e costringendo i Celtics a una partita di isolamenti: tutto il contrario rispetto all’ottimo movimento di palla visto in gara-1. A farne le spese è stato soprattutto Kyrie Irving, che dopo i 26 con 11 assist della prima partita ha chiuso con soli 9 punti e 4 su 18 al tiro in 31 minuti. Impossibile pensare di vincere a Milwaukee con un Irving del genere se anche Jayson Tatum incappa in una serata da 2 su 10 per 5 punti, con gli unici tre biancoverdi in doppia cifra che sono stati Marcus Morris (17 punti), Jaylen Brown (16) e Al Horford (15). Ciò nonostante i Celtics erano riusciti a vincere il primo quarto sul 25-30 e ad andare all’intervallo sotto solamente di quattro lunghezze tenendo duro fino al 74-71 per gli avversari, ma sono poi crollati negli ultimi sette minuti del terzo quarto, quando hanno sbagliato 10 degli 11 tiri tentati e hanno commesso ben 6 delle loro 13 palle perse. La squadra di coach Stevens torna comunque a Boston con il fattore campo a favore, che è quanto si era messa in testa di fare nelle prime due gare della serie: ora toccherà al caldissimo TD Garden spingere la squadra al 3-1 nella serie per evitare di tornare al Fiserv Forum in parità.
Prossima partita: sabato notte, al TD Garden di Boston per Gara 3.
Tutti i risultati di mercoledì 1 maggio:
Golden State Warriors-Houston Rockets 115-109
Milwaukee Bucks-Boston Celtics 123-102