La notte italiana di mercoledì 17 aprile ha visto in scena lo svolgersi di tre partite dei Playoff NBA 2019. Ci si aspettava decisamente delle prove convincenti e d’orgoglio da parte delle squadre sconfitte clamorosamente in Gara 1. La convinzione l’ha data Toronto, che in Gara 2 manda totalmente in bambola Orlando grazie a 37 punti di Kawhi Leonard e a una vittoria di quasi 30 punti di scarto. L’orgoglio ce l’hanno messo i Nuggets: a -19 e sull’orlo del baratro sono riusciti a rimontare con uno splendido secondo tempo, tenendo viva la serie e impattandola sull’1-1. Potremmo avere avuto tre serie sul pareggio, se i Thunder non avessero perso anche la seconda gara contro i Blazers, i quali spezzano l’equilibrio con un quarto da 37 punti in cui il duo Lillard-McCollum fa il bello e il cattivo tempo; con un George salvabile e un Westbrook nel pallone Gara 3 diventa subito un “must win”.
Toronto Raptors-Orlando Magic 111-82 (Serie in parità 1-1, HIGHLIGHTS)
Se gara-1 tra Toronto e Orlando è stata emozionante fino all’ultimo, gara-2 ha preso la piega che tutti si aspettavano fino dall’inizio. I Raptors infatti sono scesi in campo con la voglia di rimettere subito in chiaro i rapporti di forza, cominciando con un parziale di 11-0 e provocando due palle perse nei primi due possessi degli avversari. Da lì in poi la partita ha seguito quel preciso spartito: i padroni di casa non si sono più guardati indietro, chiudendo il primo tempo avanti di 12 (51-39) e il terzo di 24 (90-66), toccando anche il +34 nel corso dell’ultima frazione. Merito soprattutto di un Kawhi Leonard incontenibile per gli avversari (37 punti per +37 di plus-minus in 33 minuti, con 15 canestri segnati che rappresentano il suo nuovo massimo in carriera ai playoff) e il Kyle Lowry di cui Toronto ha bisogno se vuole fare strada ai playoff (22 punti e 7 assist con 8 su 13 al tiro). Ad accompagnarli anche la doppia-doppia di Pascal Siakam (19+10) e i 13 di Serge Ibaka dalla panchina, perdendo solamente 7 palloni di squadra in tutta la partita ma soprattutto soffocando l’attacco degli avversari. I Magic infatti, dopo l’exploit di gara-1, hanno tirato solamente con il 37% dal campo e il 26.5% da tre punti, commettendo 17 palle perse e venendo schiacciati in area, dove hanno subito 52 punti contro i 36 realizzati.
Difficile pensare anche solo di giocarsela per Orlando una volta che ha cominciato la partita non solo con sei errori al tiro, ma anche con quattro tiri liberi sbagliati consecutivamente. A faticare sono state soprattutto le principali bocche di fuoco di coach Clifford, vale a dire Nikola Vucevic, Evan Fournier e D.J. Augustin: il primo ha vissuto un altra serata difficile dopo quella di gara-1 realizzando solo 6 punti con 6 rimbalzi; il francese invece ha chiuso con 10 punti, ma tirando solo 4 su 12 dal campo; il playmaker, eroe di gara-1 con 25 punti, ha segnato un solo tiro dal campo e ha chiuso con 9 punti, di cui sette dalla lunetta. Decisamente troppo poco, rendendo inutili anche i 20 di Aaron Gordon e i 15 di Terrence Ross dalla panchina. I Magic, comunque, avevano già fatto il loro dovere portando via la prima gara in trasferta: “La loro difesa ha dettato il ritmo all’inizio per il resto della partita”, ha detto coach Clifford. “All’intervallo pensavo che ci fossimo sistemati, poi all’inizio del terzo quarto loro hanno giocato bene e noi, francamente, abbiamo fatto schifo”.
Prossima partita: sabato notte, all’Amway Center di Orlando per Gara 3.
Portland Trail Blazers-Oklahoma City Thunder 114-94 (Blazers in vantaggio 2-0, HIGHLIGHTS)
Sotto 1-0 nella serie i Thunder partono bene nella seconda partita al Moda Center e provano a fare gara di testa fin dall’inizio, guidati soprattutto da un ispirato Paul George, che con 7 punti consecutivi seguiti poi da un sottomano di Russell Westbrook, porta il vantaggio degli ospiti in doppia cifra a 5 minuti dalla fine del primo tempo, sul 36-46. Sono 6 punti in fila di Damian Lillard però a far capire ai Thunder che i Blazers non hanno intenzione di andare sotto, e il 18-10 con cui i padroni di casa chiudono il primo tempo porta il risultato in parità (54-54) all’intervallo. Dopo che OKC segna il primo canestro all’uscita dagli spogliatoi, Portland piazza un parziale di 10-2 nei primissimi minuti del terzo quarto, provando ad allungare le mani sulla partita con i canestri dei loro due leader, che superano già entrambi quota 20 sul proprio tabellino. Nel terzo quarto si fa sentire anche il contributo della panchina di coach Stotts, con la tripla di Seth Curry da una parte e lo sfondamento subito su Westbrook da parte di Rodney Hood dall’altra, che prepara la scena per l’ennesimo capolavoro di Lillard sulla sirena del quarto, quando la point guard dei Blazers manda a bersaglio la tripla che lo porta a 27 punti e dà a Portland il massimo vantaggio della serata, quel +16 sul 91-75 con cui i padroni di casa chiudono una frazione che li vede mettere a tabellone la bellezza di 37 punti. Sale a 27 anche il bottino personale di McCollum sul primo possesso del quarto quarto, per portare a +18 lo scarto sugli avversari, e che sia la serata dei Blazers i tifosi dell’Oregon lo capiscono quando anche Meyers Leonard manda a bersaglio una tripla a metà dell’ultimo quarto, che contribuisce a tenere sempre a distanza di sicurezza OKC. I Thunder sembrano non aver polso, non arriva nessuna reazione da Russell Westbrook (gara impalpabile per lui, nonostante sfiori l’ormai solita tripla-doppia con 16 punti, 9 rimbalzi, 11 assist, ma solo 5 su 20 al tiro, 3 soli liberi tentati e 5 palle perse) e a parte George, che chiude con 27 punti, coach Donovan non ha grandi contributi da nessuno. A condannare gli ospiti al 2-0 ci pensano sempre loro, Damian Lillard e C.J. McCollum: il primo chiude con 29 punti e 4 su 8 da tre punti, il secondo fa addirittura meglio con 33 punti, 12 su 22 al tiro e anche 8 rimbalzi, ma va sottolineata anche la prestazione di grande sostanza di Maurice Harkless, che porta in dote 14 e 9 rimbalzi con ottime percentuali al tiro. Dopo aver subito due sconfitte su due in casa lo scorso anno contro New Orleans, Portland protegge il proprio fattore campo e ora va in Oklahoma cercando di rubarne una ai Thunder per guadagnarsi un primo match point nella serie.
Prossima partita: sabato notte, alla Chesapeake Energy Arena di Oklahoma City per Gara 3.
Denver Nuggets-San Antonio Spurs 114-105 (Serie in parità 1-1, HIGHLIGHTS)
A poco più di quattro minuti dalla fine del terzo quarto, Jamal Murray aveva messo a referto solamente tre punti sbagliando i primo otto tiri della sua partita. Soprattutto, i suoi Denver Nuggets erano scivolati fino al -19 nei confronti dei San Antonio Spurs (23-42 a 8:28 dal termine del primo tempo), a un passo dal perdere anche la seconda partita in casa dopo aver chiuso la regular season con il miglior record interno della lega. A evitare che succedesse ci ha pensato però proprio il canadese: dopo che i suoi compagni avevano ridotto il gap fino a soli 7 punti per cominciare l’ultima frazione (75-82), la guardia è esplosa realizzando 21 punti nel quarto finale, chiudendo come miglior realizzatore dei suoi a quota 24. Una prestazione eccezionale da 8 su 9 al tiro che ha permesso alla squadra di coach Malone di segnare 39 punti nella frazione finale, all’interno di un parziale conclusivo da 55-27 per i padroni di casa negli ultimi 16 minuti e mezzo. Insieme a Murray ci sono altri tre giocatori sopra quota 20: Nikola Jokic ha sfiorato la tripla-doppia con 21, 13 rimbalzi e 8 assist; Gary Harris ne ha messi 23 con 10 su 16; Paul Millsap ha chiuso con 20 e 7 su 10 dal campo per una squadra che ha ritrovato la vena offensiva nel momento più importante della stagione, chiudendo con il 48% dal campo di squadra e il 42% da tre punti (10 su 24) perdendo solo sei palloni.
Prossima partita: venerdì notte all’AT&T Center di San Antonio per Gara 3.
Tutti i risultati di mercoledì 17 aprile:
Toronto Raptors-Orlando Magic 111-82
Portland Trail Blazers-Oklahoma City Thunder 114-94
Denver Nuggets-San Antonio Spurs 114-105