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La notte italiana di martedì 23 aprile ha visto in scena due partite dei playoff NBA 2019. Dopo Boston ieri notte questa notte abbiamo una nuova semifinalista: è Milwaukee, che guarda a caso sfiderà gli uomini di coach Stevens; decisiva una prestazione di forza da 41 puntie 9 rimbalzi di Giannis Antetokounmpo in una vittoria su Detroit ottenuta principalmente nell’ultimo periodo. Houston al contrario dovrà attendere un’altra partita per giungere alle semifinali, dato che Utah si è presa gara 4: dopo il tiro decisivo sbagliato in gara 3 arriva una prestazione d’orgoglio da parte di Donovan Mitchell che termina con 31 punti a referto.
Detroit Pistons-Milwaukee Bucks 104-127 (Bucks vincono 4-0, HIGHLIGHTS)
Era dal lontano 2001 che Milwaukee non superava il primo turno di playoff: anche se c’erano pochi dubbi che la “maledizione” sarebbe stata spezzata quest’anno (dopo aver chiuso la regular season con il miglior record della NBA) è comunque da segnalare questo risultato per la franchigia. “Penso sia importante prenderci un secondo per goderci questo momento” ha detto coach Mike Budenholzer. “È una bella serata sia per Milwaukee che per i Bucks”. A firmare il primo passaggio del turno dopo 18 anni non poteva che essere Giannis Antetokounmpo, autore del suo massimo in carriera ai playoff con 41 punti di cui 16 arrivati nel decisivo terzo quarto, quando con un parziale da 3-17 i Bucks hanno preso il controllo della partita. Ad accompagnarlo ci sono anche i 18 di Khris Middleton, i 16 di Eric Bledsoe e i 12 di Nikola Mirotic, in una serata in cui i Bucks hanno tirato 41 liberi contro i 12 dei Pistons, provocando non solo le proteste che sono costate un tecnico a coach Dwane Casey, ma anche le proteste del pubblico di Detroit. Non che la partita o la serie in generale siano state decise dai fischi arbitrali: Milwaukee ha vinto le quattro gare della serie con 95 punti complessivi di scarto, chiudendo tutte le partite con almeno 16 punti di vantaggio.
Ai Pistons rimane quinti solo l’onore delle armi, quello concesso a Blake Griffin quando a 7 minuti dal termine della partita ha commesso il suo sesto fallo ed è andato in panchina tra l’ovazione del pubblico di casa. “Blake ci ha messo tutto il suo cuore, giocando praticamente su una gamba sola” ha detto coach Casey con la voce spezzata dopo la partita. “Ha combattuto convivendo con tantissimo dolore e un ginocchio gonfissimo”. I 22 punti di Griffin e i 26 di Reggie Jackson (20 nel primo tempo) non sono però serviti a evitare una sconfitta storica per i Pistons: si tratta infatti della quattordicesima partita persa consecutivamente da Detroit ai playoff, visto che dal 2008 in poi non sono più riusciti a vincerne una. Si tratta della peggior striscia nella storia della NBA, superando quella da 13 dei New York Knicks dal 2001 al 2012. Ci riproveranno l’anno prossimo, nella speranza di non ritrovarsi davanti una squadra che ora testerà le proprie ambizioni di titolo contro i Boston Celtics al secondo turno dei playoff della Eastern Conference.
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Utah Jazz-Houston Rockets 107-91 (Rockets in vantaggio 3-1, HIGHLIGHTS)
Alla vigilia tutti parlavano di lui, in tanti immaginavano uno scatto d’orgoglio e Donovan Mitchell, al secondo anno nella Lega e con un luminoso futuro davanti, non ha deluso le aspettative: i suoi Jazz in fondo non meritavano di subire un pesante 4-0 nella serie. C’è dunque il grosso zampino del numero 45 di Utah nel successo in gara-4, arrivato dopo aver sperperato 14 lunghezze di vantaggio nel primo tempo. Quando a metà terzo quarto i Rockets sono riusciti a tornare avanti nel punteggio, crivellando la retina di canestri con i piedi oltre l’arco (17 anche questa volta, per la quarta in fila oltre quota 15, un nuovo record NBA per una squadra ai playoff), è stato naturale credere che i Jazz potessero alzare bandiera bianca. Non Mitchell invece, che nel quarto periodo ha messo il turbo realizzando 19 dei suoi 31 punti totali e approfittando così dei 12 minuti disastrosi di Houston in attacco (soltanto 12 punti segnati). Per il leader dei Jazz 11 su 26 al tiro (dovuto soprattutto alle difficoltà del primo tempo), 7 rimbalzi e 4 assist, a cui si aggiungono le ottime prestazioni realizzative di Jae Crowder e Ricky Rubio. In due segnano 25 dei 32 punti totali messi assieme dai Jazz nel primo quarto, tirando 9 su 11 e regalando ai padroni di casa sin da subito la doppia cifra di vantaggio. Un margine in parte recuperato dai texani, ai quali però è mancato il solito smalto nel finale. James Harden chiude con 30 punti e un convincente 6 su 12 dall’arco, nonostante le otto palle perse in una serata da 16 totali per i Rockets. Da quelle sono arrivati ben 21 punti dei Jazz, che hanno saputo approfittare dei passaggi a vuoto dei texani, stanchi anche a causa del mancato impatto della panchina: alla sirena finale sono soltanto cinque i punti raccolti a gara in corso (segnati da un Austin Rivers da -16 di plus/minus, tra l’altro). Davvero troppo poco per arginare la voglia di riscatto di Utah. “Non pensate alla mia partita, dimenticatevi di me e ragionate su quanto fatto da Jae Crowder: ha tirato fuori gli attributi”, sottolinea Mitchell ai microfoni a fine gara. Una partita insomma che vuol dire davvero tanto per la squadra di Salt Lake City.
Prossima partita: giovedì notte, al Toyota Center di Houston per Gara 5.
Tutti i risultati di martedì 23 aprile:
Detroit Pistons-Milwaukee Bucks 104-127
Utah Jazz-Houston Rockets 107-91