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La notte italiana di martedì 16 aprile ha visto in scena lo svolgersi di due partite dei Playoff NBA 2019. Sembravano terminati i problemi di supponenza dei Warriors, ma a quanto pare il lupo perde il pelo ma non il vizio: pur senza Cousins (uscito infortunato) gli uomini di Kerr arrivano sul +31 di vantaggio (94-63) prima di farsi recuperare e battere dalla tripla decisiva di Landry Shamet. Da non dimenticare però ciò che c’è stato durante la rimonta, ovvero una prestazione superba da parte del duo Williams-Gallinari, che a fine partita combinerà per 60 punti totali. Non bastano ai Warriors i 29 punti di Curry, i 21 di Durant (uscito per falli a fine partita) e i 17 di Klay Thompson: in Gara 3 ci si aspetta dei Warriors più affamati che mai, ma tutto può succedere a questo punto. Non poteva invece non avverarsi la vittoria di Philadelphia in Gara 2 contro Brooklyn, e che vittoria: 145-123, con una partita mai un discussione. Ben Simmons reagisce alle critiche di Gara 1 con una tripla-doppia da 18 punti, 10 rimbalzi e 12 assist, in una partita in cui i Sixers hanno messo a referto 51 punti nel solo terzo quarto (record nei playoff NBA).
Golden State Warriors-Los Angeles Clippers 131-135 (Serie in parità 1-1)
L’avvio di gara è subito condizionato dall’infortunio che toglie dai giochi DeMarcus Cousins dopo soli 3 minuti e mezzo e costringe gli Warriors a dover fare a meno del proprio centro titolare (rimpiazzato da Andrew Bogut) per tutta la gara. I campioni in carica, però, sono campioni anche per questo, e sembrano non risentirne con un primo quarto da 33 punti, in cui spiccano gli 11 di Steph Curry, ancora una volta ispirato al tiro dopo una gara-1 da 38 punti e 8 su 12 da tre. Il vantaggio di 8 punti con cui i padroni di casa chiudono la prima frazione (33-25) è più o meno quello che si trascinano fino a due minuti dalla fine, quando 8 punti ancora di Curry sono determinanti nel confezionare un parziale di 12-2 che manda le squadre in spogliatoio sul 73-50 Warriors, colpo quasi da KO per la squadra di un Gallinari da 7 punti e 5 assist a metà gara. L’inizio di terzo quarto però non è migliore per i Clippers, anzi: Golden State segna i primi nove tiri della frazione (8 canestri su 9 sono assistiti), mettendo assieme 21 punti e aumentando così il vantaggio che arriva fino al +31 (94-63). Los Angeles però non ci sta a uscire dalla gara così, e reagisce grazie al contributo di Gallinari e a quello dei due soliti panchinari di lusso, Montrezl Harrell ma soprattutto un Lou Williams che nel solo terzo periodo manda a bersaglio 17 punti. Non è finita: gli ultimi dodici minuti di partita vedono gli ospiti continuare a recitare da protagonisti, con un 0-11 fulminante che porta ancora in calce la firma del due Gallinari-Williams e avvicina i Clippers a soli 3 punti di distanza, sul 120-117 a metà dell’ultimo quarto. Il finale è incandescente, con L.A. che perde per 6 falli in rapida successione prima JaMychal Green e poi Patrick Beverley, salutato platealmente a mano aperta da Draymond Green, che sul possesso successivo affonda la schiacciata con dedica alla panchina degli ospiti per il +6. Williams però è in stato di grazia: supera quota 30 punti (dopo aver già raggiunto la doppia cifra anche in assist) e mantiene i suoi a contatto, possesso dopo possesso. Gallinari manca la tripla del sorpasso a tre minuti dalla fine, e al suo errore fa seguito un’esplosiva schiacciata con fallo di Kevin Durant, per il +5 dei padroni di casa. Ma proprio il numero 35 è a sua volta costretto a uscire per falli quando mancano 80 secondi alla fine e ad approfittarne è ancora una volta Williams, che sigla il canestro che impatta la gara a quota 128. No Durant, no problem, sembra voler dire Steph Curry: è sua la tripla spaccacuori con cui Golden State torna avanti di tre a meno di un minuto dalla sirena ma dall’altra parte i Clippers trovano l’eroe insperato nel rookie Landry Shamet che sullo scarico dell’altra matricola Shai Gilgeous-Alexander manda a bersaglio la tripla del sorpasso (131-133) a meno di 16 secondi dalla fine. Golden State chiama time-out e prepara l’ultimo possesso, affidato alle mani di Steph Curry: il suo tiro da tre ostacolato dalla buona difesa di Harrell va sul ferro e i Clippers la chiudono dalla lunetta quando proprio Harrell fa 2 su 2 e manda a bersaglio i punti 14 e 15 di un ultimo quarto giocato da grande protagonista (25 il totale per lui). I Clippers sbancano la Oracle Arena grazie ai 36 punti con 11 assist di un eroico Lou Williams e ai 24 con 6 assist e 4 rimbalzi di un ottimo Danilo Gallinari, rubando così il fattore campo agli Warriors e impattando la serie sull’1-1.
Prossima partita: venerdì notte, allo Staples Center di Los Angeles per Gara 3.
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Philadelphia 76ers-Brooklyn Nets 145-123 (Serie in parità 1-1)
Una risposta dei Philadelphia 76ers era attesa, e una risposta dei Philadelphia 76ers è arrivata. Dopo la brutta sconfitta in gara-1, gli uomini di coach Brett Brown ci hanno messo un tempo per carburare, ma finalmente sono riusciti a mettere in campo la versione migliore di loro stessi con un terzo quarto da record. I Sixers infatti hanno segnato ben 51 punti nei dodici minuti dopo l’intervallo, un record nei playoff NBA che pareggia i 51 dei Los Angeles Lakers contro i Detroit Pistons di ben 57 anni fa. A guidare il mega-parziale di 14-0 che ha aperto la ripresa è stato ovviamente Joel Embiid, autore di 13 dei suoi 23 punti a cui ha aggiunto 10 rimbalzi nel solo terzo quarto dopo che la riserva sulla sua presenza era stata sciolta solamente a pochi minuti dalla palla a due. Insieme a lui ci sono anche i 12 di Tobias Harris (19 alla fine) e i 10 di Mike Scott uscendo dalla panchina, per una frazione da 18 su 25 complessivo dal campo, 4 su 6 da tre punti e 11 su 11 ai liberi, tenendo allo stesso tempo i Nets a soli 23 punti segnati con 8 su 21 al tiro e 6 errori dalla lunga distanza. Il volto in copertina è però quello di Ben Simmons, che dopo una pessima gara-1 ha risposto presente realizzando la sua seconda tripla-doppia in carriera ai playoff (18 punti, 10 rimbalzi e 12 assist) e tenendo i suoi in piedi nel primo tempo con 16 punti, a cui si sono aggiunti i 14 di Boban Marjanovic. Sono 17 invece i punti di J.J. Redick, il terzo grande assente di gara-1, mentre Jimmy Butler si è preso una serata di riposo chiudendo con 7 punti e 7 assist senza forzare la situazione, anche perché i 145 punti realizzati in attacco rappresentano un nuovo record di franchigia superando i 141 dei playoff del 1967 contro i San Francisco Warriors.
I Brooklyn Nets sono di fatto durati un tempo, chiuso in svantaggio solamente di un punto (65-64) prima di subire la mareggiata del terzo quarto e lasciar andare la gara. Senza Jared Dudley (MVP nascosto di gara-1) per un problema al polpaccio, gli ospiti hanno avuto cinque giocatori in doppia cifra guidati dai 19 di Spencer Dinwiddie e i 16 con 16 tiri di D’Angelo Russell, a cui si sono aggiunti i 13 di Caris LeVert e quelli a partita ormai conclusa di Shabazz Napier (13) e Rondae Hollis-Jefferson (15). Proprio a quest’ultimo è legato un altro momento chiave della partita: nel corso dell’ultimo quarto l’ala dei Nets ha calpestato il piede di Joel Embiid procurandogli una distorsione alla caviglia che lo ha costretto a tornare in panchina dolorante. Non pare però che sia nulla di particolarmente grave, come confermato dallo stesso giocatore dopo la partita e dal fatto che non è rientrato negli spogliatoi per farsi curare, rimanendo in panchina per tutto l’ultimo quarto fino alla sirena finale. Anzi, il camerunense ha anche trovato il tempo nel corso della gara di strappare un sorriso al pubblico di Philadelphia, alzandosi dalla panchina per aiutare un raccattapalle a pulire un pallone che si era bagnato. La serie si sposta ora a Brooklyn, dove le due squadre si incontreranno nella notte tra giovedì e venerdì per il terzo episodio della serie.
Prossima partita: venerdì notte, al Barclays Center di Brooklyn per Gara 3.
Tutti i risultati di martedì 16 aprile:
Golden State Warriors-Los Angeles Clippers 131-135
Philadelphia 76ers-Brooklyn Nets 145-123
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