[the_ad id=”445341″]
[the_ad id=”10725″]
La notte italiana di giovedì 9 maggio ha visto in scena due partite dei playoff NBA 2019. In una gara-5 pivotale tra Warriors e Rockets succede letteralmente di tutto: gli uomini di Kerr si fanno rimontare 20 punti di vantaggio nel terzo quarto, nel quale perdono anche Kevin Durant per infortunio (VIDEO), prima di vincere la partita grazie alle giocate di Curry, Thompson e Green. Occasione sprecata per i Rockets, che avrebbero potuto giocarsi il passaggio del turno in casa: sono ora costretti a vincere una partita alla Oracle se vogliono arrivare alle finali di Conference. Finali di Conference già acquisite per i Bucks, che passeggiano sui Celtics ormai in macerie: guidati da Antetokoumpo, Budenholzer trova ben sette uomini in doppia cifra, mentre è ancora deludente la prestazione di Kyrie Irving (come tutta la fase offensiva di Boston).
Golden State Warriors-Houston Rockets 104-99 (Warriors in vantaggio 3-2, HIGHLIGHTS)
Gli Warriors vincono una partita in volata, dominata a lungo nel primo tempo, sofferta nel terzo quarto in cui sono stati costretti a rinunciare a Kevin Durant causa infortunio e conquistata d’orgoglio nel finale. Si conferma così il grande equilibrio in una serie in cui tutte le partite non sono mai finite con più di sei lunghezze di margine tra le squadre, nonostante nei primi due quarti gli Warriors mettano in fila prima un parziale prima da 19-3 e poi da 15-0. Due colpi che non abbattono Houston, che resta in piedi, resiste e torna di prepotenza nel terzo quarto. A remare contro Golden State ci si mette anche la sfortuna: a un quarto d’ora dal termine, Durant trova i primi due punti della ripresa dopo averne segnati 20 nella prima metà di gara, ma ricadendo sulla gamba destra sente tirare la parte posteriore ed è costretto a uscire zoppicando. Per qualche minuto la paura è che l’infortunio riguardi il tendine d’Achille, ma dagli spogliatoi arriva la notizia dello scampato pericolo: stiramento al polpaccio e gara finita per KD. Golden State allora deve fare di necessità virtù, si affida a Steph Curry e Klay Thompson che chiudono rispettivamente con 25 e 27 punti e porta a casa un successo decisivo nella serie. Nel finale di partita Kevon Looney prende il posto di Durant nella fase cruciale del match (riuscendo a invertire la tendenza a rimbalzo d’attacco che aveva penalizzato Golden State nelle due sfide giocate in Texas), con tanto di stoppata decisiva nel su Paul in uno degli ultimi possessi. I Rockets infatti sprecano un’occasione unica, non affondando il colpo contro un quintetto che perde anche Draymond Green causa raggiunto limite di falli. Poteva essere 2-3 Houston e invece è 3-2 Golden State: fa tutta la differenza del mondo.
Il momento cruciale della sfida, a meno di quattro minuti dalla sirena, si apre con il quarto fallo tecnico in questi playoff fischiato contro Draymond Green, che prima conquista uno sfondamento e poi la sanzione dopo la provocazione nei confronti di Chris Paul. Quel libero potrebbe pesare tantissimo, con Houston a meno di un possesso di distanza, ma il numero 23 degli Warriors si fa perdonare dall’altra parte trovando la seconda tripla della sua partita nel momento più delicato. La sua gioia è contagiosa, ma porta Golden State a distrarsi a protezione del ferro, a perdere l’uomo in angolo: PJ Tucker ne approfitta e indisturbato realizza la tripla che avvicina ancora una volta i Rockets. Il suo piede però finisce di qualche centimetro sulla linea del fallo laterale, annullando i tre punti e cambiando il possesso del pallone. I bicampioni in carica non se lo fanno ripetere due volte: Thompson dall’altra parte, dopo l’ennesimo rimbalzo d’attacco, segna il canestro che regala agli Warriors il margine decisivo conservato fino al termine della lunga serie di viaggi in lunetta e di timeout che spezzettano il gioco nel finale, ma non cambiano la sostanza. Alla sirena finale è tripla-doppia sfiorata per Green, che si ferma a due punti da una tripla-doppia da 12 rimbalzi e 11 assist. Dall’altra parte invece 31 punti e 8 assist per un chirurgico James Harden (silente nell’ultimo quarto), 19 per Eric Gordon e soltanto 11 con 3 su 14 al tiro di CP3 (una delle più grandi delusioni e il giocatore più sottotono in casa Rockets).
Prossima partita: sabato notte, al Toyota Center di Houston per Gara 6.
[the_ad id=”668943″]
Milwaukee Bucks-Boston Celtics 116-91 (Bucks vincono 4-1, HIGHLIGHTS)
Solamente un anno fa, i Milwaukee Bucks venivano eliminati in gara-7 dai Boston Celtics al primo turno dei playoff. Oggi invece sono stati loro ad eliminare i biancoverdi in una serie molto meno competitiva di quanto ci si potesse aspettare, visto che tutte le cinque partite si sono concluse senza un finale tirato. Dopo la tremenda sconfitta in gara-1, infatti, i Bucks hanno preso il controllo della serie con autorità senza mai lasciarlo andare, vincendo le successive quattro gare filate per tornare alle finali di conference dopo 18 anni di assenza. Merito di sette giocatori in doppia cifra, guidati dalla tripla-doppia sfiorata da Giannis Antetokounmpo (20 punti, 8 rimbalzi e 8 assist), dai 19 di Khris Middleton e dai 18 di Eric Bledsoe, oltre che i 16 di George Hill dalla panchina e i 10 a testa di Nikola Mirotic, Ersan Ilyasova e Malcolm Brogdon. Già, perché la gara è andata talmente bene da permettere a coach Mike Budenholzer di rimettere in campo anche il rookie dell’anno 2017, infortunato di lungo corso che potrebbe rivelarsi pedina fondamentale nella prossima serie contro la vincente tra Toronto e Philadelphia e, potenzialmente, alle finali NBA. Il +35 con cui Giannis Antetokounmpo ha chiuso i suoi 31 minuti sul parquet raccontano meglio di ogni altra statistica il dominio di Milwaukee in gara-5, con i suoi compagni che hanno approfittato delle attenzioni riservategli dalla difesa di Boston per realizzare 15 triple e vincere tutti i quattro quarti, rimanendo in vantaggio per tutte le tre frazioni finali.
Per i Celtics si tratta di un “season finale” tutto sommato coerente con il resto della stagione e della serie: lo scarto delle ultime quattro sconfitte è stato di 65 punti, un margine che non lascia alcun dubbio su quale sia stata la migliore squadra in campo. “Sono una squadra fortissima e migliore di noi, si sono meritati tutto” è stata l’onesta analisi di coach Brad Stevens, che ha visto il suo attacco crollare miseramente un’altra volta davanti alla miglior difesa della regular season. I Celtics hanno tirato con il 31.2% dal campo e il 18% da tre punti (7 su 39), mandando solo quattro uomini in doppia cifra guidati dai 15 di Kyrie Irving. Il numero 11 ha però segnato solo 6 dei 21 tiri tentati, portando il suo totale nelle ultime quattro sconfitte a un tremendo 25 su 83 di cui sicuramente si continuerà a parlare da qui all’1 di luglio, quando diventerà free agent e sceglierà la sua prossima destinazione. “A dire la verità, non è il momento di essere delusi”, ha detto dopo la partita. “Bisogna imparare le lezioni che si ricevono, le batoste che si prendono e andare avanti. Io so che non dimenticherò una serie come questa. Per me ora l’importante è passare a cosa c’è dopo e vedere dove mi porterà”. Se sarà a Boston o in un’altra squadra sarà una delle storie più importanti di una caldissima off-season.
Tutti i risultati di giovedì 9 maggio:
Golden State Warriors-Houston Rockets 104-99
Milwaukee Bucks-Boston Celtics 116-91
[the_ad id=”676180″]