La notte italiana di mercoledì 15 maggio ha visto in scena lo svolgersi di una partita dei playoff NBA 2019. Non c’è storia in una gara-1 vinta da Golden State Warriors tra secondo e terzo quarto, nel quale gli uomini di Steve Kerr passano dal +3 al 17 in soli 7 minuti. I padroni di casa tirano con 17 su 33 dal perimetro: nove triple sono di Steph Curry, che terminerà con 36 punti a referto. I Blazers marciano invece con 7 su 28 da tre e sfoggiano come top scorer un Damian Lillard a soli 19 punti. Gli uomini di Stotts dovranno fare decisamente di più se hanno intenzione di far durare questa serie più di quattro partite.
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Golden State Warriors-Portland Trail Blazers 116-94 (Warriors in vantaggio 1-0, HIGHLIGHTS)
Le finali di conference non sono come le semifinali: i Portland Trail Blazers se ne sono accorti subito. Due giorni dopo aver vinto una tesissima gara-7 sul campo dei Denver Nuggets, Damian Lillard e C.J. McCollum hanno provato sulla propria pelle quale differenza ci sia nell’affrontare i campioni in carica, specialmente con uno Steph Curry in queste condizioni. Il numero 30 degli Warriors ha chiuso con 36 punti e 9 su 15 dalla lunga distanza, costruendo un’altra prestazione scintillante sul secondo tempo di gara-6 contro Houston e vincendo la sfida familiare con il fratello Seth, fermo a 3 punti con 1 su 7 al tiro uscendo dalla panchina. A dar man forte a Curry ci ha pensato ovviamente Klay Thompson, autore di 26 punti pur senza tirare benissimo (10 su 24 dal campo e 3 su 9 da tre), con il solo Draymond Green ad accompagnarli sopra la doppia cifra (12+10 con 5 assist, 2 recuperi e 3 stoppate). La vera differenza rispetto alla serie precedente per Golden State è la possibilità di schierare tutti i membri del roster: coach Steve Kerr ha utilizzato 11 giocatori già nel primo tempo e ha mandato a referto tutti tranne il solo Jacob Evans, entrato solo a due minuti e mezzo dalla fine. La gara è rimasta sotto la doppia cifra di distanza solo fino all’ultimo quarto, quando gli Warriors hanno piazzato una frazione da 39 punti per chiudere i conti, trovando anche il tempo di far rientrare in campo Damian Jones, fuori dai giochi addirittura dall’1 dicembre.
Per i Blazers la sconfitta serve come lezione per capire dove poter migliorare già da gara-2. In difesa non sono riusciti a contenere Curry, senza adattare il proprio schema difensivo “conservativo” (cioè con il lungo che rimane a protezione dell’area sui pick and roll) subendo i tiri dal palleggio del due volte MVP (le 9 triple pareggiano la terza miglior prestazione di sempre ai playoff), ed è probabile che già nelle prossime si veda molta più pressione con i raddoppi su quella situazione di gioco, anche a costo di giocare 4 contro 3 con gli altri. Interrogato a riguardo, però, coach Terry Stotts ha risposto in malo modo dicendo: “Quando ne ha fatti 33 in un tempo contro Houston lo raddoppiavano oppure no?”. Quando ha ricevuto risposta affermativa ha aggiunto solo: “Daremo un’occhiata a tutto”. In attacco, invece, i Blazers hanno mandato cinque giocatori in doppia cifra ma nessuno sopra quota 20, con Damian Lillard che si è fermato a 19 e McCollum a 17, gli stessi di Rodney Hood e Maurice Harkless, mentre Enes Kanter ha chiuso con 10 punti e 16 rimbalzi. In generale però l’attacco di Portland è stato disinnescato dalla difesa di Golden State, capace di tenere gli avversari al 36% dal campo e il 25% da tre punti (7 su 28), oltre a forzare la bellezza di 21 palle perse da cui hanno ricavato 31 punti. Impossibile pensare di vincere alla Oracle Arena con questa inconsistenza, che ci sia Kevin Durant o no: in gara-2 servirà un’altra prestazione per evitare di andare subito sotto 2-0 senza neanche che KD sia rientrato nella serie.
Prossima partita: venerdì sera, alla Oracle Arena di Oakland per Gara 2.
Tutti i risultati di mercoledì 15 maggio:
Golden State Warriors-Portland Trail Blazers 116-94