La notte italiana di giovedì 18 aprile ha visto in scena lo svolgersi di tre partite dei Playoff NBA 2019. Poche sorprese stanotte con le vittorie di Rockets, Bucks e Celtics, trascinate da Harden (tripla-doppia), Antetokounmpo (26 punti e 12 rimbalzi) e Irving (37 punti). In fattispecie Boston-Indiana è stata la partita più combattuta, che ha seguito similmente la stessa trama di Gara 1: i Pacers toccano un buon vantaggio prima di crollare offensivamente ed essere sopraffatti dai bianco-verdi, dimostrazione che l’assenza di Oladipo quando l’asticella si alza non può non farsi sentire.
Houston Rockets-Utah Jazz 118-98 (Rockets in vantaggio 2-0, HIGHLIGHTS)
In un continuo balletto a distanza (che ormai va avanti da oltre cinque mesi), a ogni super prestazione di Giannis Antetokounmpo risponde a stretto giro James Harden. Il Barba gioca un’altra super partita contro Utah, che regge meno di dieci minuti l’urto dei Rockets e in particolare del già citato Harden, sbriciolandosi contro un 39-19 di parziale nel primo quarto che sostanzialmente decide la sfida. A fine primo tempo sono 26 le lunghezze di vantaggio dei texani (70-44), con il Barba già a quota 25 punti, 7 rimbalzi e 7 assist. Una partita completa e di assoluto livello, messa a referto in soli 19 minuti. La seconda metà di match serve dunque soltanto a cesellare il suo capolavoro personale: 32 punti, 13 rimbalzi e 10 assist, terza tripla-doppia in carriera ai playoff e Jazz annichiliti in una serie mai realmente iniziata per i mormoni (che sperano con l’aria di casa di ritrovare fiato ed energie). Dopo il grande vantaggio conquistato nel comodo successo in gara-1, la paura di coach D’Antoni era quella che i suoi ragazzi avessero la pancia piena, che entrassero in campo non con la giusta grinta. Una supposizione smentita dai fatti in pochi minuti: merito del contributo di un Chris Paul da 17 punti in 29 minuti (importante centellinarne l’utilizzo) e i 16 a testa di Eric Gordon e P.J. Tucker, che combinano per sette delle 17 triple totali a segno. Una pioggia di canestri dall’arco che manda in tilt l’ottima difesa Jazz, costretta a prendere di volta in volta delle complicate decisione e sempre costantemente battuta dal palleggio da Harden. Insomma, un rebus al momento senza soluzione per Utah, che già 12 mesi fa uscì dopo sole cinque partite contro i Rockets e sembra sempre più condannata a dover fare la stessa fine anche questa volta.
Prossima partita: domenica notte, alla Vivint Smart Home Arena di Salt Lake City per Gara 3.
Boston Celtics-Indiana Pacers 99-91 (Celtics in vantaggio 2-0, HIGHLIGHTS)
Ha dovuto rimandare di un anno l’appuntamento con i playoff in maglia Celtics, ma sembra esserne valsa la pena. Kyrie Irving è il protagonista della vittoria in rimonta dei bianco-verdi contro Indiana nel secondo episodio della serie. Un condottiero abile ad approfittare della brusca frenata Pacers, arrivata leggermente più tardi rispetto a gara-1. Tre giorni fa gli ospiti segnarono otto punti totali di squadra in tutto il terzo quarto, mentre stavolta si fermano a 12 complessivi nell’ultima frazione di gioco, scavalcati da un parziale di 15-0 che a cavallo dell’ultimo intervallo brucia la doppia lunghezza di vantaggio di Indiana. A decidere la sfida invece è il 10-0 finale arrivato nei 100 secondi prima della sirena, in cui Jayson Tatum torna in modalità playoff 2018 prima della tripla del definitivo sorpasso sul 92-91, poi dell’assist per Gordon Hayward che regala un possesso pieno di vantaggio ai Celtics e infine della schiacciata con fallo che chiude i conti e porta Boston sul 2-0 nella serie. Alla sirena finale sono 37 i punti realizzati da Irving, che si gode la prima vera serata da protagonista ai playoff con Boston: “È stato un viaggio lunghissimo, pieno di ostacoli e problemi. Dall’essere costretto a fermarmi per essere sottoposto a un doppio intervento alle ginocchia, fermo a bordocampo a guardare i miei compagni lo scorso anno durante i playoff, al poter finalmente dare una mano in campo. Non c’è nulla di paragonabile a questa sensazione”. Bisogna aggiungere al referto un 15 su 26 dal campo, un 6 su 10 dall’arco, 7 rimbalzi, 6 assist e un paio di stoppate in una prestazione a tutto tondo che ben racconta quale può essere l’impatto del numero 11 Celtics sulle ambizioni playoff di Boston: quando conta sono poche le squadre che possono disporre di un campione di questo livello.
Ai Pacers resta il rammarico di aver dimostrato di nuovo di essere una squadra in grado di giocarsela alla pari contro i bianco-verdi, almeno fino a quando le energie, le forze e la mira non lasciano Indiana del tutto priva di precisione ed efficacia offensiva. I ragazzi di coach McMillan tirano con il 65% nel primo quarto ma perdono subito la via del canestro, rallentando nella seconda frazione a un modesto 7 su 20 dal campo, con sette errori e nessun bersaglio da lontano. Alla sirena finale sono 23 i punti di Bojan Bogdanovic, 15 di Thaddeus Young, al termine di una sfida che ha messo in evidenza in maniera chiara tutti i limiti di un gruppo che meglio di così sembra non poter performare. “Abbiamo sbagliato dei tiri aperti ben costruiti”, sottolinea Wesley Matthews, autore della sanguinosa palla persa costata la partita a 12 secondi dalla sirena. “Siamo di nuovo riusciti a tenerli sotto i 100 punti segnati, nonostante un super Irving. La nostra difesa ha tenuto botta, anche quando non trovavamo mai il fondo della retina. Semplicemente, sono riusciti in alcune occasione a segnare dei canestri decisivi nel momento più opportuno. A noi sono mancati soltanto quelli”. A guardare il 2-0 nella serie (che nel 93% dei casi coincide con un successo al primo turno dei playoff NBA) quel soltanto assume proporzioni molto più rilevanti.
Prossima partita: sabato notte, alla Bankers Life Fieldhouse di Indianapolis per Gara 3.
Milwaukee Bucks-Detroit Pistons 120-99 (Bucks in vantaggio 2-0, HIGHLIGHTS)
Tra le serie equilibrate di questo primo turno di playoff, al momento non figura (e probabilmente non figurerà) quella tra i Bucks e i Pistons. Anche nel secondo episodio la squadra con il miglior record della NBA ha avuto bisogno a malapena di un quarto per avere ragione degli avversari, accelerando nella terza frazione quando Giannis Antetokounmpo ha realizzato 13 dei suoi 26 punti finali, a cui ha aggiunto 12 rimbalzi e 4 assist con 11 su 18 al tiro in meno di 30 minuti. Il suo exploit ha permesso ai padroni di casa di vincere il quarto 35-17, rimettendo le cose a posto dopo che Detroit con uno slancio di orgoglio aveva vinto la seconda frazione 20-32, andando all’intervallo addirittura con un punto di vantaggio (58-59). Merito soprattutto di Luke Kennard e Reggie Jackson, autori di 14 dei loro 19 e 18 punti nel primo tempo a cui si sono poi aggiunti i 18 con 16 rimbalzi di Andre Drummond, senza però riuscire a sopperire all’assenza di Blake Griffin. La stella dei Pistons, ancora alle prese con un ginocchio in disordine, ha fatto qualche esercizio nello shootaround mattutino con un vistoso tutore alla gamba, ma non ha comunque mancato di prendersi il secondo fallo tecnico consecutivo pur vestito in borghese in panchina. Non che sia servito a molto: ad avere influenza sul primo tempo di Detroit sono stati soprattutto i problemi di falli di Antetokounmpo che lo hanno limitato a 14 minuti giocati, ma non appena è cominciato il secondo tempo il candidato MVP ha realizzato subito sette punti per lanciare il parziale decisivo dei Bucks.
La squadra di coach Budenholzer si trova ora a due vittorie di distanza dalla prima serie di playoff vinta dal 2001, un risultato che vuole raggiungere il prima possibile grazie ai contributi di Eric Bledsoe (miglior marcatore con 27 punti) e Khris Middleton (24 e 8 assist) con l’aggiunta di Pat Connaughton dalla panchina (18 punti e 9 rimbalzi con 8 su 10 al tiro). Senza poter contare su Malcolm Brogdon e Pau Gasol, per i padroni di casa c’è un’altra ottima prestazione dall’arco con il 42.6%, per quanto i tentativi siano stati piuttosto limitati (11 su 26). D’altronde i padroni di casa hanno potuto fare quello che hanno voluto in avvicinamento a canestro, segnando 60 punti nel pitturato contro i 38 dei Pistons e realizzando 28 punti in contropiede contro i 10 degli avversari, fino a toccare il massimo vantaggio sul +21 in un secondo tempo da 62-40. La serie si sposta alla Little Caesars Arena di Detroit, al suo debutto in post-season: nella notte tra sabato e domenica i Pistons avranno bisogno di tutta la spinta possibile per tenere aperta una serie che sembra del tutto chiusa in partenza.
Prossima partita: domenica notte, alla Little Caesars Arena di Detroit per Gara 3.
Tutti i risultati di giovedì 18 aprile
Houston Rockets-Utah Jazz 118-98
Boston Celtics-Indiana Pacers 99-91
Milwaukee Bucks-Detroit Pistons 120-99