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NBA, parla Silver: “Tre opzioni per tornare in campo, ma serve l’ok dei medici”

NBA logo - Foto RMTip21 - CC-BY-SA-2.0

È passata una settimana da quando la NBA ha dovuto sospendere la regular season, per fare il punto della situazione il commissioner della NBA Adam Silver ha rilasciato un’intervista con ESPN: “Quali sono le condizioni di cui abbiamo bisogno per ricominciare? Ci sono tre opzioni sul tavolo: ricominciare a giocare con 19.000 spettatori come abbiamo sempre fatto; ricominciare senza i tifosi, con giocatori e staff in campo secondo le indicazioni dei medici; oppure una terza opzione per dare alla gente a casa una sorta di intrattenimento e una distrazione, una partita in cui un gruppo di giocatori possano giocare per beneficienza o per il bene della gente”.

Tra i pensieri di Silver c’è anche la stima che circa 55.000 persone lavorano per la NBA e tra i suoi obiettivi c’è anche quello di trovare un equilibrio tra le questioni di salute pubblica e quelli economici. “Forse quello che possiamo fare è salire gradualmente: il primo passo non può essere subito una partita con migliaia di spettatori, ma forse può bastare la partita. Il 99% delle persone guarda il nostro gioco attraverso una qualche forma di media, solo una piccola percentuale lo fa nelle arene. Forse attraverso la tecnologia possiamo fornire ai tifosi a casa una sorta di contorno ‘virtuale’ che reagisca e faccia lo stesso rumore di un’arena NBA. Negli Stati Uniti abbiamo le migliori menti al mondo: possiamo trovare una soluzione”.

Tra le cose più interessanti sul tavolo di Silver c’è la possibilità che questa situazioni porti a un cambiamento radicale del calendario soprattutto in vista della prossima stagione, spostando la durata del campionato dall’attuale ottobre-giugno a dicembre-agosto per evitare di sovrapporsi con il football e avere quindi maggiore esposizione. È una possibilità con cui parliamo sempre con i nostri partner televisivi, che siano nazionali o regionali. Il calendario televisivo convenzionale è cambiato tantissimo da quando sono entrato in questo business: ‘Prime Time’ ha un significato molto diverso ora e l’estate è vista in maniera diversa. Da ormai un anno ci lavoriamo moltissimo, anche perché molti dei nostri proprietari hanno un background tecnologico e nel mondo dei media”.

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