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Nba, Metta World Peace: dalla violenza alla pace nel mondo

Metta World Peace, foto Keith Allison CC BY-SA 2.0

Lo sport spesso è stato d’aiuto a molte persone per superare le proprie difficoltà, come una valvola di sfogo dove poter portare tutti propri problemi. Ad un’atleta in particolare è stato utile praticare lo sport, più precisamente la pallacanestro: Metta World Peace.

Ron Artest (il suo nome di battesimo fino al 2011) nasce il 13 novembre del 1979 nel Queens, uno dei più grandi borghi di New York. Il padre era un Marines ed un ex pugile che si separò dalla moglie quando il figlio aveva solamente sei anni. Con molta probabilità, il motivo per cui non si trovava soluzione alla difficoltà di Ron nel relazionarsi con gli altri, è dovuta proprio all’assenza del papà. La madre si affida agli assistenti sociali per placare la violenza del figlio ed è quest’ultimo a consigliargli il basket, in modo da poterlo facilitare a creare un legame con i compagni di squadra.

La sua carriera non ha problemi a prendere il volo: il periodo del liceo è sempre positivo e nel 1999 si dichiara eleggibile al Draft NBA dove viene selezionato dai Bulls come sedicesima scelta. Dopo tre anni passati a Chicago arriva la chiamata dei Pacers, dove Artest passerà alla storia per un fatto non sportivo. Il 19 novembre del 2004 Ron Artest è uno dei protagonisti di quella che verrà definita “la più grande rissa della Nba”. Il tutto si è svolto al “The Palace” di Detroit nella partita che vedeva fronteggiare i Pistons contro i Pacers. Con la propria squadra in netto vantaggio, nel finale Artest commette un fallo gratuito ai danni di Ben Wallace, che reagirà scatenando una delle pagine più vergognose della NBA. In questa mischia rimarranno coinvolti anche dei tifosi e il tutto finirà con un complessivo di 10 milioni di dollari di multa e 146 giornate di squalifica. Ad Artest arrivò la punizione più dura: 73 giornate di squalifica (la più lunga nella storia della massima lega) e 5 milioni di dollari da pagare.

Il rientro con Indiana non fu uno dei migliori, infatti poco dopo Ron passa ai Kings, poi ai Rockets per arrivare infine ai Lakers. Los Angeles nel 2009 aveva sicuramente la squadra migliore con giocatori come Kobe Bryant e Pau Gasol. Qui ci fu la sua rinascita: diventò titolare nel quintetto, arrivarono in finale con i Boston Celtics e vinsero con una sua tripla nel finale in gara 7. Viene ancora oggi ricordata la sua conferenza stampa nel finale, dove il suo maggior ringraziamento andò allo psichiatra che lo sosteneva. Dopo la terza stagione ai Lakers, nel 2011, Ron Artest chiede alle autorità americane di poter cambiare il proprio nome in Metta World Peace. Era una scelta a cui pensava da tanto tempo, perché voleva dare un significato importante alla pace nel mondo, in modo tale da poterlo far capire alle generazioni future. 

Dal 2013 in poi Metta ha cambiato molte squadre: prima il passaggio ai Knicks, dove non ha inciso molto. Poi l’avventura cinese, dove prese molto a cuore la situazione dei panda (volendo addirittura cambiare nuovamente il nome in “The Panda’s Friend”) e poi alla fine quella che ci ha toccato più di tutti, la stagione con la Pallacanestro Cantù, riuscendo a portare la squadra ai Playoff. Oggi Metta è di nuovo un giocatore dei Los Angeles Lakers e sicuramente la squadra non è più quella di una volta. Senz’altro il suo modo estroverso lo ha reso ancora più unico, facendo di lui un giocatore che verrà ricordato per tutte le sue gesta, sia fuori che dentro il campo.

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