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Attenendoci sul percorso fatto dai Los Angeles Lakers in questa regular season fino a Natale (quindi attenendoci sul nulla), gli uomini di Vogel sono i principali indiziati per il primo seed in ottica playoffs: sia sul 24-4 di record, sia in seguito alle tre sconfitte di fila successive (una, quella contro i Nuggets, senza LeBron James). Si ha tuttavia la sensazione di una squadra sì tremendamente efficace, ma non altrettanto spettacolare e bella da vedere: raramente i gialloviola hanno messo sul parquet il “bel gioco”, il quale talvolta può essere accantonato se si hanno a roster due giocatori, James e Davis, che tranquillamente potrebbero essere nella top 5 dei migliori della lega. Dove possono dunque migliorare questi Lakers? Cinque punti per capirlo:
- Controllo palla
A questo punto della stagione non è un problema massivo per i Lakers, ma, in ottica di partite più tirate contro top teams ai playoffs, potrebbe diventarlo: si potrebbero decidere partite, o addirittura intere serie. In questo momento i Lakers sono 15esimi nella lega per palle perse, totalizzandone addirittura 15.2 per partita. I gialloviola sono soliti a gestire approssimativamente possessi e passaggi, donando agli avversari chance extra offensivamente: sono infatti anche 13esimi in punti concessi da palle perse, e ciò una grande squadra non può permetterselo. Ciò non sarebbe un problema se gli assist creati fossero in linea con le migliori squadre dell’NBA: i Lakers tuttavia sono soltanto settimi con 25.9 assist per partita, sotto anche a Denver, Philadelphia e Milwaukee.
- Tiri liberi
Un qualcosa a cui i Lakers sono abbonati sin dall’anno scorso: seconda peggiore squadra della lega con meno del 70% di liberi convertiti. Quest’anno nonostante l’eccellente percentuale dalla lunetta di Anthony Davis (85.5%) non c’è stato un miglioramento considerevole dalla linea della carità . In questo preciso istante i Lakers sono 28esimi con una modestissima percentuale di 72.7%: questo è un problema terrificante, contando soprattutto lo stile di gioco dei gialloviola. I losangelini sono la squadra che segna il maggior numero di punti per partita nel pitturato, fattore direttamente collegato al numero di falli subiti e dunque al numero di liberi tirati: si spera che, soprattutto ai playoffs, i Lakers non sbaglino facili opportunità da fermo.
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- Efficienza da tre
Il focus principale dell’azione offensiva è come già accennato l’attaccare il pitturato, quindi dove starebbe il problema? Vige un problema se l’opzione alternativa è così poco efficiente, dato che i Lakers non sono affatto una squadra mortifera dall’arco. Le percentuali dall’arco non sarebbero neanche così malvagie (35.7%, comunque un dato che relega gli uomini di Vogel al di fuori della top 15), ma lo diventano nel momento in cui i palloni a volare dal perimetro sono davvero pochi: solo 30.4 triple tentate per partita, che classificano i Lakers 24esimi in questa statistica. Nonostante i tentativi non siano elevati se paragonati al resto della lega, costituiscono comunque più di un terzo delle conclusioni dei gialloviola: se l’output offensivo è così alto, l’efficienza deve essere per forza di cose più elevata.
- Difesa in transizione
Ciò potrebbe suscitare sorpresa a molti sostenitori Laker, soprattutto perché i losangelini hanno finora interpretato la fase difensiva in maniera ottimale. Ottimale, ma non esemplare: i Lakers sono quarti nella lega quando si parla di punti concessi in situazione di transizione, o più comunemente di contropiede. Questo evidente punto debole sembrerebbe l’unico nel meccanismo difensivo di Vogel, ma è giusto evidenziarlo. Come già evidenziato, i Lakers perdono fin troppi palloni, talvolta generando contropiedi avversari: ma non tutte le palle perse creano contropiedi. No, talvolta le palle perse generano veri e propri canestri subiti, utili a dare fiducia ad avversari alla ricerca di una rimonta. Una squadra così forte non può permettersi di non uccidere presto le partite. Una partita deve essere vinta almeno due o tre volte all’interno dei 48 minuti, perlomeno contro avversari di onore: il contrario è accaduto solo tra il 4 e il 7 dicembre, quando Nuggets, Jazz e Blazers sono stati letteralmente asfaltati senza alcuna chance di rientrare in partita.
- Rimbalzi offensivi
Con l’ottima presenza all’interno del pitturato è quasi sorprendente che i Lakers soffrano un po’ a rimbalzo offensivo: la franchigia è 17esima in materia di rimbalzi agguantati sotto il canestro avversario. Secondi possessi generati da rimbalzi offensivi sono la differenza all’interno di una gara tirata: una stranezza contando la presenza di Anthony Davis, JaVale McGee e Dwight Howard.
Queste cinque categorie sono le più aree più ovvie dove i Lakers hanno bisogno di un miglioramento. L.A. ha ora un tosto finale di anno solare, con tre squadre da affrontare con un record decisamente positivo: i Clippers nel rematch di Natale, i Blazers in breve ma costante ascesa e i Mavs allo Staples (che nel match dell’1 dicembre hanno letteralmente banchettato sul parquet losangelino). Sfide contro grandi squadre dove bisognerà dimostrare miglioramenti dal punto di vista dei dettagli. Meri dettagli della regular season, ma che ai playoffs, dove tutte le scelte si radicalizzeranno esponenzialmente, diventeranno vere e proprie “liabilities”, come direbbero al di là dell’oceano.
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