Per ricordare George Floyd sulla canotta “ho scelto di scrivere la parola giustizia, in italiano, visto che era concesso. Tra le proposte arrivate mi è sembrato il nome che racchiude meglio il momento. Chiedere giustizia significa chiedere anche uguaglianza. Giustizia sociale e non solo. La vicenda mi ha colpito molto: non mi aspettavo una reazione di queste dimensioni. Finalmente”. Questa la posizione di Danilo Gallinari sulla morte di George Floyd e sull’iniziativa dell’NBA per ricordare quanto accaduto. Il talento italiano è pronto a tornare ufficialmente in campo con gli Oklahoma City Thunder per la parte finale di una stagione a lungo interrotta causa pandemia: stanotte nella “bolla” di Orlando ripartiranno i match.
“E’ come vivere in un grande campus, tutti riuniti, a colazione, pranzo e cena – racconta Gallinari descrivendo l’atmosfera che si vive a Disney World in un’intervista a Tuttosport – La parte più difficile è restare lontani dai propri cari, la famiglia in Italia non la vedo da Natale. Eleonora non può entrare nella bolla, ma non ci manca nulla e qui sono tranquillo”. La parte finale della stagione sara’ senza dubbio particolare: “Nemmeno io ho un’idea precisa, è una situazione inedita e non ho aspettative, ma una gran voglia di giocare. L’atmosfera delle amichevoli e’ quella da allenamento, ma ora le partite diventano competitive e bisognerà abituarsi a livello mentale, concentrarsi. Inoltre siamo tutti un po’ arrugginiti”.
Gallinari giocherà pur senza avere la certezza di un contratto per la prossima stagione, una scelta che ha sorpreso in America: “Ma non capisco perché. Il primo motivo per cui sono qui è l’amore per il gioco, dopo tre mesi senza nulla – ha spiegato l’azzurro – Non mi è mai passato per la mente di fermarmi. E poi abbiamo iniziato un percorso, il risultato alla pausa era oltre le nostre stesse aspettative. C’è da divertirsi e finire il lavoro: quello che stiamo facendo è più importante della trattativa per chi sarà libero da contratto. Del resto viviamo tutti grandi incognite. Non sappiamo ancora come e quando si ricomincerà, se con pubblico o meno, se il tetto salariale sarà ridotto, com’è probabile. Ma la NBA ha fatto di tutto per ripartire qui, sono ottimista”.
Fino all’interruzione i Thunder avevano sorpreso per l’ottimo rendimento: “Giochiamo per il quarto posto: è vero, non ci sarà il fattore campo nei playoffs, ma è sempre meglio finire quarti, no? E poi, vista la qualità del gioco, saremmo delusi se uscissimo al primo turno – ha spiegato Galinari – E’ diverso per chi si gioca tutto come Belinelli e Melli, ma li ho visti sereni e convinti anche nella cena che abbiamo fatto tra noi”. Infine una battuta sul futuro della NBA: “Cosa succederà francamente non saprei. Le franchigie avranno poco tempo per organizzare la prossima stagione, gara-7 della finale potrebbe essere il 13 ottobre, due giorni dopo ci saranno le scelte, poi potranno cominciare le trattative per i free agent: sara’ un periodo breve, tutto di corsa. E poi la ripartenza, prevista a dicembre resta comunque in dubbio per la pandemia: io ovviamente spero che per me nulla cambi“.