
Damian Lillard - Foto Benny Sieu / IPA
Dopo la trombosi alla gamba, un infortunio senza contatto. Per Damian Lillard alla fine è arrivata la diagnosi peggiore: rottura del tendine d’Achille. Una mazzata per Milwaukee e per la stella dei Bucks, che si è sottoposto a risonanza dopo il problema fisico accusato in gara 4 del play-off con Indiana. Una diagnosi che non solo mette fine alla sua stagione ma che getta più di un’ombra anche sulla prossima. Lillard, 35 anni a luglio, ha ancora un anno di contratto più una player option per la stagione 2026-27.
Una nottata da dimenticare per Milwaukee, crollata col punteggio di 103-129 e ad una sconfitta dall’eliminazione (3-1 per i Pacers). A peggiorare la situazione è stato proprio l’infortunio di Lillard, accasciatosi a metà del primo quarto, mentre contendeva agli avversari un rimbalzo offensivo. Dopo aver lasciato il campo senza riuscire a mettere peso sulla gamba sinistra, si è sottoposto a dei primi esami che hanno lasciato presagire il peggio. Lo stesso Doc Rivers nel post gara ha parlato di sintomi “molto poco promettenti”.
Non è stata una stagione facile per Lillard, approdato a Milwaukee nella scorsa stagione. Dopo aver saltato le ultime quattordici partite della regular season per una trombosi alla gamba, il 34enne ha bruciato i tempi di recupero e si è fatto trovare a disposizione per gara-2 contro i Pacers. Ma la fortuna gli ha nuovamente voltato le spalle. Prima dei playoff, ha giocato 58 partite di stagione regolare con una media di 24,9 punti e 7,1 assist. Ci vorrà tempo però per rivederlo all’opera. Difficilmente scenderà in campo nella stagione 2025-26, annata nella quale guadagnerà 54 milioni di dollari. Nel suo contratto prevista anche una player option da 58.4 milioni di dollari per la stagione successiva. Oltre ad un presente compromesso, c’è un futuro che appare in bilico.