Nella bolla di Orlando, i San Antonio Spurs sono tornati a giocare in regulars season affrontando i Sacramento Kings. Prima della palla a due, più precisamente nel momento dell’inno, giocatori e membri degli staff si sono inginocchiati. Non ha fatto lo stesso il coach degli Spurs, Gregg Popovich che viene seguito dall’assistente Becky Hammon. I due hanno regolarmente indossato la maglia “Black Lives Matter” come fatto dallo stesso Jonathan Isaac che aveva ugualmente agito ventiquattro ore prima. Gli sforzi di Popovich nel sociale e nella lotta al razzismo non possono essere in discussione ed la discussione creata intorno all’avvenimento è esagerata, tant’è che il tecnico normalizza la cosa e non risponde alla domanda: “Preferisco che le ragioni della mia scelta restino personali, non mi va di parlarne. tutti facciamo delle scelte e la bellezza della NBA sta anche in questo: nella libertà di poter decidere come comportarsi. Qualunque sia stato il motivo, mi piace l’idea di poter agire senza dover rendere conto a nessuno”.
Il coach è stato difeso anche da DeMar DeRozan nel post gara: “Non ho visto nulla di male nella decisione di Pop e Becky di restare in piedi, conosco il loro punto di vista e so bene quanto sia genuina la loro voglia di combattere questa battaglia comune. Sapete anche voi quante volte Popovich si sia esposto in prima persona. Anche Becky ha sempre lottato per l’uguaglianza, sin dai tempi in cui giocava in WNBA. È una scelta libera e nessuno può permettersi di attaccarli in maniera vile soltanto perché non hanno seguito il resto del gruppo”.