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I Los Angeles Lakers hanno dominato gara-6 contro i Miami Heat, conducendo la partita fino al 106-93 finale grazie soprattutto a un secondo quarto da 36-16. I gialloviola vincono il titolo NBA 2020, il numero 17 nella loro storia: pareggiato il record dei Boston Celtics. Onore per la banda di Spoelstra, che ha giocato all’interno di questa serie ben oltre le proprie possibilità . LeBron James (quarto titolo in carriera) ha terminato la partita in tripla doppia (28 punti, 14 rimbalzi e 10 assist) e, giunta la cerimonia di premiazione, è stato nominato MVP delle Finals per la quarta volta in carriera: il Re è ora l’unico giocatore ad averlo vinto con tre franchigie diverse.
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CRONACA – La novità di serata è la presenza in quintetto di Alex Caruso. Già dal primo quarto si intuisce quale sarà la chiave della partita: la difesa dei Lakers è infatti superlativa fin dall’inizio, e Miami ne risente. Gli uomini di Spoelstra col passare dei minuti perdono sempre più fiducia in attacco, nonostante il rientro di Goran Dragic. Il secondo quarto è un vero e proprio incubo: gli Heat non segnano più (8 su 23 a un certo punto, con 6 palle perse) e i Lakers ne approfittano per dare il via al massacro. Dopo aver toccato il +20 con il gioco da tre punti di Davis, i gialloviola trovano anche due triple consecutive da KCP e toccano il +30, chiudendo apparentemente (e anche praticamente) la partita.
Primo titolo per Anthony Davis, che termina la partita con 19 punti, 15 rimbalzi, 2 stoppate e tantissima difesa. Il protagonista a sorpresa di gara-6 è però un Rajon Rondo, che fa a fette la difesa degli Heat con le sue zingarate: per lui 19 punti, 4 rimbalzi e 4 assist con 8 su 11 al tiro, seguito dai 17 di un solidissimo Kentavious Caldwell-Pope e gli 11 di Danny Green, campione per la terza volta in carriera con tre squadre diverse (come James, Robert Horry e John Salley). Agli Heat non bastano i 25 con 10 rimbalzi di Bam Adebayo, con soli altri tre giocatori in doppia cifra (Butler e Crowder 12, Robinson 10) pagando i tanti errori al tiro, specialmente ai liberi (13 su 22 alla fine) e crollando in un secondo quarto in cui davvero sono mancate tutte le energie. Energie che sono mancate soprattutto a Butler, che senz’ombra di dubbio ha pagato le clamorose prestazioni che hanno permesso ai suoi di rimanere in vita fino alla sesta partita.
Si abbassa così il sipario su una stagione durata più di un anno, coi Lakers che ricordano nella maniera migliore la memoria di Kobe Bryant, nell’anno della sua tragica morte e a 10 anni dal suo ultimo trionfo. Non si sa al momento quando ripartirà la stagione: se a fine anno o addirittura a gennaio. Una cosa è certa: ora è il momento di un meritato riposo per i giocatori che hanno convissuto con la bolla di Orlando, la quale ha caratterizzato la stagione NBA più unica della storia.
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