Questa notte si è giocata gara-5 delle finali NBA 2019 tra Toronto Raptors e Golden State Warriors. Succede di tutto in questa gara-5: i Warriors privi di Kevin Durant, uscito per infortunio e probabilmente anche uscito dalla serie, giunge sul +2 a 5:16 dal termine della partita (93-95). Si accende poi la folgore di Kawhi Leonard, che segna 10 punti jordaniani in un minuto e mezzo, dando a Toronto un vantaggio di sei punti (103-97). Si accendono tuttavia gli Splash Brothers, che fanno segnare un parziale di 9-0 grazie a due triple di Thompson e una di Curry. Golden State non chiude tuttavia la gara e lascia a Toronto l’ultimo tiro sul 105-106: Lowry tuttavia sbaglia la tripla del titolo. Si torna ad Oakland sul 3-2 grazie a 31 punti di Curry e 26 di Thompson. Non bastano ai Raptors invece 26 punti e 12 rimbalzi di Kawhi Leonard.
Toronto Raptors-Golden State Warriors 105-106 (Raptors in vantaggio 3-2, HIGHLIGHTS)
Una partita infinita, una storia di vita prima ancora che di sport. Una battaglia durata letteralmente 48 minuti e conclusa con una vittoria clamorosa in volata degli Warriors, abili a stringere i denti nei momenti di difficoltà, a non abbattersi dopo l’infortunio di Kevin Durant e a rimontare nel finale rispondendo alla sfuriata di Kawhi Leonard grazie ai canestri da lontano di Steph Curry e Klay Thompson. Andrebbero descritti tutti i punti di svolta di un testa a testa in cui i campioni in carica partono forte anche grazie alla spinta e alla presenza di KD in quintetto: con lui sul parquet l’attacco funziona alla grande e i bicampioni in carica si godono canestri dall’arco e automatismi magicamente ritrovati dopo le difficoltà nelle due sfide casalinghe perse alla Oracle Arena. La partita dell’All-Star ex-Thunder però finisce a inizio secondo quarto, quando dopo aver giocato 12 dei primi 14 minuti, il suo polpaccio destro torna a fare i capricci e lo fa crollare letteralmente a terra mentre ha il pallone tra le mani. Una scena che scuote tutti, compagni e avversari, che tuttavia non risparmiano energie in una sfida in cui a quel punto Golden State sa di doversi affidare agli Splash Brothers. Curry segna 23 punti nel solo primo tempo, tira il fiato per buona parte della ripresa, ma piazza poi la zampata da tre punti a 80 secondi dalla sirena. La sua tripla è l’intermezzo ideale ai due acuti firmati Thompson, che chiude con 26 punti complessivi e 7 su 13 dalla lunga distanza, in una serata ispirata per gli Warriors dall’arco (20 canestri di squadra da lontano con oltre il 47%). Una risposta necessaria per Golden State al tentativo di fuga firmato tutto Kawhi Leonard, che con un 10-0 personale aveva ridato ai padroni di casa il primo vantaggio a cinque minuti dalla sirena dopo oltre tre quarti d’astinenza. Gli Warriors dunque dilapidano le 14 lunghezze di margine accumulate nella terza frazione, si ritrovano sotto di sei, ma approfittano del fatto che i Raptors non riescono a chiudere la sfida e negli ultimi tre minuti si riprendono grazie ad astuzia e talento il vantaggio. Gli arbitri annullano la schiacciata a rimbalzo d’attacco di DeMarcus Cousins, che trova il tempo a 15 secondi dalla sirena di commettere un fallo sul blocco che regala a Toronto il possesso che può valere il titolo. I canadesi costruiscono bene la tripla in angolo per Kyle Lowry, che si spegne però sulla struttura laterale del tabellone illuminato dalla sirena di fine partita anche grazie alla stoppata di un monumentale Draymond Green (10 punti, 8 rimbalzi e 8 assist), regalando agli Warriors un successo che porta la serie sul 3-2 e annullando così il primo match point in favore dei Raptors.
Un match pieno di colpi di scena, non solo a livello emotivo ma anche tecnico: gli Warriors rispondono meglio dei Raptors subito dopo l’uscita dal campo di Durant, il quale che zittisce per qualche minuto anche la Scotiabank Arena, prima di essere travolti a livello di gioco dai padroni di casa che vanno a riposo lo stesso in svantaggio. Il terzo quarto sembra essere quello della svolta in favore di Golden State, ma a 12 minuti dalla sirena ci sono sempre due possessi di distanza tra le squadre. È a quel punto, nell’ultima decisiva frazione, che l’inerzia sembra propendere tutta dalla parte dei canadesi: più freschi, più lucidi e con più soluzioni a disposizione e con un Leonard che segna 10 dei suoi 26 punti uno dopo l’altro quando conta di più. La partita sembra segnata, ma Golden State trova la forza ancora una volta per rimettersi in carreggiata, nonostante Toronto concluda il match con ben sei giocatori in doppia cifra, sfruttando un determinante Marc Gasol da 17 punti e 8 rimbalzi, a cui si aggiungono i 18 con 6 assist di Lowry e i 12 di un impreciso Pascal Siakam da 6 su 15 al tiro. Ai padroni di casa manca efficacia dall’arco (8 su 32 da lontano), con VanVleet e Gasol unici in grado di convertire le proprie conclusioni con buone percentuali, compensata con ben 54 punti realizzati nel pitturato contro i soli 32 raccolti da Golden State. Alla fine di una battaglia selvaggia però valeva letteralmente ogni singolo dettaglio per determinare il vantaggio di una sola lunghezza che ha restituito agli Warriors l’opportunità di giocare ancora una volta (e stavolta sarà davvero l’ultima) alla Oracle Arena. Nella storia delle Finals NBA il record delle squadre avanti 3-1 nella serie dice 33 successi e una sola sconfitta, che Golden State ricorda molto bene. Sfatare anche l’ultimo mito sarebbe davvero l’unica impresa che manca a un gruppo entrato ancora di più nella leggenda NBA dopo il clamoroso successo in questa gara-5.