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Prima indicati solo come i “finalisti”, ora dopo aver ottenuto almeno 18 voti su un totale di 24 la classe 2020 per la Hall of Fame di Springfield ha ricevuto formalmente il lasciapassare per entrare nell’arca di gloria del basket mondiale. La cerimonia di induzione si terrà in Massachusetts il prossimo 29 agosto. Il nome ovviamente più atteso è quello di Kobe Bryant, al primo anno di eleggibilità possibile, una candidatura resa ancora più significativa dalla assurda tragedia in cui l’ex campione dei Lakers ha perso la vita. Seguono Tim Duncan (5 titoli NBA, 3 volte MVP delle finali, 2 volte MVP NBA, 15 apparizioni all’All-Star Game e la sua maglia già ritirata all’AT&T Center di San Antonio) e Kevin Garnett (MVP NBA in maglia Timberwolves nel 2004, campione NBA nel 2008, 15 volte All-Star e miglior difensore NBA nel 2008.
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Tra gli altri ci sono Tamika Catchings (campionessa WNBA e MVP della serie finale nel 2012), Rudy Tomjanovich (34 stagioni spese all’interno dell’organizzazione degli Houston Rockets e i due titoli di fila tra il 1994 e il 1995), Eddie Sutton (leggenda delle panchine collegiali, votato 4 volte miglior allenatore NCAA alla guida di Chreighton, Arkansas, Kentucky e poi Oklahoma State, dove è rimasto per 16 stagioni) e Kim Mulkey (tre titoli NCAA a capo delle Baylor Bears che guida dal 2000). Seguono poi Barbara Stevens (quattro decenni in panchina a livello NCAA, ha raccolto più di 1.000 vittorie vincendo il titolo di Division II alla guida di Bentley University nel 2014) e Patrick Baumann (a lungo a capo della FIBA, di cui è stato Segretario Generale dal 2002, è venuto a mancare a soli 51 anni in seguito a un attacco cardiaco).
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