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Steph Curry sembrava aver sbaragliato la concorrenza con una clamorosa prestazione da 31 punti in semifinale, ma in finale ha trovato pane per i suoi denti. La punta di diamante di Golden State si è dovuto superare nell’ultimo atto, non sbagliando praticamente mai nel finale e battendo Mike Conley praticamente all’ultimo canestro. Per Curry si tratta del secondo successo in carriera nella gara del tiro da tre punti.
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Il piccolo degli Utah Jazz, in scena prima di Curry, ha messo a segno ben 27 punti mettendo pressione sul due volte MVP. Quest’ultimo, dopo una partenza lenta, ha preso ritmo nel secondo carrello e ha cambiato marcia negli ultimi due, mandando a segno entrambe le “Green Ball” da 3 punti per poi otto degli ultimi dieci tiri per vincere la sfida con l’ultimissima “Money Ball” e salire a quota 28. Onore e merito comunque a Conley, che ha ottimamente sostituito Devin Booker e si è battuto col miglior tiratore dall’arco di tutti i tempi: il playmaker dei Utah Jazz era riuscito a segnare 28 punti nel primo turno (pareggiando proprio il record di Booker dello scorso anno), ma contro il 30 non c’è stato nulla da fare. Parlando di record, a riscrivere la storia è ancora Curry: nel round iniziale ha infatti chiuso con un clamoroso 31, con la retina della State Farm Arena che è stata appena accarezzata. Nell’intervista finale, per non farsi mancare nulla, Curry ha dedicato il successoal suo “Splash Brother” Klay Thompson, out per il resto della stagione a causa della rottura del tendine d’Achille.
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