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In un’intervista il commissioner dell’NBA Adam Silver ha espresso il suo rammarico inerente il calo degli ascolti per quanto riguarda le partite giocate geograficamente a Ovest. Ricordiamo che gli Stati Uniti sono attraversati da tre fusi orari, i quali talvolta creano più di un problema agli spettatori oltreoceano, ma anche agli stessi americani.
Tutte le partite a Ovest iniziano verso le 3:30 o le 4:00 del mattino: orari improponibili decisamente per gli europei, ma anche per coloro che, viventi sulla costa orientale della nazione, decidono puntualmente di andare a dormire a un orario ragionevole per svegliarsi presto la mattina seguente. Il vero impatto sulle emittenti e sugli ascolti è dato dall’addio di Lebron alla Eastern Conference, ovvero quella più facilmente visibile e seguibile da questa parte e dall’altra parte dell’oceano (dato che il 50% degli abitanti degli Stati Uniti vive nella “time zone” orientale).
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Ovviamente risolvendo il problema di anticipare le partite a Ovest per renderle più accessibili nell’Est e in Europa creerebbe un altro dilemma, ovvero quello che occorrerebbe all’interno della stessa “west coast”. Afferma Silver: “Spostare gli orari di inizio sarebbe sconveniente per i tifosi che vivono sulla costa ovest. Arrivare all’arena alle 18:00 potrebbe rivelarsi un problema, così come sintonizzarsi da casa. Ma se si guarda il quadro generale anticipare gli orari d’inizio delle partite sulla costa del Pacifico potrebbe giovare alla NBA, ed è qualcosa su cui discuteremo in futuro”. Probabilmente gli orari non verranno totalmente stravolti per poter compiacere l’audience europea e massimizzare gli ascolti, ma ci si attende l’anno prossimo comunque un minimo di anticipo per quanto riguarda l’inizio delle partite delle squadre occidentali.
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