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NBA 2019/2020: Lakers e Clippers vincono al fotofinish, crisi senza fine per gli Spurs

I risultati della notte italiana di sabato 23 novembre che ha visto in scena lo svolgersi di dieci partite della regular season NBA 2019/2020. Si parte dalle due squadre di Los Angeles, entrambe protagoniste di partite tiratissime: i Lakers superano i Thunder a domicilio grazie a 56 punti combinati di Anthony Davis mentre i Clippers rimontano ai Rockets 5 punti di svantaggio nell’ultimo minuto di gioco grazie a Paul George, Lou Williams e Kawhi Leonard. I Sixers prolungano la striscia negativa degli Spurs a otto sconfitte di fila mentre l’infortunio di Kemba Walker è uno dei motivi della sconfitta Celtics sul campo dei Nuggets. Gli Heat di Erik Spoelstra giungono alla quinta vittoria di fila: la vittoria contro i Bulls li proietta ufficialmente ai piani alti della Eastern Conference.

LE CLASSIFICHE DELLE DUE CONFERENCE

LA PRESENTAZIONE DI TUTTE LE SQUADRE NBA

Oklahoma City Thunder-Los Angeles Lakers 127-130 (HIGHLIGHTS)

Vincono ancora i Lakers che  si prendono la sesta vittoria in fila. Miglior realizzatore in casa gialloviola è Anthony Davis, autore di 33 punti a cui l’ex Pelicans aggiunto 11 rimbalzi e 7 assist. Canestri decisivi nel finale in volata, in cui AD è infallibile dalla lunetta: i Lakers salgono così a 13-2 di record, confermandosi la miglior squadra NBA in questo primo mese di regular season. Niente tripla-doppia, ma altra partita da dominatore assoluto per LeBron James: 23 punti, 14 assist e 6 rimbalzi, alla guida di una squadra che tira con oltre il 51% dal campo e il 54% dall’arco. Con un LeBron formato MVP a disposizione, tutto diventa più semplice. Quindici punti a referto per Danilo Gallinari, meno incisivo e più impreciso rispetto alla sfida dello Staples Center di qualche giorno fa. Il numero 8 azzurro resta sul parquet per 32 minuti, raccogliendo 4 rimbalzi e distribuendo 3 assist in un match da 5 su 13 complessivo dal campo. Il suo -13 di plus/minus però è il peggior dato raccolto tra i giocatori dei Thunder, che chiudono con tutto il quintetto in doppia cifra in quella che è la quinta sconfitta nelle ultime sei gare.

Philadelphia 76ers-San Antonio Spurs 115-104 (HIGHLIGHTS)

Ottava sconfitta in fila per i San Antonio Spurs, che cadono anche a Philadelphia sotto i colpi di un quintetto tutto in doppia cifra guidato dai 26 punti di Tobias Harris e dai 21 e 14 rimbalzi di Joel Embiid. Niente tripla a segno, ma tripla-doppia per Ben Simmons autore di 10 punti, 13 assist e 10 rimbalzi, decisivi nel sesto successo in altrettante partite casalinghe disputate in questa stagione dai Sixers. Sconfitta record per Gregg Popovich, mai battuto così tante volte in fila nei suoi 24 anni alla guida degli Spurs. L’ultima striscia da otto sconfitte consecutive incassata da San Antonio risaliva al novembre 1996, quando Popovich era ancora il GM dei texani. Nelle ultime 22 stagioni, i neroargento hanno avuto un record negativo soltanto per 74 giorni complessivi: un dato che, visto l’andazzo, aumenterà non poco in questa regular season. Marco Belinelli chiude con 7 punti in 18 minuti in uscita dalla panchina: 3 su 6 dal campo, una tripla a segno e un paio di assist a referto. Prestazione in parte in risalita, ma ancora lontana dall’incisività che tutta San Antonio si aspetta da lui a gara in corso.

Los Angeles Clippers-Houston Rockets 122-119 (HIGHLIGHTS)

Altra rimonta pazzesca dei Clippers: sotto di cinque lunghezze a un minuto dalla fine, i padroni di casa hanno realizzato un parziale di 10-2 per ribaltare la sfida, grazie a due triple in fila di Paul George e Lou Williams e al canestro del definitivo sorpasso di Kawhi Leonard a 15 secondi dalla fine. In mezzo a questa sequenza i Rockets erano riusciti a riportarsi avanti con due liberi di James Harden, ma hanno poi fallito il tiro della vittoria con l’errore da tre punti di Russell Westbrook e non sono riusciti a costruire l’ultimissimo tiro della gara, sporcato dalle lunghe leve della difesa dei Clippers. La marcatura di James Harden è stato il tema tattico della sfida: i Clippers hanno deciso di mandare raddoppi costanti e molto aggressivi, lasciando che fossero gli altri Rockets a batterli. Ha funzionato soltanto a metà, visto che è servita una rimonta pazzesca per vincere la partita e che Harden ha comunque chiuso con 37 punti, 8 rimbalzi e 12 assist con 9 su 16 al tiro, 5 su 11 da tre e 14 su 18 ai liberi. Insieme a lui i 22 di Russell Westbrook (ma 1 su 7 da tre), i 17+19 di Clint Capela e i 14 di Ben McLemore. I Clippers però hanno dimostrato quanto possa fare la differenza avere tre “closer” del calibro di Leonard, George e Williams nella stessa squadra. L’MVP delle ultime Finals ha chiuso con 24 punti in 28 minuti. George ha tirato male (4 su 15 e 3 su 10 da tre) ma ha fatto tutto il resto con 19 punti, 8 rimbalzi e 7 assist; infine Williams si è scrollato di dosso un primo tempo da 0 punti segnandone 26 nella ripresa, aggiungendo anche 8 assist alla sua super partita.

Denver Nuggets-Boston Celtics 96-92 (HIGHLIGHTS)

Quello di Denver si conferma il campo più difficile della NBA, raccogliendo lo scalpo anche dei Celtics grazie ai 22 punti di Jamal Murray, autore anche dei tiri liberi della staffa a 1.5 secondi dal termine dopo che i Nuggets avevano dilapidato anche 19 punti di vantaggio nel terzo quarto facendosi rimontare dai Celtics, caparbi nel non mollare mai nonostante il terribile infortunio di Kemba Walker. Il miglior realizzatore stagionale dei biancoverdi è infatti crollato a terra dopo uno scontro con il compagno Semi Ojeleye, finendo con la testa sul suo corpo e rimanendo intontito a lungo sul parquet. Walker è stato immobilizzato con un collarino e poi trasportato fuori in barella, portandolo immediatamente a fare esami e successivamente in ospedale. La diagnosi però è positiva: tanta paura ma nessun danno grave, ma sintomi da commozione cerebrale con cui fare i conti nei prossimi giorni. Boston però si è scossa dopo aver perso il suo playmaker, trascinata dai 22 punti con 10 rimbalzi di Jaylen Brown, i 16 di Jayson Tatum, i 15 di Marcus Smart e i 14 del sostituto Brad Wanamaker. Non sono però bastati davanti alla tripla-doppia numero 31 in carriera di Nikola Jokic, che ha chiuso con 18 punti, 16 rimbalzi e 10 assist.

Le altre partite: 

 

Seconda vittoria consecutiva con oltre 40 punti di margine per i Mavericks, trascinati neanche a dirlo da Luka Doncic per un 143-101 finale contro i Cavs. Lo sloveno è una furia con 30 punti e 14 assist all’interno di un match che dopo un quarto d’ora ha già poco da dire, con i texani abili a scappare via grazie al parziale da 37-16 del secondo quarto, bissato poi nella terza frazione mettendo a referto 45 punti in 12 minuti. Per gli ospiti l’unica resistenza sono i 23 punti di Darius Garland.

Sotto di 21 lunghezze a inizio ultimo quarto e con solo 8 giocatori a disposizione i Warriors hanno rimontato fino a portarsi a -2 a 22.8 secondi dalla fine grazie ai 20 punti dell’ex Alec Burks e altri sei compagni in doppia cifra. Non è però bastato per superare i Jazz sul loro campo in un match terminato 113-109. I 30 punti di Donovan Mitchell e i 27 di Mike Conley hanno infatti impedito la rimonta agli Warriors, in una serata in cui i Jazz hanno sfiorato il 44% da tre punti e hanno spadroneggiato a rimbalzo grazie ai 19 catturati da Rudy Gobert.

Non ci è voluto molto per capire la differenza tra Heat e Bulls: gli ospiti hanno cominciato la gara con un parziale di 15-0 che hanno poi mantenuto fino al 108-116 finale concedendo solo una minirimonta nell’ultimo quarto. Gli Heat sono stati guidati dai 27 punti dell’ex Jimmy Butler e dai 21 del ragazzo di casa Kendrick Nunn giungendo alla quinta vittoria consecutiva e a un record di 11-3. Per i padroni di casa il top scorer è Zach LaVine con 15 punti.

I Nets difendono al meglio contro i Kings, tengono Sacramento sotto i 100 punti segnati e conquistano per 116-97 il terzo successo nelle ultime quattro gare. Senza Kyrie Irving, fermato da un problema alla spalla, la squadra di New York si affida ai canestri di Spencer Dinwiddie da 23 punti e 7 assist, a cui si aggiungono i 22 di Joe Harris (conditi con cinque triple e un eloquente +17 di plus/minus). Ai Kings non bastano 18 punti di Harrison Barnes e 16 di Buddy Hield.

Gli Hawks concedono 76 punti nel solo primo tempo ai Pistons e incassano così una sconfitta per 128-103 in una gara mai realmente in equilibrio. Detroit non segnava 76 punti in due quarti dal 1983, interrompendo una striscia da cinque sconfitte in fila: protagonisti Blake Griffin con 24 punti e Andre Drummond con 23 punti e 15 rimbalzi; dall’altra parte a condannare gli Hawks è anche la serata storta al tiro di Trae Young: 9 punti, 3 su 12 dal campo e 1 su 7 dall’arco. Meglio davvero pensare alla prossima.

Infine rimonta da -13 per gli Wizards, che per una volta mettono assieme un quarto difensivo di livello vincendo poi 125-118 contro gli Hornets: merito dei 30 punti con 12 assist di Bradley Beal e i 21+11 di Thomas Bryant, oltre che i 20 con 6 triple a segno di un caldissimo Davis Bertans e i 13 di un decisivo Jordan McRae (8 nel solo quarto finale). Gli Hornets sono stati tenuti a soli 22 nell’ultimo quarto con ben 8 palle perse dalla seconda peggior difesa della NBA. Non basta il massimo in carriera da 31 punti di Miles Bridges e i 19 a testa di Devonte’ Graham, Terry Rozier e Malik Monk per evitare il terzo ko consecutivo.

Tutti i risultati di sabato 23 novembre:

Oklahoma City Thunder-Los Angeles Lakers 127-130
Philadelphia 76ers-San Antonio Spurs 115-104
Los Angeles Clippers-Houston Rockets 122-119
Denver Nuggets-Boston Celtics 96-92
Dallas Mavericks-Cleveland Cavaliers 143-101
Utah Jazz-Golden State Warriors 113-109
Chicago Bulls-Miami Heat 108-116
Brooklyn Nets-Sacramento Kings 116-97
Detroit Pistons-Atlanta Hawks 128-103
Washington Wizards-Charlotte Hornets 125-118

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