Gli ultimi cinque anni sono figli di un progetto che voleva costruire attorno a Kemba Walker una squadra per puntare ai primi quattro posti della Eastern Conference (parole di MJ) , ma le cose sul campo sono andate molto diversamente. Walker, già sul piede di guerra con la società da un paio d’anni, sconfortato nel dover guardare gli altri giocare i playoffs e con poco talento intorno, ha deciso che questo da free agent fosse l’anno della personale svolta lasciando l’amata Charlotte che l’ha lanciato in NBA. Con lui anche i protagonisti della scorsa stagione hanno abbandonato: Jeremy Lamb è finito a Indiana, Frank Kaminsky a Phoenix e Tony Parker, demotivato, si è ritirato nonostante l’opzione per un secondo anno di contratto.
LA PRESENTAZIONE DI TUTTE LE ALTRE SQUADRE
RECORD 2018/2019: 39-43, fallita la qualificazione ai playoffs.
ARRIVI: Terry Rozier (free agency), PJ Washington (Draft).
PARTENZE: Kemba Walker, Frank Kaminsky, Tony Parker, Jeremy Lamb.
PROBABILE QUINTETTO 2019/2020: Rozier, Batum, Bacon, Bridges, Zeller.
PANCHINA 2019/2020: Graham, Monk, Kidd-Gilchrist, Washington, Williams, Hernangomez, Biyombo.
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La generale mancanza di talento intorno a Walker (esclusi Jeremy Lamb e Tony Parker) ha finito per determinare il fallimento delle ultime due stagioni. Sostituire l’identità difensiva predicata fino alla stagione 2017/2018 da Clifford con quella offensiva di Borrego non ha portato ai risultati sperati: 824 triple a bersaglio con il 36.9%, non male in attacco per il concetto moderno “Run & Gun”, anche se da vedere a volte non è sempre stato bellissimo tutto questo correre e sparare senza armonia. Lacune croniche sono state la difesa sul perimetro, con Charlotte ad arrancare al 23esimo posto per triple totali subite. Un’altra lacuna l’ha lasciata Dwight Howard (nell’estate 2018) la cui partenza ha creato una voragine nel mezzo che non è stata colmata dai suoi successori.
Nella seconda parte di stagione il coach ha deciso di dare minuti considerevoli a giovani come Malik Monk, Miles Bridges, Dwayne Bacon e Frank Kaminsky. Questa mossa, in realtà, ha giovato alla squadra, tant’è che gli Hornets sono finiti ad un passo dalla qualificazione, anche grazie a due clamorose vittorie sui Raptors propiziate dal miracle shot di Lamb e dal solito Kemba Walker. L’esoscheletro della squadra la prossima stagione è rimasto quasi intatto: giocatori storici come Marvin Williams, Michael Kidd-Gilchrist, Bismack Biyombo e Nicolas Batum si ripresenteranno ai nastri di partenza nella Buzz City, i primi tre esercitando le generose player option concesse dai GM passati. Batum, definito il collante della squadra, si sta rivelando sempre più un comprimario, ormai sbeffeggiato e inviso alla tifoseria di Charlotte che lo ritiene uno dei maggiori responsabili del fallimento per via del suo rapporto qualità-prezzo.
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Kemba Walker è partito in direzione Boston con una Sign & Trade che ha portato Terry Rozier a Charlotte. La giovane PG approda in North Carolina con un contratto triennale da quasi 57 milioni di dollari a stagione: accordo reputato troppo oneroso per un giocatore che a Boston ha impressionato per sicurezza e esplosività, ma che dà poche garanzie in quanto ad affidabilità ed efficienza. Il contratto di Rozier detterà la timeline d’azione: nel migliore dei casi diventa un giocatore valido, nel peggiore fa tutto parte del tanking, come da programma. Il piano di Charlotte sembra essere quello di un ringiovanimento della squadra alla ricerca del giusto talento che possa risvegliare una franchigia ormai sopita da parecchi anni. La firma di Rozier va in questo senso: lui è il giocatore con maggiore upside e potenziale di successo in questo momento a roster. Prendiamo come esempio i suoi numeri nelle 19 partite dei playoff 2018 in cui è partito nel quintetto titolare: 16.5 ppg, 5.7 apg, 5.3 rpg, 53% TS e solo 1.6 turnover a partita. Il campione di dati è piccolo, ma è un indicatore utile per guardare al best case scenario del futuro 3 di Charlotte.
Al suo fianco, per completare il backcourt degli Hornets, ci sarà probabilmente Dwayne Bacon. Giocatore al terzo anno in NBA che ha impressionato nel finale della scorsa stagione. Il suo compito sarà arduo: al fianco di Rozier dovrà cercare di aiutare nella metà campo offensiva, portando punti e gestendo palloni. Il coaching staff ha più volte dichiarato che la visione di gioco è l’aspetto su cui dovrà lavorare di più, altrimenti rischia di rimanere un giocatore monodimensionale in attacco. Difensivamente sono una coppia ben assortita (entrambi molto fisica ed ottimi rimbalzisti): possono reggere il confronto con molti altri loro pari. Giocatori come lui, Monk e Graham avranno molti più minuti rispetto all’anno scorso e dovranno dimostrare di poter stare a un certo livello in NBA. A ognuno dei tre saranno chieste cose diverse: il prodotto di FSU dovrà migliorare nella qualità e quantità dei passaggi; Monk dovrà diventare uno scorer più efficiente e meno impulsivo; Graham dovrà stabilizzare le percentuali dal campo, pessime e altalenanti la scorsa stagione.
Don't be surprised if Miles Bridges' game takes a huge leap this year. #Hornets #NBA #NBATwitter pic.twitter.com/4SFYrEf973
— Hornets Nation (@HornetsNationCP) October 15, 2019
Nella posizione di ala grande troviamo Miles Bridges. Borrego ha dichiarato all’inizio dell’estate sarà un tassello fondamentale del roster e avrà minuti importanti. La scorsa stagione è stato inizialmente impiegato da ala piccola ma nella seconda metà il suo rendimento è migliorato proprio nel momento in cui ha cambiato posizione in campo. La sua stagione da rookie è stata piuttosto positiva: ha avuto un minutaggio decente e ha dimostrato di essere molto pericoloso off the ball come tagliante e sul P&R come bloccante. I suoi highlights hanno fatto il giro della Lega ma Miles non è solo questo. Nella posizione di PF potrebbe faticare molto contro giocatori fisici e molto più grandi di lui. Il suo fisico, viste le ultime uscite e la preparazione estiva, sembra essere in una forma migliore rispetto alla stagione passata. Nel corso dell’estate ha lavorato sul palleggio e sulla capacità di giocare palla in mano: ci si aspetta più maturità rispetto all’anno scorso. Il centro titolare sarà Cody Zeller: anche per lui potrebbe presentarsi un incremento in termini di responsabilità offensive. Sarà importante valutare le sue condizioni fisiche, il centro di Charlotte sta avendo parecchi guai negli ultimi anni e non gioca 82 partite dalla sua stagione da rookie. Rozier è un modesto giocatore in P&R, ma avere Zeller da bloccante può aiutare.
Con la scelta numero 12, Charlotte seleziona al Draft 2019 P.J. Washington, quattro molto versatile e moderno. Buon raggio di tiro, difensore educato, gran bel fisico. A detta del GM Mitch Kupchak gli Hornets sono andati sul “Best Player Available”. Nel secondo giro troviamo due “sorprese”. Alla 36 Cody Martin, ala di Nevada capace di guidare l’attacco, essendo stato impiegato negli ultimi due anni di college come portatore di palla primario nella metà campo offensiva: ottimo difensore e passatore, giocatore versatile che può ricoprire diversi ruoli. Alla 52 gli Hornets si sbilanciano, puntando sull’upside: Jalen McDaniels, anche lui ala ma con un fisico “alla Durant” e un ottimo tocco.
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Implementare un buon modo di difendere sulla base degli interpreti a disposizione deve essere una priorità. Altri aspetti problematici sono legati all’attività nella metà campo difensiva; un numero troppo basso di palle rubate e stoppate totali è sintomo di una difesa senza energia e poco aggressiva. Per tutti questi motivi Borrego ha più volte dichiarato di voler aggiungere a roster un rim protector ma, ad oggi, non è stato fatto nulla in questo senso. Il principio di “Run & Gun” instillato da Borrego lo scorso anno rimarrà. Ritmo alto (visto poco l’anno scorso), tiri nei primi secondi dell’azione, pesante uso del tiro da tre, drive and kick e, si spera, difesa attiva.
Charlotte dovrà lavorare con precisione anche sulle spaziature: il quintetto iniziale potrebbe mostrare problemi in questo senso, non avendo specialisti da tre punti: Bridges dovrà migliorare il 32% dall’arco della stagione precedente su 2.5 tentativi a partita. Bacon ha tirato con il 44% da tre punti nella passata stagione, ma con soli 2 tiri tentati. Batum, invece, ha dimostrato di essere un tiratore efficiente dall’arco, tuttavia la sua passività non lo rende un pericolo per le difese avversarie. Aggiungendo a tutto ciò i limiti al tiro di Rozier ed il fatto che Zeller non sia una minaccia da tre, è importante che gli altri interpreti trovino continuità da fuori per migliorare le spaziature. Il gioco, a meno di miglioramenti, rischia di essere intasato e questo potrebbe influire negativamente su tutti.
Il Best e Worst case scenario degli Hornets per il 2019/2020 dovrà essere valutato in termini di crescita del talento di squadra. Le vittorie saranno poco importanti: pensare a un ipotetico piazzamento ai playoff è piuttosto difficile al momento e un numero basso di vittorie garantirebbe a Charlotte di ottenere una buona scelta al prossimo Draft. Non bisognerà giocare per perdere ma giocare per far crescere chi, negli scorsi anni, ha avuto pochi minuti e poche possibilità di imparare sul campo. Las Vegas e i bookmakers, nelle proiezioni NBA di inizio stagione, hanno previsto per Charlotte 23/24 vittorie totali.