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La notte italiana di martedì 26 febbraio ha visto in scena lo svolgersi di undici partite della regular season NBA 2018/2019. La “notizia” della notte non fa neanche più tanto rumore: i Lakers non approfittano delle sconfitte di Kings e Spurs, rimanendo incatenati al decimo seed della Western Conference. Oltre a Golden State, Houston e Milwaukee vince Philadelphia, rischiando negli ultimi minuti di buttare alle ortiche una partita già vinta: pesante l’infortunio che si è procurato Boban Marjanovic, anche in luce dello stato di forma non ottimale al momento di Joel Embiid. I Clippers, già pronti a tankare in seguito alla trade di Tobias Harris, mettono la freccia invece per quanto riguarda la corsa playoff, battendo in casa Dallas.
Los Angeles Lakers-Memphis Grizzlies 105-110
I Los Angeles Lakers hanno uno dei calendari più difficili della NBA da qui alla fine della stagione, ma visto il loro rendimento contro le squadre meno vincenti della lega, viene quasi da pensare che sia meglio affrontare quelle più forti. Per la settima volta in stagione i giallo-viola hanno perso con una squadra con un record di otto partite inferiore al 50%, perdendo in maniera disastrosa a Memphis: le contemporanee sconfitte di Sacramento e San Antonio le avrebbero permesso di avvicinarsi alla zona playoff. Per di più, sono anche stati raggiunti in classifica dai Minnesota Timberwolves (29-31), scivolando quindi all’undicesimo posto nella Western Conference. Se non altro, il distacco dall’ottavo posto è rimasto invariato con tre partite di distanza, ma è inevitabile che una sconfitta del genere lasci strascichi pesanti nello spogliatoio dei giallo-viola (quasi come se ce ne fosse ulteriormente bisogno). A coach Luke Walton non è bastata la tripla-doppia numero 79 nella carriera di LeBron James (superato Wilt Chamberlain), autore di 24 punti, 12 rimbalzi e 11 assist ma con solo 8 su 23 al tiro, 5 palle perse e 0 su 4 dalla lunga distanza. Una prestazione e un risultato che gli hanno fatto andare un po’ di traverso anche il decimo posto raggiunto nella classifica all-time degli assist, superando Andre Miller per diventare il primo giocatore nella storia in top-10 sia per punti che per passaggi vincenti. E non si può nemmeno puntare il dito contro i giovani, visto che Brandon Ingram e Kyle Kuzma hanno contribuito rispettivamente con 32 e 22 punti, senza però riuscire a suggellare la rimonta dei giallo-viola. I Lakers sono mancati soprattutto nella voglia e nella concentrazione, tanto che James Worthy, analista per la tv che trasmette le partite dei Lakers (nonché stella dei Lakers dello “showtime”), ha definito la prestazione di Rajon Rondo (2 punti con 1 su 6 al tiro, zero assist, 3 palle perse e 4 rimbalzi in poco meno di 15 minuti chiusi con -10 di plus-minus) semplicemente “dannosa per la squadra”. I losangelini sono stati dominati a rimbalzo dagli avversari (57-46) che pure erano privi di due giocatori come Jaren Jackson Jr e Kyle Anderson. Ciò nonostante i Grizzlies sono rimasti sempre avanti nel punteggio dalla fine del primo quarto in poi (31-34), venendo al massimo raggiunti sulla parità un paio di volte nel secondo e nel terzo quarto. Guidati dai 30 punti di Mike Conley (decisivo nel finale dalla linea del tiro libero) e i 20 con 13 rimbalzi di Jonas Valanciunas, la squadra di coach Bickerstaff ha trovato contributi importanti da Avery Bradley (15 punti) e Joakim Noah (14+12 e uno sfondamento preso su James a 20 secondi dalla fine sul +4). Da segnalare anche i 27 minuti sul parquet di Bruno Caboclo, oggetto misterioso per anni a Toronto che sta riuscendo a ritagliarsi uno spazietto in NBA: la sua tripla a due minuti e mezzo dalla fine, lasciato colpevolmente libero da James che nemmeno lo ha degnato di uno sguardo, ha fissato il vantaggio dei Grizzlies sul +7 (96-103), scarto che gli avversari non sono più riusciti a recuperare pur tornando sul -2 a un minuto dalla fine. Un tiro libero supplementare sbagliato da James e un paio di falli di troppo su Conley hanno poi firmato la sconfitta di Los Angeles, che ora si ritrova con le spalle al muro come non mai.
Memphis mette a termine una serie di quattro sconfitte consecutive. Ancora nessun aggiornamento per quanto riguarda le condizioni di Jaren Jackson Jr, così come per Kyle Anderson (decima partita di fila saltata). Prossima partita: giovedì notte, in casa contro i Chicago Bulls.
Lonzo Ball ha saltato la sua dodicesima gara di fila a causa della solita distorsione alla caviglia sinistra. Ingram ha tirato questa notte con 12 su 18 dal campo, contando a referto tutte e tre le triple tentate. Prossima partita: giovedì notte, in casa contro i New Orleans Pelicans.
Atlanta Hawks-Houston Rockets 111-119
“Sono felice che sia finita”. Commenta così James Harden la fine a quota 32 della sua striscia di partite consecutive con almeno 30 punti segnati, la seconda più lunga nella storia della NBA. Lo spiega così: “Tanto sapevo che non sarei mai arrivato al primo posto”, che resta di Wilt Chamberlain a quota 65. Ciò nonostante ha provato più volte a trovare quei canestri da tre che avrebbero potuto “gonfiare” il suo totale (ha chiuso invece con uno sterile 0/10 dall’arco) ma sull’ultimo possesso della gara, con la gara già vinta, ha preferito mandare a zero il cronometro senza tentare un altro tiro che gli avrebbe potuto far raggiungere quota 30; forse ha agito in questo modo per contraddire coloro che lo accusano di essere uno “stat-padder”, ovvero un giocatore che gioca solo per le statistiche individuali. Dopo aver saltato la gara contro Golden State per un problema al collo, Harden è tornato in campo, ma non ha certo avuto la sua miglior prestazione al tiro: “Alcuni tiri sono entrati, altri sono usciti, l’importante è che abbiamo vinto”. Anche grazie a una gara da 20 punti, 8 assist e 6 rimbalzi di Chris Paul, ai 16 di Eric Gordon e agli 11 di Gerald Green dalla panchina e ai 13 con 10 rimbalzi di Kenneth Faried. Atlanta ha provato fino all’ultimo a dare da filo da torcere a Houston, segnando i primi 9 punti del quarto quarto (per portarsi a -1, sul 94-95) e affidandosi alla serata magica del rookie Trae Young: 36 punti con 8 triple a segno sono entrambi suoi massimi in carriera: “Ma mio padre mi ha insegnato che l’unica cosa che conta è vincere, per cui non posso gioire”, dice nel postpartita, chiudendo anche con 8 assist. Chiude in doppia-doppia per gli Hawks John Collins, a quota 20 punti e 12 rimbalzi, ma non basta a impedire ai Rockets la seconda vittoria in fila.
Durante la sua streak (iniziata dopo i 29 punti contro Portland dell’12 dicembre), Harden ha messo in essere quattro “cinquantelli”, includendo un “career-high” al Madison Square Garden di 61 punti il 24 gennaio Terza partita di fila con almeno 20 punti a referto per Chris Paul, mentre Kenneth Faried ha segnato almeno 10 punti in tutte e 15 le partite in canotta Houston. Prossima partita: giovedì notte, allo Spectrum Center di Charlotte.
Ritorna dall’infortunio Kevin Huerter (distorsione alla caviglia sinistra) dopo aver saltato due partite. Carino il siparietto a fine tra Olajuwon (questa notte a bordo campo) e Vince Carter: i due sono stati compagni di squadra ai Raptors nella stagione 2001/2002, l’ultima per “the Dream”. Prossima partita: giovedì notte, in casa contro i Minnesota T’Wolves.
Golden State Warriors-Charlotte Hornets 121-110
Tre giocatori con almeno 20 punti e la bellezza di 35 assist sono i dati che solitamente assicurano una vittoria ai Golden State Warriors: regola confermata anche a Charlotte, dove però il terzetto di realizzatori non vede Steph Curry accanto a Klay Thompson (26 punti) e Kevin Durant (20 con 8 rimbalzi): il posto è occupato bensì dal miglior DeMarcus Cousins della stagione, capace di chiudere con 24 punti e 11 rimbalzi. “Mai visto così bene”, conferma coach Steve Kerr, che difatti lo lascia in campo 31 minuti: “Avrei voluto abbracciarlo per questo”, scherza l’ex centro di Kings e Pelicans. Di ritorno nello stato dov’è cresciuto (dopo essersi allenato con i suoi compagni degli Warriors sul campo di Davidson, il suo college), Steph Curry tradisce forse un po’ di emozione e chiude con soli 16 punti e un brutto 4 su 14 da tre punti, ma Golden State è in controllo per tutta la gara e non ha problemi a sbarazzarsi di Charlotte, nonostante il massimo in carriera di Cody Zeller a quota 28 con un mostruoso 13 su 14 al tiro e i 23 di Kemba Walker. I campioni in carica tornano a vincere dopo il KO subito contro Houston: nel 2019 non hanno ancora perso due gare in fila.
I Warriors (43-17) riguadagnano un vantaggio di una partita e mezza sui Denver Nuggets (41-18). Non perdono clamorosamente un back-to-back ormai dal 28 dicembre. Prossima partita: giovedì notte, all’American Airlines Arena di Miami.
Gli Hornets hanno tirato con 3 su 14 dall’arco durante il primo tempo. Nel giorno in cui passa per Charlotte il figliol prodigo Steph Curry, Kemba Walker supera nella classifica all-time di franchigia il padre del numero 30: il playmaker scalza Dell Curry per quanto riguarda i canestri segnati con gli Hornets, grazie a 3952 centri. Prossima partita: giovedì notte, in casa contro gli Houston Rockets.
Milwaukee Bucks-Chicago Bulls 117-106
Il ginocchio gli dà un po’ di fastidio e allora contro i Bulls Giannis Antetokounmpo resta a riposo: ci pensano 22 punti a testa di Malcolm Brogdon e Khris Middleton e un secondo quarto da 38-16 (terminato sul 63-54) a dare ai Bucks la vittoria sul campo di Chicago, l’ottava consecutiva in trasferta per la squadra allenata da Mike Budenholzer. Si tratta del diciasettesimo successo nelle ultime 19 gare per Milwaukee, che nel primo quarto va sotto anche di 14 punti (22-36 a 38 secondi dalla fine) ma poi raddrizza la partita già prima dell’intervallo. Chicago, senza Kris Dunn e Otto Porter, ha 26 punti da Lauri Markkanen e altrettanti da Robin Lopez, suo massimo stagionale, ma solo 11 (di cui 10 nel primo quarto) da Zach LaVine, che però ci aggiunge 9 assist e 8 rimbalzi. Gara da 13 punti in 23 minuti uscendo dalla panchina per Nikola Mirotic, ex alla prima gara da avversario dei Bulls in maglia Bucks.
L’ottava vittoria consecutiva in trasferta è la miglior run fuori dalle mura della franchigia dalla stagione 1981/1982, nella quale sono state vinte addirittura nove gare consecutive. Oltre a quella di Antetokounmpo, da segnalare le assenze di George Hill (stiramento all’inguine) e di Sterling Brown (polso destro). Prossima partita: giovedì notte al Golden 1 Center di Sacramento.
Nona partita di fila con almeno 20 punti a referto per Lauri Markkanen. Per quanto riguarda l’infermeria, ci sono più possibilità di vedere in campo Otto Porter Jr durante le prossime partite, rispetto a Kris Dunn. Prossima partita: giovedì notte al FedExForum di Memphis.
Philadelphia 76ers-New Orleans Pelicans 111-110
Philadelphia incassa un’importante vittoria esterna ma trattiene il fiato per Boban Marjanovic, infortunatosi alla gamba destra, trasportato a braccia fuori dal campo e in stampelle al momento di salire sul bus per abbandonare l’arena. Con Joel Embiid alle prese coi suoi guai fisici (ma si attende il rientro), l’infortunio al centro serbo fa passare in secondo piano il successo sul campo dei Pelicans, frutto dei 29 punti di un ottimo Tobias Harris e dei 12 assist (con 14 punti) di un ispirato Ben Simmons. Sopra di 17 nel terzo quarto (69-52 a undici minuti dal suo termine), i Sixers sono ancora a +10 a meno di 3 minuti dalla fine (110-100) ma poi sbagliano tutto (5 tiri e tre liberi su quattro tentati) e concedono a E’Twaun Moore il tiro della disperazione che avrebbe potuto dare la vittoria a New Orleans. Tra i padroni di casa ci sono 22 punti per Jrue Holiday, 19 con 14 rimbalzi per Julius Randle e 18 in soli 21 minuti di Anthony Davis, seduto tutto il quarto quarto in accordo con coach Gentry.
Mike Scott ha segnato 12 punti con 4 su 5 dall’arco: tutti i punti sono arrivati con tentativi dal perimetro, dato che sbaglia tutti e quattro i tentativi da due punti. Butler termina con 11 punti, ma sbaglia 11 dei suoi 16 tiri. Le 20 palle perse da Philadelphia hanno condotto a 23 punti dei Pelicans. Prossima partita: giovedì notte, alla Chesapeake Energy Arena di Oklahoma City.
Elfrid Payton ha messo a referto almeno 10 punti in tutte e tre le gare che hanno seguito il suo infortunio. In formissima Cheick Diallo, che segna tutti e quattro i suoi tiri e totalizza otto punti, giungendo a un totale di 12 su 12 complessivo dal campo nelle ultime due dispute. Prossima partita: giovedì notte, allo Staples Center di Los Angeles (Lakers).
Altre dai campi:
Importante vittoria dei Los Angeles Clippers contro i Dallas Mavericks per 112-121 Nell’att
Brutta sconfitta, la terza consecutiva, per i San Antonio Spurs di Marco Belinelli, sconfitti sul campo dei Brooklyn Nets con il punteggio di 85-101. Pessima prestazione offensiva degli uomini di Gregg Popovich, che trovano il canestro quasi esclusivamente con LaMarcus Aldridge (26 punti) e DeMar DeRozan (23 punti). La formazione di casa invece sfrutta una buona prova corale, guidata dal solito D’Angelo Russell(23 punti), per aggiudicarsi una vittoria importante in chiave playoff.
Vittoria molto significativa dei Detroit Pistonscontro gli Indiana Pacers per 109-113 al termine di una partita condotta sempre dai padroni di casa, con un unico passaggio a vuoto in avvio di ripresa che ha permesso agli ospiti di ristabilire momentaneamente l’equilibrio. In luce per la squadra allenata da Dwane Casey soprattutto Andre Drummond (26 punti e 16 rimbalzi), Blake Griffin (20 punti, 10 rimbalzi e 10 assist) e Luke Kennard (19 punti), mentre Bojan Bogdanovic (25 punti) e Domantas Sabonis (23 punti) non riescono ad incidere sull’esito dell’incontro.
Successo piuttosto agevole in casa dei Cleveland Cavaliers da parte dei Portland Trail Blazers, che si impongono con il punteggio di 123-110 dominando soprattutto nei primi due quarti e gestendo con qualche apprensione il margine nella ripresa. Grande protagonista dell’incontro C.J. McCollum (35 punti), affiancato da un solido Damian Lillard (21 punti). Cedi Osman (27 punti) è invece il migliore tra gli uomini di Larry Drew.
Nelle ultime tre partite in programma successo in rimonta dei Minnesota Timberwolves sui Sacramento Kings per 105-112, grazie ad una prova da autentico trascinatore di Karl-Anthony Towns (34 punti e 21 rimbalzi). La doppia doppia di Marvin Bagley (25 punti e 11 rimbalzi) e De’Aaron Fox (23 punti) non bastano alla formazione di Dave Joerger.
Si interrompe infine il lunghissimo digiuno dei Phoenix Suns che si impongono in un finale tiratissimo in casa dei Miami Heat per 124-121 e ritrovano il successo dopo diciassette sconfitte. Devin Booker (20 punti) e Tyler Johnson (18 punti) sono i migliori per la formazione di Igor Kokoskov, mentre le doppie doppie di Hassan Whiteside (29 punti e 11 rimbalzi) e di Kelly Olynyk (28 punti e 10 rimbalzi) non evitano la terza sconfitta consecutiva agli uomini di Erik Spoelstra.
Tutti i risultati di martedì 26 febbraio
Los Angeles Lakers-Memphis Grizzlies 105-110
Atlanta Hawks-Houston Rockets 111-119
Golden State Warriors-Charlotte Hornets 121-110
Milwaukee Bucks-Chicago Bulls 117-106
Philadelphia 76ers-New Orleans Pelicans 111-110
Dallas Mavericks-Los Angeles Clippers 112-121
San Antonio Spurs-Brooklyn Nets 85-101
Indiana Pacers-Detroit Pistons 109-113
Portland Trail Blazers-Cleveland Cavs 123-110
Sacramento Kings-Minnesota T’Wolves 105-112
Phoenix Suns-Miami Heat 124-121