La notte italiana di mercoledì 27 febbraio ha visto lo svolgersi di tre partite della regular season NBA 2018/2019. Il calendario NBA oramai alterna nottate con molte partite in programma ad altre con pochi match disputati. Questa notte (che è del secondo genere menzionato) aveva nel menù due partite decisamente appetibili: la prima, tra Celtics e Raptors, ha visto gli uomini di coach Nurse dominare in lungo e largo, contro una Boston che non riesce a trovare se stessa in questa regular season; la seconda, tra Thunder e Nuggets, ha visto all’opera il genio di Nikola Jokic, che ha messo in cassaforte una partita che Denver ha rischiato di gettare dopo averla tranquillamente controllata. Pensavano di vincere al MSG con tranquillità i Magic, che invece subiscono una doccia fredda da dei Knicks mai domi, giovani e molto energici.
Boston Celtics-Toronto Raptors 95-118
Prima della gara di Toronto Brad Stevens aveva già messo le mani avanti, ben consapevole che affrontare a domicilio una corazzata come i Raptors non sarebbe stata impresa facile (come dimostrano difatti le dieci sconfitte subite negli ultimi 11 incroci in Canada): “È dura battere una squadra così organizzata, bisogna giocare la partita perfetta”. Ecco, i Celtics non sono riusciti a farla. Anzi, sono crollati in meno di un quarto d’ora contro un avversario che ha saputo approfittare delle debolezze dei biancoverdi, che dopo l’umiliante sconfitta di Chicago non si danno una scossa e aggiungono alla loro settimana complicata anche il crollo contro Toronto. Una gara mai in discussione, spaccata in due dal 13-36 di parziale che nel secondo quarto (terminato 45-66) ha cambiato volto alla sfida, con i Celtics sprofondati anche sul -31 nella ripresa (massimo svantaggio stagionale, 64-95 a 1:34 dal termine del terzo periodo) e incapaci di risalire. Una vittoria talmente scontata per i padroni di casa, a due partite di distanza dai Bucks in vetta a Est, he il pubblico ha iniziato ad abbandonare l’arena già a metà quarto periodo. Non c’era davvero più niente da vedere, con coach Stevens che cercava da alchimista improbabili esperimenti mettendo contemporaneamente sul parquet Robert Williams, Daniel Theis e Guerschon Yabusele. Tutto inutile quando il pallone non vuol saperne di andare dentro: Boston chiude il match con il 38.4% dal campo e sole sei triple a segno totali su 30 tentativi. Davvero troppo poco, con Marcus Morris miglior realizzatore a quota 17 punti, seguito da Jayson Tatum con 11. Kyrie Irving, invece, non entra mai nel vivo della sfida: viene limitato al meglio dalla difesa Raptors e chiude con soli sette punti a referto, tirando 3 su 10 dal campo e restando a lungo attonito a guardare i suoi in panchina con lo sguardo rivolto verso il vuoto. Toronto consolida il suo dominio nella Eastern, convincente su entrambi i lati del campo e guidata da una coppia unica nel suo genere in tutta la NBA: Pascal Siakam chiude con 25 punti, 10 su 16 al tiro, quattro triple, otto rimbalzi, tanta difesa e un eloquente +22 di plus/minus. Lui è l’MVP della sfida, al pari di un Kawhi Leonard da 21 punti in 26 minuti, utilizzato il giusto indispensabile in un match in cui Toronto non ha dovuto mai ingranare le marce alte. L’attacco canadese funziona eccome anche senza strafare, contro la molle difesa bianco-verde che ha alzato bandiera bianca con largo anticipo rispetto alla sirena finale: i Raptors mettono a segno 17 triple di squadra su 36 tentativi (non sarà sempre così, ma è comunque un bell’andare), chiudendo con 33 assist sui 46 canestri totali. Non solo i titolari, ma è anche la spinta a gara in corso a fare la differenza: Marc Gasol e Norman Powell segnano tre triple consecutive a inizio secondo quarto, dando il là al 18-0 di parziale (34-48) che spezza l’equilibrio. Alla sirena finale sono otto giocatori diversi quelli lanciati sul parquet da coach Nurse. Tutti a modo loro con un senso, un compito e un ruolo: un lusso che possono concedersi davvero in pochi.
Terza sconfitta in fila per Boston, quarto posto e fattore campo nella post-season sempre più lontano e una chimica di squadra che stenta a migliorare: le cose vanno sempre peggio in casa Celtics. Non vincono in casa di Toronto ormai dal lontano 5 aprile 2015. Prossima partita: giovedì notte, in casa contro i Portland Trail Blazers.
Arriva la quindicesima vittoria in casa nelle ultime 17 partite disputate: se si estende il dato, Toronto ha un record di 26-6 alla Scotiabank Arena. I dinosauri sono stati quasi perfetti nel mese di febbraio: otto vittorie e solo una sconfitta subita. Il record degli uomini di Nurse nelle partite con gli avversari tenuti sotto i 100 punti è al momento di 11-1. Prossima partita: sabato notte, in casa contro i Portland Trail Blazers.
Oklahoma City Thunder-Denver Nuggets 112-121
“MVP, MVP, MVP”. Nikola Jokic è in lunetta, mancano meno di due minuti alla sirena finale è il peggio è passato. Denver si tiene stretta una vittoria che aveva rischiato di perdere, riacciuffata neanche a dirlo grazie alle prodezze del lungo serbo, omaggiato dal pubblico di casa con un canto che spesso è risuonato anche nelle orecchie di Russell Westbrook e Paul George. Fallisce l’assalto dei Thunder (38-22) al secondo posto dei Nuggets, che si allontanano e salgono a ben quattro partite di distanza da OKC (42-18); col secondo seed blindato, a meno di sorprese, Denver ottiene il fattore campo e la certezza di non incrociare Golden State nei primi due turni playoff. Un bel lusso, così come potersi godere un talento come Jokic sul parquet: autore di 36 punti, 10 rimbalzi e 9 assist, dominante anche contro un rivale di primissimo livello come Steven Adams (che ne mette 13 nel primo tempo e soltanto due nella ripresa). OKC subisce il colpo nel secondo quarto (51-64) e tiene botta nel terzo (78-91): sembra finita, ma i Thunder si rifanno sotto con un 22-6 di parziale con il quale prendono un possesso pieno di vantaggio a cinque minuti dalla sirena (100-97). Merito di un Jerami Grant da 21 punti e 9 su 12 al tiro e di un raro momento di precisione di George, che chiude con 7 su 24 dal campo e 3 su 14 dall’arco. Westbrook invece è più efficace: 22 punti, 14 rimbalzi e 9 assist, è lui a rispondere colpo su colpo al duo Jokic-Murray. Il numero 0 di OKC però perde due palloni pesanti nel finale, permettendo a Denver di prendere prima due e poi tre possessi di vantaggio: troppi per sperare di tornare di nuovo a contatto.
Quinta vittoria consecutiva per i Denver Nuggets, nona consecutiva se si considerano solo quelle tra le mura del Pepsi Center. Tripla-doppia numero 13 in regular season per Nikola Jokic. Trey Lyles ha saltato la sua terza partita consecutiva a casa di uno stiramento al tendine del ginocchio sinistro. Prossima partita: venerdì notte, in casa contro gli Utah Jazz.
In casa Thunder meglio iniziare a voltarsi indietro e preoccuparsi della risalita dei Blazers (37-23), a una sola gara di distanza da OKC. Terza sconfitta in tre incontri per gli uomini di coach Donovan contro i Denver Nuggets in questa regular season. Fiducia per quanto riguarda le condizioni di Andre Roberson: la guardia, out a causa del grave infortunio al tendine rotuleo, sta lavorando duramente per poter rientrare all’interno di questa stagione, come affermato da Donovan. Prossima partita: venerdì notte in casa, contro i Philadelphia 76ers.
Orlando Magic-New York 103-108
Ci hanno preso gusto i Knicks, che vincono ancora e battono anche i Magic in casa, bissando il successo ottenuto con gli Spurs e scacciando definitivamente via le 18 sconfitte casalinghe consecutive. Nella rotazione esasperata e continua di giocatori fatta da coach Fizdale, i numeri vincenti per New York questa volta arrivano dalla panchina, con Emmanuel Mudiay e Mitchell Robinson alla guida di un supporting cast che chiude mettendo a segno 75 dei 108 punti totali dei Knicks. Orlando invece ne raccoglie soltanto sette a gara in corso e recrimina per una sfida che sembrava vinta dopo che i 26 punti a testa di Nikola Vucevic e Aaron Gordon avevano regalato anche sedici lunghezze di vantaggio agli ospiti (40-24 a 9:34 dal termine del secondo quarto). I Magic entrano nel quarto periodo sul +12 (90-78), ma ne escono con le ossa rotte da un 13-30 di parziale: stravagante passaggio a vuoto da parte di una squadra che punta ai playoff, che si dovrà mangiare le mani per questa partita se plausibilmente non ci sarà alcuna post-season. Mudiay è il top-scorer con 19 punti a referto, mentre Robinson chiude con 17 punti, 14 rimbalzi, sei stoppate e tre recuperi: numeri che non si vedevano nel box score di un rookie dai tempi di Ralph Sampson (1984) e David Robinson (1989). Ottimo supporto anche da Allonzo Trier, autore di 18 punti e dei due liberi spezza-partita nel finale: un’altra buona notizia in una serata finalmente positiva in casa Knicks.
DeAndre Jordan, che guida i Knicks nei rimbalzi (12.4 raccolti a partita nelle sue prime cinque partite in canotta “knickerbocker”), ha saltato la sua seconda partita consecutiva a causa di una distorsione alla caviglia. Fuori ormai da tredici partite Frank Ntilikina, a causa del solito problema all’inguine. Noah Vonleh è l’unico giocatore newyorkese ad aver giocato tutte e 61 le partite della stagione, di cui 50 partendo da titolare. Prossima partita: giovedì notte, in casa contro i Cleveland Cavs.
Prima di questa partita i Magic avevano vinto sei delle ultime sette partite disputate. Una vittoria questa notte li avrebbe spediti all’ottavo seed, scalzando per percentuale gli Hornets: invece rimane una partita di distanza tra la squadra di Clifford (28-34) e quella di Borrego (28-32). Orlando non va ai playoff dalla stagione del lockout (2011/2012), nella quale ha terminato con un record di 37-29. Il discorso di Vonleh si può riprodurre analogamente per Terrence Ross: è l’unico giocatore dei Magic ad aver preso parte a tutte e 62 le partite, non partendo tuttavia mai in quintetto in seguito alla palla a due. Prossima partita: venerdì notte, in casa contro i Golden State Warriors.
Tutti i risultati di mercoledì 27 febbraio
Boston Celtics-Toronto Raptors 95-118
Oklahoma City Thunder-Denver Nuggets 112-121
Orlando Magic-New York 103-108