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La notte italiana tra sabato 30 e domenica 31 marzo ha visto in scena lo svolgersi di nove partite della regular season NBA 2018/2019. Ennesima prestazione monstre di James Harden, che con un cinquantello all’interno della sua tripla-doppia regala ai suoi Rockets la vittoria sui Kings e il terzo seed ad Ovest: i record registrati in questa stagione dal “Barba” sono diventati innumerabili. Partita di errori offensivi e di grande difesa tra Portland e Detroit dove i Pistons la spuntano sebbene soli 11 punti nel primo quarto (nella serata dove è stato festeggiato il trentennale del primo titolo dei “Bad Boys”). I Nets vincono al Barclays Center contro i Celtics privi di Irving e Horford: il mattatore è D’Angelo Russell, che segna 20 dei suoi 29 punti nel terzo quarto. Successo su un campo tostissimo per gli Orlando Magic, che grazie ad Aaron Gordon sbancano la Bankers Life Fieldhouse di Indianapolis. Da segnalare le prestazioni infine di Jonas Valanciunas (34 punti e 20 rimbalzi) e Devin Booker (48 punti) all’interno della vittoria di Memphis in casa di Phoenix.
LE CLASSIFICHE DELLE CONFERENCE
Sacramento Kings-Houston Rockets 108-119 (HIGHLIGHTS)
Ci sono giocatori per i quali anche solo una tripla-doppia farebbe notizia, figuriamoci farne una segnando anche cinquanta punti. Nel caso di James Harden, invece, il risultato sorprende ma solo fino a un certo punto. Per la quinta volta nella sua carriera, il “Barba” ha chiuso una partita con una tripla-doppia ai cinquanta: 50 punti, 11 rimbalzi e 10 assist sul suo referto alla fine, risultato mai raggiunto da nessuno nella storia della NBA. Se le gare in cui Harden ha segnato almeno 30 punti non si contano più (il conto è salito a quota 53), sono invece nove i cinquantelli stagionale del numero 13 di Houston, a uno soltanto dai dieci messi a segno da Kobe Bryant nella stagione 2006/2007 e il quarto quest’anno (e il settimo in carriera) fatto registrare restando in campo meno di 40 minuti (37 contro Sacramento). Si tratta anche della tripla doppia numero 42 in carriera e anche se le percentuali dal campo non sono certo superlative (13 su 31 al tiro, 7 su 23 da oltre l’arco ma un quasi perfetto 17 su 18 in lunetta), con le sette triple messe a segno contro i Kings è diventato anche il settimo giocatore soltanto nella storia della lega a mandare a bersaglio 2.000 canestri da tre nell’arco della sua carriera, ancora lontana dal vedere la conclusione. “Mi chiedo sempre se può continuare a giocare così anche la prossima partita”, ha commentato il suo allenatore Mike D’Antoni, “E lui lo sta facendo sera dopo sera negli ultimi tre anni”. E i 50 punti con 11 rimbalzi e 10 assist di Harden sono serviti ai Rockets per avere ragione dei combattivi Kings, che nonostante l’eliminazione ormai matematica dai playoff si sono battuti fino all’ultimo. I californiani non hanno potuto fare nulla però per impedire dieci punti in fila di Harden nel momento chiave della gara, un parziale di 2-10 a tre minuti dalla fine che non ha lasciato loro alcuna possibilità di rispondere. Con 24 punti e 15 rimbalzi di Clint Capela, altri 22 di Chris Paul e 17 di Eric Gordon, i Rockets hanno vinto la quarta partita nelle ultime cinque, rendendo inutili i 24 di Bogdan Bogdanovic, i 21 di Buddy Hield e i 20+12 di Marvin Bagley, ma soprattutto hanno compiuto il sorpasso nei confronti dei Portland Trail Blazers (48-28, sconfitti a Detroit) per prendere il solitario possesso del terzo posto nella Western Conference (49-28), con cinque gare soltanto al termine della loro stagione regolare.
Grazie alla partita di questa notte, Clint Capela ha raccolto almeno 10 rimbalzi per dodici partite consecutive (career-high). Out ancora per coach D’Antoni Kenneth Faried (terza partita consecutiva a causa di un dolore al ginocchio sinistro) e Gerald Green (quinta partita consecutiva a causa di uno stiramento all’inguine). Prossima partita: mercoledì notte, al Golden 1 Center di Sacramento.
Seconda sconfitta consecutiva per i Kings, che in questa regular season hanno perso tutti e tre i confronti contro i Rockets. Harry Giles ha saltato la sua quinta partita consecutiva a causa di una contusione alla coscia. Prossima partita: lunedì notte, all’AT&T Center di San Antonio.
Portland Trail Blazers-Detroit Pistons 90-99
Il marchio di fabbrica dei Detroit Pistons dei “Bad Boys” due volte campioni NBA nel 1989 e nel 1990 (onorati alla Little Ceasars Arena) era la difesa e con la difesa i nuovi Pistons di coach Casey, alla disperata ricerca dei playoff, ottengono un’importante vittoria contro Portland, che li mantiene al sesto posto a Est. “Non segnavamo mai”, ammette l’allenatore di Detroit, “Stasera ci ha salvato la difesa”. E per mai intende mai: i padroni di casa sbagliano i primi tredici tiri della loro partita e non segnano da tre in tutto il primo tempo, chiudendo il primo quarto con il 14.3% al tiro. Gli va bene che Portland non fa tanto meglio, tirando sotto il 26% e andando al primo riposo sopra solo 14-11. Anche complici le assenze (dell’ultimo minuto quella di Blake Griffin, fermato da un risentimento al ginocchio, ormai cronica quella di Jusuf Nurkic per i Blazers) la carestia offensiva continua anche nel secondo quarto e le due squadre vanno all’intervallo sul 34-31 per gli ospiti (1 su 22 il dato combinato da tre delle due squadre). Nel secondo tempo le cose vanno un po’ meglio e a prevalere sono i Pistons guidati dalla coppia Reggie Jackson (28 punti per lui alla fine)-Andre Drummond (22 punti con 19 rimbalzi) a fare la differenza nel terzo quarto, in cui segnano 23 punti combinati per dare lo strappo decisivo alla partita. Non bastano ai Blazers i 23 punti di Damian Lillard e la doppia-doppia da 20 punti più 15 rimbalzi di Enes Kanter.
Undicesima vittoria consecutiva per i Pistons in casa: ciò consente loro di mantenere il sesto seed (39-37) con mezza partita di vantaggio sui Nets settimi (39-38). Prossima partita: martedì notte, al Target Center di Minneapolis.
Portland (48-28) perde la partita e il terzo posto a Ovest, dove viene sorpassata da Houston (49-28). Sconfitta arrivata nonostante Detroit abbia sbagliato 32 tiri nel primo tempo e abbia raccolto soltanto tre rimbalzi offensivi. Prossima partita: martedì notte, alla Bankers Life Fieldhouse di Indianapolis.
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Boston Celtics-Brooklyn Nets 96-110
D’Angelo Russell ci tiene proprio al premio di giocatore più migliorato e non manca occasione per farlo notare. A farne le spese sono stati i Boston Celtics, travolti dall’ennesimo terzo quarto magistrale di “D-Lo”, che ha realizzato 20 dei suoi 29 punti finali solamente in quella frazione. A questi ha aggiunto anche dieci assist per ispirare i 15 punti di Caris LeVert e altri tre compagni in doppia cifra, ritrovando la vittoria dopo una trasferta a Ovest che li ha visti perdere cinque gare su sette. A coach Brad Stevens non sono serviti i 19 punti di Gordon Hayward e i 16 di Marcus Morris e Daniel Theis, crollando del tutto davanti ai colpi di Russell. Il quale, peraltro, non è nuovo a terzi quarti esplosivi contro Boston: solamente in questa stagione ne aveva realizzati già due da 18 e 14 punti: una vera e propria bestia nera, che se non altro i biancoverdi ora non dovranno più incontrare ai playoff, risultati sorprendenti permettendo.
I Nets erano reduci da due sconfitte consecutive e da ben sette partite in trasferta, dove hanno pescato un record magro di 2-5. Si tratta quella di stanotte della quarta vittoria di fila al Barclays Center. D’Angelo Russell supera James Harden e Paul George per numero di partite consecutive con almeno tre triple a referto, arrivando addirittura a 56 partite. Ancora out Rodion Kurucs per la seconda gara di fila a causa di una contusione al ginocchio destro. Prossima partita: martedì notte, in casa contro i Milwaukee Bucks.
Per i bianco-verdi, che erano privi di Kyrie Irving e Al Horford, questa sconfitta significa il ritorno al quinto posto (45-32) nella conference in concomitanza dei Pacers (45-32), pur avendo guadagnato la notte scorsa il tie-breaker nei confronti di Indiana. Jayson Tatum, che è stato fino all’ultimo secondo messo in dubbio per la partita di questa notte a causa di una malattia, ha comunque giocato 30 minuti mettendo a segno nove punti. Prossima partita: martedì notte, in casa contro i Miami Heat.
Indiana Pacers-Orlando Magic 116-121
Il passaggio da squadra da lottery a gruppo in grado di andare ai playoff è tanto complicato quanto intrigante: ma i Magic questa volta ce la stanno mettendo davvero tutta per riuscirci, riusciti a strappare un successo pesantissimo in quel di Indianapolis. Una vittoria arrivata grazie ai 23 punti, 10 rimbalzi e 7 assist di Aaron Gordon, a cui fanno da contorno i 37 passaggi vincenti messi a referto di squadra (massimo in stagione) che ben raccontano l’armonia di un gruppo che vuole tornare dopo anni ai playoff: “Abbiamo un sacco di talento nel roster”, sottolinea il n°00 dei Magic, “Continuiamo a credere in noi stessi. L’unica cosa che serve è la convinzione nei propri mezzi, con la speranza di trascinare con noi tifosi e appassionati. Ma se sei convinto delle tue capacità, nulla ti può fermare“. Dopo la battuta d’arresto con Detroit, ci voleva un successo per riprendere slancio, anche contro una squadra da 53% dal campo complessivo. Indiana infatti cede soprattutto a livello difensivo, concedendo troppo a un avversario più motivato e soprattutto in forma.
Orlando (38-39) non ottiene i playoff dal lontano 2012: quest’anno ci sono serie possibilità di tornarci, dato che la distanza da Miami ottava (38-38) di solo mezza partita. Da segnalare le prestazioni di Nikola Vucevic (19 punti) e D.J. Augustin (11 punti con 10 assist). Prossima partita: martedì notte, alla Scotiabank Arena di Toronto.
I Pacers sembrano avere un po’ il fiato corto in questo rush finale, battuti in sette delle ultime otto e non in grado di approfittare del passo falso dei Celtics per riprendersi il quarto posto (e il fattore campo nella prima serie playoff). Un tira e molla che andrà avanti nei prossimi dieci giorni, per stabilire in maniera definitiva quale sarà la griglia e gli accoppiamenti della Eastern Conference. Questa notte sono arrivati 22 punti da Bojan Bogdanovic e una doppia-doppia da 16 punti e 12 rimbalzi questa notte per Myles Turner. Prossima partita: martedì notte, in casa contro i Detroit Pistons.
Altre dai campi:
Vincono i Miami Heat in casa dei New York Knicks con il punteggio di 100-92, ed in questo caso è Dion Waiters a recitare la parte del leone con i suoi 28 punti, mentre sono vani, per i padroni di casa fermi a quota 14 vittorie, i 24 di Emmanuel Mudiay.
Un po’ più in alto nella classifica di Conference si registra il successo dei Toronto Raptors sui Chicago Bulls per 124-101, grazie a un roboante secondo quarto e ai 23 punti di Fred VanVleet e di Serge Ibaka, nonostante l’assenza di Kawhi Leonard, tenuto precauzionalmente fermo (pratica abbastanza comune per molti in questo finale di stagione regolare).
Vittoria senza Danilo Gallinari per i Los Angeles Clippers sui Cleveland Cavaliers: allo Staples Center è netto il 108-132 in cui si mettono in luce i 23 punti di Montrezl Harrell e i 22 di Shai Gilgeous-Alexander.
Successo anche per i Philadelphia 76ers che passano in casa dei Minnesota Timberwolves per 118-109 grazie a sei uomini in doppia cifra e 25 punti di Tobias Harris.
Rimonta vincente, infine, per i Memphis Grizzlies, che dal -15 di fine primo quarto (23-38) tornano in partita per battere i Phoenix Suns con il punteggio di 120-115. Prestazioni a dir poco luminose di Jonas Valanciunas (autore di 34 punti e 20 rimbalzi) e di Mike Conley (33 punti) a rendere vani i 48 punti con 19 su 28 dal campo di Devin Booker.
Tutti i risultati della notte tra sabato 30 e domenica 31
Sacramento Kings-Houston Rockets 108-119
Portland Trail Blazers-Detroit Pistons 90-99
Boston Celtics-Brooklyn Nets 96-110
Indiana Pacers-Orlando Magic 116-121
Miami Heat-New York Knicks 100-92
Toronto Raptors-Chicago Bulls 124-101
Cleveland Cavaliers-Los Angeles Clippers 108-132
Philadelphia 76ers-Minnesota T’Wolves 118-109
Memphis Grizzlies-Phoenix Suns 120-115
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