La notte italiana di martedì 26 marzo ha visto in scena lo svolgersi di quattro partite della regular season NBA 2018/2019. La notizia principale, purtroppo, va oltre la vittoria dei Blazers in casa in doppio overtime contro Brooklyn: Jusuf Nurkic termina la sua stagione uscendo in barella, crollato a terra dopo che la gamba ha ceduto in seguito di una lotta a rimbalzo; un duro colpo per lui e per le ambizioni playoff di Portland. Vittoria agevole per i Jazz alla Talking Stick Resort Arena di Phoenix, dove ai padroni di casa non bastano 59 punti di Devin Booker per evitare la sconfitta numero 58 in regular season. Sorprese nelle due partite rimanenti: i Sixers (privi di Simmons) cadono in casa contro i Magic, che grazie soprattutto a Vucevic giungono alla quinta vittoria consecutiva; i Grizzlies (privi di Conley) attuano in casa una straordinaria prestazione corale per far fuori i Thunder, sempre più in crisi e relegati al momento all’ottavo seed ad Ovest.
Brooklyn Nets-Portland Trail Blazers 144-148 2OT
Una scena che non vorremmo mai vedere su un campo di pallacanestro e che in maniera drammatica si ripropone con cadenza costante. Un infortunio orribile, arrivato in un momento cruciale della stagione per una pedina fondamentale di una squadra da playoff. Portland vince dopo due overtime contro Brooklyn, ma non sorride di certo al termine di una sfida in cui è stata costretta a salutare per il resto della stagione Jusuf Nurkic (e forse in realtà per molto più a lungo); uscito in barella dal campo a due minuti e mezzo scarsi dalla fine del secondo tempo supplementare. Il lungo bosniaco, impegnato in una lotta per catturare un rimbalzo in attacco con Portland avanti di due lunghezze nel punteggio, atterra male sulla gamba sinistra che si sbriciola letteralmente sotto il suo peso (considerevole, considerando l’altezza e la stazza). Un colpo molto duro, che lascia Nurkic a terra sotto canestro chiaramente dolorante. La reazione istintiva dei giocatori e avversari è quella di allontanarsi, di lasciarlo per qualche istante da solo per evitare di suggestionarsi nel vedere quella scena. L’immediato intervento dei sanitari invece non può far altro che confermare la diagnosi già evidente dopo che le telecamere per qualche istante indugiano su Nurkic, non rendendosi conto della gravità dell’infortunio. A quel punto, una volta coperta la gamba, arrivano tutti: Damian Lillard, Enes Kanter, Seth Curry. Dalla panchina compare anche un CJ McCollum in borghese, tutti impegnati assieme allo staff medico a sollevare il compagno per metterlo sulla barella e portarlo fuori dal parquet. Il modo peggiore per terminare una partita da record da parte del bosniaco, autore di 32 punti (secondo miglior prestazione in carriera e massimo stagionale),16 rimbalzi, 5 assist, 2 recuperi e 4 stoppate. È lui l’anima di un successo fondamentale per i Blazers, che nessuno però adesso vuole festeggiare. Tutto “devastante”, come l’unica parola pronunciata da coach Terry Stotts a fine partita.
Resterebbe una partita da commentare, vinta da Portland negli ultimi minuti senza che il pubblico dell’Oregon riuscisse realmente a ritrovare voce e forza per incitare i beniamini di casa. Nurkic è il miglior realizzatore dei Blazers alla sirena, seguito dai 31 punti e 12 assist di Damian Lillard che mette lo zampino soprattutto nella rimonta al termine dei regolamentari. I suoi canestri riportano a contatto Portland, che con Seth Curry a meno di quattro secondi dalla sirena avrebbe l’opportunità di vincerla. Il fratello di Steph, ottimo tiratore di liberi, sbaglia il primo tentativo a cronometro fermo, impattando così la gara, senza riuscire a far mettere il naso avanti ai Blazers. Dall’altra parte invece a tenere botta (e rispondere colpo su colpo) è D’Angelo Russell, autore di 39 punti con 16 su 34 dal campo e nonostante la modesta serata nel tiro dalla lunga distanza (3 su 14 con i piedi oltre l’arco). Oltre a lui i Nets mandano altri sei giocatori in doppia cifra, con Spencer Dinwiddie che ne segna 22 in uscita dalla panchina, ma commette un paio di ingenuità nella volata finale che col senno di poi pesano sul risultato.
I Blazers (46-27) avvicinano il terzo posto occupato dai Rockets (47-27), ma nelle prossime ore saranno costretti a fare calcoli di ben altra natura. “È molto complicato dover commentare una cosa simile – racconta Kanter a fine partita – vedere un tuo compagno andare a terra in quel modo, ti toglie il fiato e le parole. Adesso non ci resta che pregare e sperare in un pronto recupero di Jusuf, perché quello che è successo è di gran lunga molto più importante di ciò che accade su un campo da basket. Abbiamo conquistato l’aritmetica certezza di andare ai playoff, ma onestamente nessuno ha voglia di festeggiare. Nurkic fa parte della nostra famiglia. Non squadra, famiglia. E ora bisogna pensare soltanto a lui”. Prossima partita: giovedì notte, al Wells Fargo Center di Philadelphia.
Brooklyn (38-37) si ferma così dopo aver raccolto due successi in fila in questo lungo giro di trasferte (quella di questa notte a Portland era la sesta consecutiva), scivolando al settimo posto a Est, alle spalle dei Detroit Pistons (37-36).
Phoenix Suns-Utah Jazz 92-125
Dura meno di un quarto d’ora la sfida tra Jazz e Suns, prima che i padroni di casa prendano il controllo delle operazioni grazie a un 22-36 di parziale che decide il match con mezz’ora d’anticipo, senza che Phoenix abbia né la forza né la voglia di invertire la rotta. Una vittoria decisiva per la squadra di Salt Lake City nella corsa playoff, anche se l’uomo copertina della sfida veste la maglia della franchigia dell’Arizona: Devin Booker gioca un’altra super partita, confermandosi un realizzatore purissimo e dall’enorme impatto; autore di 59 punti in 41 minuti, arrivati tirando 19 su 34 dal campo, 5 su 8 dall’arco e 16 su 17 dalla lunetta. Per il numero 1 di Phoenix è il massimo in stagione, ritoccando a rialzo i 55 punti raccolti a dicembre in tripla-doppia contro Washington (anche in quel caso arrivò una sconfitta, ma soltanto dopo tre overtime che gli diedero il tempo di mettere assieme un bottino così cospicuo). Dall’altra parte invece sono 18 punti a testa per Derrick Favors e Ricky Rubio, a cui si aggiungono i 14 di Joe Ingles, in una sfida dominata sotto canestro da Rudy Gobert. Alla sirena finale sono 27 i punti per il francese, con 9 su 11 al tiro e 10 rimbalzi. Il bersaglio da ricordare è quello che come al solito arriva nei pressi del ferro su un lob alzato da Donovan Mitchell nel secondo quarto: per il numero 27 è la schiacciata del sorpasso rispetto alle 269 raccolte da Dwight Howard nel 2007/2008 (record da quando la NBA ha iniziato a tracciarle nella stagione 1997/1998). Il conto totale di Gobert adesso è salito a 275; un primato da poter aggiornare nelle prossime due settimane.
Gli Utah Jazz hanno outscorato nel pitturato gli avversari per 32-70. Terminando le partite con almeno il 50% dal campo gli uomini di Snyder stanno cavalcando una striscia di 30 vittorie consecutive in casa. Prossima partita: giovedì notte, in casa contro i Los Angeles Lakers.
I Suns hanno perso quattro gare consecutive e sei delle ultime 7 partite. Jimmer Fredette, ritornato in NBA dopo la sua esperienza eclatante in Cina, ha debuttato questa notte segnando 6 punti (generati tuttavia da uno scarso 1 su 10 dal campo). Prossima partita: giovedì notte, in casa contro gli Houston Rockets.
Philadelphia 76ers-Orlando Magic 98-119
Vittoria fondamentale per i Magic in chiave playoff, abili a mettere in fila il quinto successo consecutivo (tutti arrivati in casa, prima volta nella storia della franchigia che la squadra della Florida riesce a fare percorso netto) che porta Orlando (36-38) a mezza gara di distanza dall’ottavo posto degli Heat (36-37) alla vigilia dello scontro diretto di Miami. “Loro hanno giocato come noi non abbiamo saputo fare”, sottolinea coach Brown, “Avevano quella disperazione e quella voglia che a noi sono mancate”. Oltre all’assenza di Ben Simmons infatti, l’altra grande mancanza dei Sixers sono stati i canestri per buona parte della ripresa. Philadelphia a 4 minuti e 32 secondi dalla fine del terzo quarto è a un solo punto di distanza dai Magic (77-78), prima di smettere di trovare il fondo della retina per un quarto intero. Quasi 12 minuti senza segnare, tirando 0 su 15 dal campo e ritrovandosi sotto di 23 lunghezze quando Zhaire Smith trova il fondo della retina e interrompe la lunga astinenza di canestri: una tripla che arriva troppo tardi per invertire la tendenza, con Philadelphia che non va oltre i 20 punti e 10 rimbalzi di Joel Embiid e i 15 punti di Tobias Harris, quasi tutti arrivati nella prima metà di gara. Il miglior realizzatore del match invece è Nikola Vucevic, che gioca una partita da All-Star e chiude con 28 punti, 11 rimbalzi e 4 assist tirando 11 su 21 in soli 29 minuti. Massimo risultato con il minimo sforzo, in attesa della sfida decisiva contro Miami in back-to-back.
Sorprendentemente la panchina dei Magic ha subito una ventata di aria fresca grazie alla prestazione di Micheal Carter-Williams, che in 20 minuti sul parquet ha messo a referto 15 punti, 6 rimbalzi e 3 assist. Prossima partita: mercoledì notte, all’American Airlines Arena di Miami.
Ben Simmons ha saltato, a causa di un virus intestinale, la sua prima partita dal 23 ottobre. J.J. Redick, che ha segnato 79 punti tirando 18 su 29 dall’arco nelle prime tre partite contro i Magic in questa stagione, ha messo questa notte solo una tripla a referto delle sette tentate. Mike Scott è stato costretto ad uscire all’interno del secondo tempo a causa di un a causa di una tensione alla zona lombare. Prossima partita: venerdì notte, in casa contro i Brooklyn Nets.
Oklahoma City Thunder-Memphis Grizzlies 103-115
Quinta vittoria casalinga nel mese di marzo per i Grizzlies, tutte arrivate contro squadre coinvolte nella lotta playoff e convinte di poter conquistare un successo a Memphis poi puntualmente mancato. Anche ai Thunder tocca la stessa sorte, nonostante i 30 punti e 12 rimbalzi messi a referto da Paul George (modesto al tiro con il suo 10 su 29 dal campo) e i 25 realizzati in uscita dalla panchina da Dennis Schröder, con un Russell Westbrook impreciso per lunga parte della sfida (2 su 13 al tiro dopo tre quarti), in una sfida chiusa con 16 punti e 7 assist a referto. Il protagonista della serata tra i padroni di casa è Bruno Cabloco che chiude con 24 punti (massimo in carriera), a cui si aggiungono i 21 raccolti da Tyler Dorsey e i 18 punti con 14 rimbalzi di Jonas Valanciunas.
Da segnalare tra le fila dei Grizzlies anche la prestazione di Delon Wright, che ha terminato con 18 punti e un career-high di 13 assist. Out questa notte Mike Conley (dolore alla coscia sinistra) e Joakim Noah (dolore al ginocchio destro) Memphis mette fine a una serie di nove sconfitte consecutive contro i Thunder. Prossima partita: giovedì notte, in casa contro i Golden State Warriors.
Doppia-doppia numero 23 in stagione per Paul George, che ha fatto anche registrare la sua trentesima partita con almeno 30 punti a referto. Per i Thunder è la quinta sconfitta nelle ultime sei gare, a conferma di un momento delicato che porta OKC (43-31) momentaneamente all’ottavo posto della Western Conference. Quello che tutti vogliono evitare per non ritrovarsi subito contro gli Warriors. Prossima partita: giovedì notte, in casa contro gli Indiana Pacers.
Tutti i risultati di martedì 26 marzo
Brooklyn Nets-Portland Trail Blazers 144-148 2OT
Phoenix Suns-Utah Jazz 92-125
Philadelphia 76ers-Orlando Magic 98-119
Oklahoma City Thunder-Memphis Grizzlies 103-115