La notte italiana mercoledì 13 marzo ha visto in scena lo svolgersi di sette partite della regular season NBA 2018/2019. Un resiliente LeBron James contribuisce alla vittoria dei Los Angeles Lakers allo United Center di Chicago, in un ottima prestazione corale dei Lakers, i quali, tuttavia, dovranno arrendersi al destino che si sono meritati nelle partite precedenti. I San Antonio Spurs non smettono più di vincere e ingranano la quinta vittoria consecutiva sul campo di Dallas, assicurandosi (a meno di cataclismi) per la ventiduesima volta consecutiva i playoff con Popovich. Cadono i Clippers privi di Gallinari allo Staples, dove CJ McCollum caldo come una stufa mette a referto 35 punti. Prevedibili le vittorie di Bucks, Nuggets, Sixers e Pacers contro avversari modesti.
Los Angeles Lakers-Chicago Bulls 123-107
Era dal 18 dicembre che non segnava così tanto, ma questa volta nonostante il risultato recuperato per i capelli, resta sempre molto poco da festeggiare a LeBron James. Quella in dirittura d’arrivo ha tutte le potenzialità per essere la peggior stagione della sua carriera, almeno a livello di risultati di squadra raccolti. “Ovviamente mi sarebbe piaciuto arrivare a giocare la post-season”, racconta il numero 23 giallo-viola, a margine di una gara da 36 punti con 15 su 23 al tiro, 10 rimbalzi e 4 assist, “Anche se rischio di non farne parte, i playoff restano la cosa che amo di più. Ma al momento devo giocare con le carte che mi sono state date e bisogna continuare ad andare avanti fino a quando il mazziere non mescola di nuovo le carte, in modo tale da avere poi un’altra mano a disposizione con cui poter fare qualcosa”. I Lakers al momento devono fare i conti con quello che resta dopo i tanti infortuni: 17 partite ancora da giocare e sei gare e mezza da recuperare per raggiungere l’ottavo posto. Una distanza siderale da riempire anche per uno specialista come James: “Guarderò le partite in TV se non dovessimo farcela a conquistarli. Ormai dopo ogni gara le nostre possibilità di farcela sembrano ridursi sempre più e così tante squadre a Ovest stanno giocando alla grande. Per questo provi a migliorare come chi ti sta attorno, ma questa non sarà certo l’ultima volta che giocherò i playoff”. Tutto in fondo continua a ruotare attorno a lui, ne sia da esempio quanto successo nel finale di gara: con i Lakers sul +10 e LeBron in linea con un minutaggio complessivo nel match da 32 minuti, coach Walton gli ha chiesto di avvicinarsi a bordocampo e tenersi pronto durante il possesso dei Bulls. Se il pallone fosse entrato e lo svantaggio fosse sceso in singola cifra, a quel punto James sarebbe rientrato negli ultimi tre minuti di gara a chiudere i conti. “Era pronto a darci una mano: aveva capito che dipendeva da come si sarebbero conclusi un paio di possessi. Quando poi abbiamo visto che la squadra è riuscita a piazzare lo strappo e allungare, è tornato a sedersi in panchina assieme ai compagni”. Quello che resta in realtà è il fatto che dopo cinque mesi di regular season con questo successo i Lakers salgono a 31-36 in stagione: un record praticamente identico a quello di un anno fa, nonostante l’arrivo di LeBron: “Se fossimo stati senza infortuni, avrei detto che c’era qualcosa di sbagliato in tutto questo, ma le assenze ci hanno condizionato più di ogni altra cosa”, afferma Walton, a caccia di una giustificazione che non sembra esserci.
E di canestri James ne ha dovuti fare tanti anche questa volta, dopo che i Lakers sembravano intenzionati a non interrompere la striscia di sconfitte che li ha fatti precipitare al dodicesimo posto a Ovest. Chicago infatti fa la parte del leone nel primo quarto, volando sul +18 dopo 12 minuti (16-34), guidati da un quintetto tutto in doppia cifra, con i 20 punti di Robin Lopez e i 19 con 9 rimbalzi di Otto Porter. I Lakers però tornano prepotentemente in corsa, soprattutto a inizio ripresa, quando il parziale da 43-24 nel terzo quarto annichilisce i padroni di casa, che non hanno più la forza né l’interesse di inseguire un avversario più forte e motivato. “È bastato che qualcosa facesse click nella nostra testa”, sottolinea Kyle Kuzma, al rientro dopo il problema alla caviglia e autore di 21 punti con 9 su 17 al tiro. Doppia-doppia per Rondo e McGee e 24 punti con 7 su 11 dalla panchina per Caldwell-Pope fanno il resto, in un match che ha visto esordire per la seconda volta in maglia Lakers (terza partita in carriera in giallo-viola) Andre Ingram; il rookie di 33 anni che la scorsa stagione fece sognare lo Staples Center con una partita da incorniciare al suo esordio; non stavolta, arrivando soltanto due minuti scarsi sul parquet e zero punti a referto. Anche lo spazio per le belle storie ormai sembra ridotto ai minimi termini in casa Lakers.
Coach Luke Walton sembra ancora non aver deciso se far riposare o meno LeBron James nel prossimo turno back-to-back, rispettivamente contro Toronto e Detroit. Prossima partita: venerdì notte, alla Scotiabank Arena di Toronto.
Sotto tono è stata la prestazione di Lauri Markannen, il quale ha terminato con 4 su 17 dal campo e soli 11 punti a referto. Seconda partita consecutiva saltata da Zach LaVine, ancora out a causa di uno stiramento al tendine rotuleo. Prossima partita: sabato notte, allo Staples Center di Los Angeles (Clippers).
San Antonio Spurs-Dallas Mavericks 112-105
E proprio quando sembrava che un disastroso Rodeo Trip (6 sconfitte su 7 trasferte lontano dal Texas) potesse mettere in pericolo la striscia di partecipazioni ai playoff (21 in fila) dei San Antonio Spurs, ecco che la squadra di coach Gregg Popovich infila sei vittorie in fila, l’ultima, convincente, sul campo dei Dallas Mavericks. A guidare i nero-argento i leader di tutta una stagione, DeMar DeRozan, autore di 33 punti con 6 assist, e LaMarcus Aldridge, che chiude a 28 con 7 rimbalzi: le due superstar degli Spurs tirano entrambi 11 su 19 dal campo (oltre il 52% la percentuale di squadra) e sono perfetti dalla lunetta, 11 su 11 il primo, 6 su 6 il secondo. Da segnalare tra gli ospiti anche la super prestazione di Derrick White, che in 33 minuti mette a segno 23 punti con un ottimo 10 su 16 dal campo, mentre dalla panchina l’unico giocatore in doppia cifra è Davis Bertans a quota 11 mentre Marco Belinelli ha una brutta serata al tiro (solo 1 su 7, con tutte le conclusioni da tre punti tranne una) e chiude con 4 punti, 3 rimbalzi ma +10 di plus/minus, il secondo miglior dato di squadra. Serata storta tra gli avversari anche per Luka Doncic, in forse prima del via per un problema alla schiena. Il rookie sloveno evidentemente non è al meglio e le sue cifre lo riflettono: tira solo 5 su 18 dal campo e soprattutto 1 su 7 dalla lunetta, senza segnare neppure un punto fino all’ultimo minuto del primo tempo; chiude con 12 punti ma anche 9 palle perse, suo massimo stagionale. Il migliore dei Mavs è Jalen Brunson, che manda a referto una gara da 12 su 16 al tiro per 34 punti, di gran lunga il suo massimo in carriera, mentre coach Carlisle dà a Dirk Nowitzki la sesta partenza in quintetto della sua stagione e il tedesco risponde con 8 punti, tutti nel primo quarto, portandosi a -27 punti dal sesto posto di Wilt Chamberlain tra i migliori marcatori di tutti i tempi e guadagnandosi le belle parole di stima e rispetto di Gregg Popovich: “Uno spettacolare esempio di grande giocatore e di grande essere umano allo stesso tempo. Ama vincere, odia perdere ma ha la classe di sapere come comportarsi in entrambi i casi”. Forse non esiste complimento più bello.
San Antonio questa notte è stata immacolata dalla linea della carità, mandando a referto tutti e 18 i liberi tirati. Coach Popovich ha affermato che Rudy Gay ritornerà sabato notte, dopo aver saltato le ultime due partite a causa dell’influenza. Prossima partita: sabato notte, in casa contro i New York Knicks.
Dallas perde la sua sesta gara consecutiva, l’undicesima nelle ultime 12 gare se estendiamo il dato. Brunson ha segnato in doppia cifra in tutte le ultime cinque partite disputate. Prossima partita: venerdì notte, al Pepsi Center di Denver.
Portland Trail Blazers-Los Angeles Clippers 125-104
Dopo cinque vittorie in fila, dopo le super prestazioni contro Oklahoma City e Boston e in una gara in back-to-back, Doc Rivers decide di dare un turno di riposo a Danilo Gallinari, che salta la sfida contro Portland: il risultato si vede, con i Clippers che reggono per tre quarti contro i Blazers ma poi devono arrendersi di fronte a un CJ McCollum ispiratissimo, che segna 13 punti consecutivi nel break decisivo di 15-3 che dal +1 Portland (95-94) porta il punteggio sul 110-97, decidendo la partita. McCollum chiude la gara con 35 punti, 20 a testa li aggiungono Damian Lillard e un Jusuf Nurkic che cattura anche 12 rimbalzi collezionando così la sua doppia-doppia numero 31 in stagione (impresa sfiorata anche da Enes Kanter dalla panchina, che chiude con 14 punti e 9 rimbalzi in 20 minuti). Senza Gallinari i migliori in casa Clippers restano i soliti noti, Montrezl Harrell con 22 punti e Lou Williams con 18 ma con solo 5 su 16 al tiro entrambi dalla panchina. Ce ne sono 15 in quintetto per Shai Gilgeous-Alexander ma non bastano per i losangelini, che ora hanno altre tre gare in casa contro Bulls, Nets e Pacers prima di due trasferte tutto sommato agevoli contro Cleveland e New York, per tornare subito a vincere e assicurarsi un posto ai playoff.
Rodney Hood non ha giocato a causa di un dolore all’anca destra. Evan Turner ha giocato per la terza volta nelle ultime 10 partite (molte delle quali saltate a causa di un dolore al ginocchio sinistro) mettendo a referto due punti in 10 minuti giocati. Prossima partita: sabato notte, allo Smoothie King Center di New Orleans.
Arriva la sesta doppia-doppia di stagione (la seconda in canotta Clippers) per Ivica Zubac, che ha messo a referto 10 punti con 16 rimbalzi: i 12 rimbalzi nel primo tempo sono il massimo registrato dai 12 rimbalzi presi da DeAndre Jordan il 7 aprile 2018 contro Denver. Prossima partita: sabato notte, in casa contro i Chicago Bulls.
Milwaukee Bucks-New Orleans Pelicans 130-113
Tirare meglio spesso è molto più utile del tirare tanto. Lo dimostrano i Milwaukee Bucks corsari in trasferta a New Orleans, che vincono nonostante i padroni di casa tentino ben 107 conclusioni totali dal campo, di cui 47 dall’arco (contro le 97 degli ospiti). È il nuovo record per tentativi da tre punti nella storia della franchigia della Louisiana, che trova il fondo della retina soltanto in dieci occasioni dalla lunga distanza (le stesse di Milwaukee, alla quale servono però anche 11 tentativi in meno). Non è solo l’aritmetica però a condannare New Orleans, ma soprattutto il super terzo quarto a livello offensivo giocato dai Bucks, che segnano 45 punti in 12 minuti e tengono botta contro la miglior versione di Anthony Davis delle ultime settimane, la cui presenza è come al solito centellinata con il contagocce. Il numero 23 dei Pelicans segna 17 punti nel solo terzo quarto (in una partita da 21 in 21 minuti) ed è la ragione per cui New Orleans non affonda dopo mezz’ora di gara, ma come previsto Davis resta a guardare i compagni dalla panchina per tutta l’ultima frazione, lasciando che Milwaukee controlli la doppia cifra di margine senza troppi problemi. Alla sirena finale sono 24 punti, 9 rimbalzi e 5 assist per Giannis Antetokounmpo, a cui si aggiungono i 23 di Khris Middleton, quelli di tutto un quintetto titolare in doppia cifra e i 14 di Nikola Mirotic, alla prima da ex contro i Pelicans. Un passato turbolento che è meglio lasciarsi alle spalle: adesso con Milwaukee le prospettive sembrano molto più rosee.
Termina 2-0 in favore dei Bucks la season-series di questa regular season: Milwaukee ci è riuscita per la prima volta in 17 stagioni; il record globale nei confronti dei Pelicans sale sul 3-15. Gli uomini di coach Budenholzer aumentano a tre partite il gap tra il loro primo seed (50-17) e il secondo seed dei Raptors (48-20). Prossima partita: sabato notte, all’American Airlines Arena di Miami.
Elfrid Payton ha fatto registrare la sua seconda tripla-doppia consecutiva per i Pelicans, terminando con 14 punti, 15 rimbalzi (career-high) e 11 assist: è primo giocatore dei Pelicans a riuscirci da quando Chris Paul ha fatto lo stesso nel 2008. Ancora out Holiday (stiramento all’addominale) e E’Twaun Moore (contusione al quadricipite). Prossima partita: sabato notte, in casa contro i Portland Trail Blazers.
Altre dai campi
Ad Ovest tutto facile anche per i Denver Nuggets (44-22) che si sbarazzano per 107-133 dei Minnesota Timberwolves (32-36) e proseguono la rincorsa alla testa di serie numero uno nella Conference, portandosi ad una sola vittoria dai Golden State Warriors (45-21). Per la formazione del Colorado prova sontuosa di Jamal Murray che chiude con 30 punti e 10 su 16 al tiro, mentre Nikola Jokic scrive 18+8+7 e Paul Millsap aggiunge 23 punti con 8 su 12 al tiro. Nei Wolves, invece, si salva il solo Karl Anthony Towns con 34 punti, 10 rimbalzi e 3 stoppate con 14 su 25 al tiro. Per Denver settima vittoria nelle ultime 11 giocate, con il record casalingo che sale a 28 vinte e sei perse.
Vittoria importante in chiave playoff anche per i Philadelphia 76ers (43-25) che soffrono più del dovuto contro i Cleveland Cavaliers (17-51) per un 99-106 finale. I 76ers sono ancora in fase di assemblaggio dopo le trade di febbraio, ma mandano tutto il quintetto in doppia cifra, con 26 punti, 10 rimbalzi e 8 assist per uno strepitoso Ben Simmons, quindi 17 punti e 19 rimbalzi per un Joel Embiid dominante, mentre JJ Redick chiude con 17 punti grazie a un ottimo 4 su 7 da tre. Nonostante un primo quarto sul velluto (12-34) Philadelphia non riesce a scrollarsi di dosso i Cavs (che hanno 26 punti da Collin Sexton) e chiudono punto a punto.
Nell’ultimo match di giornata gli Indiana Pacers (43-25) hanno la meglio per 98-103 sui New York Knicks (13-55) grazie a 24 punti di Bogdan Bogdanovic e rimangono aggrappati alle prime posizioni delle Eastern Conference, nonostante abbiano dovuto dire addio già da tempo al loro uomo simbolo, Victor Oladipo.
Tutti i risultati di mercoledì 13 marzo
Los Angeles Lakers-Chicago Bulls 123-107
San Antonio Spurs-Dallas Mavericks 112-105
Portland Trail Blazers-Los Angeles Clippers 125-104
Milwaukee Bucks-New Orleans Pelicans 130-113
Minnesota T’Wolves-Denver Nuggets 107-133
Cleveland Cavs-Philadelphia 76ers 99-106
New York Knicks-Indiana Pacers 98-103