La notte italiana di sabato 30 marzo ha visto in scena lo svolgersi di sei partite della regular season NBA 2018/2019. Finali tesi e spettacolari caratterizzano le partite di questa notte: partendo dal TD Garden, dove un canestro a tempo morto di Kyrie Irving dà la vittoria su Indiana a Boston, che prende una vitale boccata d’ossigeno in ottica playoff; la notizia della notta tuttavia sono i Warriors che cadono al Target Center di Minneapolis in overtime nonostante un mostruoso Stephen Curry da 37 punti e 11 triple, ma il finale di gara è più acceso e contestato che mai. Denver approfitta della sconfitta di Golden State battendo a domicilio Oklahoma, sempre meno coesa e sempre più limitata dal doppio infortunio di Paul George (che ha comunque giocato nonostante gli infortuni alla spalla sinistra e alla spalla destra). Si allontanano i sogni playoff degli Charlotte Hornets dopo la sconfitta contro i Lakers allo Staples Center: LeBron, autore di 27 punti e 9 assist, giunge clamorosamente a 28 vittorie in 28 incontri contro Kemba Walker.
LE CLASSIFICHE DELLE DUE CONFERENCE
Golden State Warriors-Minnesota T’Wolves 130-131 OT
Una partita incredibile, conclusa in un modo che farà sicuramente discutere a lungo. Impossibile dunque non iniziare da lì con il racconto, dopo 48 minuti che hanno avuto bisogno di un overtime per raccontarci quale delle due squadre meritava di vincere. Succede tutto negli ultimi cinque secondi, anche se gli Warriors per rifarsi sotto hanno bisogno delle triple numero nove e dieci della gara di un indemoniato Steph Curry. Dopo quelle Golden State si ritrova così a -3 a cinque secondi dalla sirena: rimessa per Kevin Durant che dalla punta dell’arco segna una tripla pazzesca con fallo. La panchina esulta, ma gli arbitri sono di un altro avviso: il tocco sul braccio di KD è arrivato prima del movimento di tiro. Fallo semplice e si riparte con una rimessa laterale identica alla precedente. Gli Warriors allora cambiano bersaglio: palla a Curry che dall’angolo trova clamorosamente l’undicesima tripla di una serata da 37 punti e 5 assist, lasciando di stucco il pubblico di Minneapolis e mezzo secondo sul cronometro. Il numero 30 di Golden State punta il dito verso gli arbitri, quasi a far presente che questa non si può “annullare” come la tripla precedente. La parità però dura poco, il tempo che i T’Wolves provino a battere la rimessa cercando Karl-Anthony Towns sotto canestro. Il pallone sfila via lontano, ma Durant (23 punti, 12 rimbalzi e 7 assist per lui) allunga un po’ le braccia sull’avversario: fallo Minnesota e due liberi per il lungo della squadra di casa. Il primo va dentro, il secondo viene sbagliato di proposito per far andare il cronometro a zero e salire a 24 il numero di sconfitte stagionali di Golden State. La temperatura nello spogliatoio dei campioni in carica a fine partita invece è già alle stelle, in un corale attacco contro le decisioni arbitrali prese che condannano gli Warriors al scivolare al secondo posto della Western Conference: “Sono stati gli arbitri gli MVP della partita”, affermerà in seguito Steph Curry ai microfoni. Più pacato e autocritico invece Kevin Durant: “Eravamo sopra di 14 nel terzo quarto, non dovevamo porci in questa situazione. Dobbiamo ricordare che è sempre l’NBA e le squadre possono rimontare, soprattutto in casa”.
Quinta partita di fila con almeno 20 punti per Andrew Wiggins, che ha terminato con 24 punti a referto (e ha avuto due chance per vincere la partita nei tempi regolamentari). Karl-Anthony Towns segna solo 15 punti, che sono sopperiti tuttavia da otto giocatori dei T’Wolves che sono andati in doppia cifra (tra cui Okogie con 21 punti e Bayless con 17 punti). Ancora assenti tra le fila di coach Saunders Taj Gibson (stiramento al polpaccio) e Luol Deng (dolore al tendine d’Achille sinistro). Prossima partita: domenica notte, in casa contro i Philadelphia 76ers.
Golden State ha perso tutti gli overtime giocati in questa regular season: con la sconfitta di questa notte il loro record scema addirittura sullo 0-5. Gli uomini di coach Kerr sono stati tenuti a 0 assist e solo 18 punti nel terzo quarto dopo aver segnato 26 canestri su 20 assist nell’intero primo tempo. DeMarcus Cousins è stato costretto a uscire per falli con 7:06 ancora da giocare, dopo aver messo a referto 16 punti e 9 rimbalzi. Prossima partita: lunedì notte, in casa contro gli Charlotte Hornets.
Indiana Pacers-Boston Celtics 112-114
I Celtics stanno approcciando a queste ultime due settimane di regular season come se i playoff fossero già iniziati. Le cose stanno iniziando a funzionare, a partire da un superlativo Kyrie Irving, decisivo nella sfida cruciale contro i Pacers, autore di 30 punti, 5 assist e del canestro che a 0.5 secondi dalla sirena ha regalato a Boston un successo che vale doppio (forse triplo). Dopo un lungo testa a testa, fatto di sorpassi e canestri del pareggio soprattutto nell’ultima frazione, i Celtics hanno avuto a disposizione l’ultimo possesso del match: Irving, saggiamente imbeccato da Horford, riceve il pallone a nove metri da canestro, vicino la linea laterale. L’ottima difesa Pacers fa scattare il raddoppio, con Myles Turner pronto a bloccare visuale e possibilità di passaggio al numero 11 avversario, apparentemente in trappola. Irving fa finta di servire il compagno sul taglio, depistando totalmente il lungo dei Pacers che a quel punto si sgancia e segue l’altro giocatore dei Celtics: un paio di passi fatali, che liberano una comoda linea di penetrazione al ferro che Irving occupa con rapidità, andando di forza al ferro a prendersi il sesto trentello nelle ultime sette gare giocate. Il secondo successo stagionale contro Indiana, che perde così almeno virtualmente il quarto posto a Est (stesso record Boston e Indiana, 45-31) e con esso il fattore campo. Tutto passa in mano Celtics, avanti 2-1 nella serie contro i Pacers a una settimana dall’ultimo incrocio previsto in regular season.
Coach Stevens riduce all’osso la rotazione dei Celtics e a fine partita sono sei i giocatori in doppia cifra, con 19 punti e 7 rimbalzi di Al Horford e un Aron Baynes lanciato in quintetto: esperimento che sembra funzionare, per il momento, con l’australiano che raccoglie la prima doppia-doppia (13+13) di questa travagliata stagione. In uscita dalla panchina, come spesso accade, ottimo impatto di Jaylen Brown, autore di 16 punti con 7 su 10 dal campo. Dall’altra parte il miglior realizzatore è come al solito Bojan Bogdanovic: 27 punti e 8 su 13 al tiro, a cui si aggiungono i 18 punti e 9 assist di Thaddeus Younge e i 15+11 di Myles Turner. “In definitiva è stata una di quelle gare che fanno da preludio ai playoff”, sottolinea Irving, “Il fattore campo è una di quelle ragioni che ti motiva a dare di più, a cercare di dare tutto, ma sappiamo di avere ancora un altro scontro diretto da vincere contro i Pacers”. Appuntamento dunque tra sette giorni, a Indianapolis, per l’ultimo atto del preludio di una serie playoff che potrebbe essere davvero molto divertente.
Dopo quattro sconfitte di fila gli uomini di coach Stevens iniziano a rivedere la luce, infilando questa notte la seconda vittoria consecutiva. Kyrie Irving ha messo a referto almeno 30 punti in sei delle ultime 7 partite giocate. Prossima partita: domenica notte, al Barclays Center di Brooklyn.
Gli uomini di coach McMillan hanno comunque stanotte tirato con un ottimo 12 su 27 dal perimetro. Indiana, dopo settimane sorprendenti a livello di risultati nonostante l’infortunio di Victor Oladipo, sta iniziando a pagare dazio a causa della stanchezza e del calendario complicato, battuta in sei delle ultime sette gare. E le prossime, tranne l’ultima contro Atlanta, non promettono nulla di buono: Orlando, Detroit, Detroit, Boston, Brooklyn. Tutte squadre da playoff, a caccia di un risultato importante in questo rush finale. Un incrocio di destini che renderà avvincente questi ultimi dieci giorni di regular season. Prossima partita: lunedì notte, in casa contro gli Orlando Magic.
Denver Nuggets-Oklahoma City Thunder 115-105
E del passo falso degli Warriors ne approfittano i Nuggets, che vincono una partita pesantissima contro OKC e si riprendono il primo posto a Ovest. Merito del solito duo decisivo per le sorti di Denver: Jamal Murray, che chiude con 27 punti e 9 assist (senza alcuna palla persa), e Nikola Jokic che ne aggiunge 23 con 16 rimbalzi. La squadra del Colorado vince così contro un avversario a caccia di una vittoria a tutti i costi, tanto da recuperare in extremis e lanciare subito sul parquet il claudicante Paul George (problemi alla spalla per lui), che mette comunque a referto 25 punti e 9 rimbalzi, che si sommano ai 27 punti in aria di tripla-doppia di Russell Westbrook (9 rimbalzi e 9 assist).
Denver ha vinto tutte e quattro le partite contro Oklahoma in questa regular season: dato da non sottovalutare, dato che, che la regular season fosse finita questa notte, le due franchigie si sarebbe affrontate al primo turno di playoff. Gli uomini di Malone hanno tirato questa notte con un superbo 56.5% dal campo: in fattispecie il dato sale al 62,5% se si considera solo il secondo tempo. Il dato per quanto riguarda il tiro da fuori è altrettanto confortevole, toccando il 47.1%. I Nuggets, nonostante abbiano tirato solo un tiro libero in tutto il secondo tempo, sono comunque riusciti a segnare 59 punti. Prossima partita: lunedì notte, in casa contro i Washington Wizards.
Per OKC è il sesto KO nelle ultime 8 partite, a conferma del momento di enorme difficoltà. Steven Adams è stato l’unico giocatore tra le fila dei Thunder a terminare con un plus-minus positivo (+2): per lui 16 punti in una serata dove ha tirato con 8 su 12 dal campo. Prossima partita: domenica sera, in casa contro i Dallas Mavericks.
Charlotte Hornets-Los Angeles Lakers 115-129
LeBron James ha chiaramente un conto aperto con gli Hornets, che sotto la proprietà di Michael Jordan hanno sempre faticato a fare risultato contro le varie squadre del numero 23 dei Lakers. Il primo a farne le spese è stato Kemba Walker, che da quando ha messo piede nelle Lega nel 2011 ha raccolto un record curioso (e impressionante) contro James: 28 incroci e altrettante sconfitte. Compresa la gara dello Staples Center, che non contava nulla o quasi per i Lakers, ma che i giallo-viola sono riusciti lo stesso a portare a casa grazie ai 27 punti e 9 assist di LeBron. Walker chiude con 24 e 6 assist: troppo poco per pensare di avere la meglio contro la sua bestia nera. Il playmaker ha terminato con 1 su 7 dal perimetro, ma, a detta dalle parole di Caldwell-Pope, ciò era nel gameplan dei Lakers: “Volevamo semplicemente contenerlo, togliendogli la palla di mano e facendo prendere le decisioni agli altri compagni”; ha decisamente funzionato dato che anche Jeremy Lamb, il comprimario di Walker, ha fatto estremamente fatica questa notte (7 punti con 1 su 11 al tiro). Se ne riparlerà il prossimo anno per Kemba, forse indossando una maglia diversa dopo la free agency.
Terza vittoria consecutiva in casa per i Lakers. Oltre alla prestazione di LeBron sono da segnalare quella di Kentavious Caldwell-Pope (25 punti), Kyle Kuzma (20 punti) e Rajon Rondo (17 dei 34 assist totali dei giallo-viola). In fattispecie quest’ultimo, con il suo season-high in assist e le 5 palle rubate, diventa il primo Laker dopo Magic Johnson nel 1989 a mettere in piedi questi numeri. Prossima partita: lunedì notte, allo Smoothie King Center di New Orleans.
Un ostacolo insormontabile anche questa volta per Charlotte, che subisce così (dopo quattro vittorie consecutive) uno stop che potrebbe rivelarsi fatale per le ambizioni playoff degli Hornets (35-40) che restano a due gare di distanza dall’ottavo posto occupato al momento da Miami (37-38). Questa notte sono stati sei i giocatori in doppia-cifra, tra cui vale la pena segnalare Miles Bridges (17 punti) con Frank Kaminsky e Marvin Williams (entrambi 13 punti). Prossima partita: lunedì notte, alla Oracle Arena di Oakland.
Altre dai campi:
Quarto successo di fila per gli Utah Jazz che continuano ad inseguire Portland e Houston per avere il fattore campo nel primo turno dei playoff. Utah si impone 124-128 contro gli Washington Wizards con un Donovan Mitchell da 35 punti, mentre agli ospiti non bastano i 34 punti di Bradley Beal.
Sesta vittoria consecutiva e prima senza Jusuf Nurkic per i Portland Trail Blazers, che sono sempre al terzo posto nella Western Conference. Portland, che ha dovuto fare a meno ancora di CJ McCollum, si è imposta nettamente contro gli Atlanta Hawks per 118-98 grazie soprattutto ad un Damian Lillard da 36 punti.
Tutti i risultati di sabato 30 marzo
Indiana Pacers-Boston Celtics 112-114
Golden State Warriors-Minnesota T’Wolves 130-131 OT
Denver Nuggets-Oklahoma City Thunder 115-105
Charlotte Hornets-Los Angeles Lakers 115-129
Washington Wizards-Utah Jazz 124-128
Portland Trail Blazers-Atlanta Hawks 118-98