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NBA 2018/2019: Oklahoma vince al 2OT, ottime prestazioni di Gallinari e Belinelli

Russell Westbrook - Oklahoma City Thunder - Official Facebook Page
La notte italiana di sabato 23 febbraio ha visto in scena lo svolgersi di nove partite della regular season NBA 2018/2019. Decisamente la notte di “Batman & Robin”: Paul George e Russell Westbrook (l’ordine di presentazione non è affatto casuale) la spuntano dopo un doppio overtime, divenendo la prima coppia quest’anno a segnare almeno 40 punti a testa; il game-winner è del ragazzo con il numero 13. Tiratissima anche la partita tra Spurs e Raptors, dove un errore fatale dell’ex DeRozan vanifica una signora partita anche dello stesso Marco Belinelli. Prevedibili vittorie in trasferta per Clippers (con un trascinante Gallinari da 23 punti) e Nuggets ai danni di Grizzlies e Mavs. Dopo quelle di George e Westbrook, la prestazione decisamente da rimarcare è quella di Bradley Beal: per il prodotto di University of Florida 46 punti con 16 su 25 dal campo, valsi a poco data la sconfitta dei suoi maghi contro Charlotte.
Utah Jazz-Oklahoma City Thunder 147-148 2OT
Laddove non arriva Russell Westbrook, alla fine ci pensa sempre Paul George. Potrebbe essere questo il leitmotiv della stagione degli Oklahoma City Thunder, che anche nella partita interna contro gli Utah Jazz hanno visto il loro numero 13 decidere la sfida con la giocata decisiva: un tear drop altissimo sopra le braccia protese di Rudy Gobert per operare il sorpasso a 0.8 secondi dalla fine del secondo supplementare. Un canestro dal coefficiente di difficoltà esorbitante, peraltro arrivato dopo aver spezzato un raddoppio sul perimetro, che lo hanno portato a chiudere con 45 punti (17 su 31 dal campo, 5 su 13 da tre), 9 rimbalzi e 7 assist in 50 minuti senza nessuna palla persa, leader di un quintetto tutto in doppia cifra. Alle sue spalle un Russell Westbrook, che ha visto interrompersi la sua striscia da 11 triple doppie, fermato a 43 punti, 15 rimbalzi e 8 assist pur avendo ritrovato per una sera la precisione al tiro (15 su 29 dal campo, 6 su 13 dall’arco). Il numero 0 è dovuto andare in panchina dopo aver commesso il sesto fallo nel corso del primo supplementare, lasciando spazio a Paul George (i due sono i primi compagni a chiudere sopra quota 40 nella stessa partita in questa stagione) e a un quintetto che ha chiuso tutto in doppia cifra: Jerami Grant 18, Steven Adams 16+10 e Terrance Ferguson 12. Gli Utah Jazz hanno dato tutto quello che avevano, affidandosi a un Donovan Mitchell da 38 punti per giocarsela fino alla fine. Il numero 45 li ha ripagati con una prova di grande temperamento pur senza eccellere in efficienza (14 su 35 dal campo, 4 su 11 da tre), seguito da altri tre compagni oltre quota 20 (Gobert 26+14, Favors 24+11 e Crowder 20) a cui si sono aggiunti i 15 di Joe Ingles e i 14 di un Ricky Rubio, che ha avuto tuttavia più palle perse (8) che assist (6).

Con questa vittoria i Thunder hanno segnato almeno 115 punti per 19 partite consecutive, superando i defunti Cincinnati Royals per la seconda streak più lunga nella storia dell’NBA. Sette vittorie di fila alla Chesapeake Energy Arena e season-series terminata sul 4-0 nei confronti dei Jazz. Prossima partita: domenica notte in casa contro i Sacramento Kings.

Sconfitta che mette un po’ nei guai i Jazz, che vengono risucchiati nella corsa agli ultimi posti disponibili per andare ai playoff: ora hanno la stessa distanza dalla vetta dei San Antonio Spurs (33-27) e degli LA Clippers (33-27), rispettivamente settimi e ottavi, mantenendo solo due partite di vantaggio su Sacramento (30-28) e tre sui Los Angeles Lakers (29-29). La corsa ai playoff a Ovest si preannuncia più accesa che mai da qui a fine stagione. Curiosità: è prima volta negli ultimi sette anni che Utah segna 140 punti, ma è anche la prima volta dal 2009 che subisce almeno 140 punti. Prossima partita: lunedì notte in casa contro i Dallas Mavericks.

San Antonio Spurs-Toronto Raptors 117-120

Alla fine l’ha decisa DeMar DeRozan. Non nella maniera in cui però sognava di incidere, visto che la sua palla persa a 16 secondi dalla sirena ha lanciato il contropiede a Kawhi Leonard e regalato alla “sua”Toronto i due punti del definitivo sorpasso. Un destino beffardo quello del numero 10 degli Spurs, che chiude con 23 punti la prima gara da ex in Canada venendo salutato con enorme affetto da coloro che, nonostante la trade della scorsa estate, sono rimasti i suoi tifosi. “Come una partita di playoff”, l’ha definita Kawhi Leonard, autore di 25 punti (19 nel secondo tempo) e sei rimbalzi, a cui si aggiungono i 22 con 7 su 10 dal tiro di Pascal Siakam e i 17 di Kyle Lowry e Danny Green. San Antonio resta tuttavia in corsa fino all’ultimo possesso, con Marco Belinelli che si ferma soltanto sul ferro all’ultimo tentativo della sfida per provare a pareggiarla dalla lunga distanza, regalando così l’overtime agli Spurs. Il numero 18 azzurro è uno dei protagonisti dal match, autore di 21 punti (seconda miglior prestazione della sua stagione) con 7 su 15 dal campo e 5 su 12 dall’arco, conditi con sei rimbalzi e un paio d’assist. 

I Raptors di coach Nick Nurse (espulso per un doppio tecnico nel terzo periodo) sono riusciti a ritornare in corsa nel match, nonostante il pessimo 5 su 30 da due punti raccolto di squadra nel primo tempo (56-55). Un successo che riporta Toronto (44-16) a ridosso di Milwaukee (44-14), con i canadesi che non hanno alcuna intenzione di mollare la presa e l’inseguimento al primo posto a Est. Il successo di questa notte porta il record dei dinosauri sul 17-6 nei confronti di avversari dell’Ovest. Prossima partita: lunedì notte in casa contro gli Orlando Magic.

Nulla da dire: quando c’è da fare sul serio, Belinelli risponde presente; peccato che il suo sforzo non sia bastato a evitare agli Spurs (33-27) la quinta sconfitta nelle ultime sei gare, portando i texani pericolosamente a ridosso dell’ottavo posto a Ovest – occupato al momento in comproprietà con i Clippers (33-27) e con Kings (30-28) e Lakers (29-29) pronti ad approfittarne. Ritornato questa notte Derrick White, dopo cinque gare saltate consecutivamente a causa di un problema al tallone: ha segnato sette minuti in 20 minuti sul parquet. Prossima partita: lunedì notte al Madison Square Garden, contro i New York Knicks.

Los Angeles Clippers-Memphis Grizzlies 112-106

Senza Tobias Harris, Danilo Gallinari sa bene di dover fare un ulteriore passo in avanti in questi ultimi due mesi. Una consapevolezza che nasce dall’essere il riferimento a livello di talento e qualità dell’intero roster. L’ennesima dimostrazione di quanto l’ex giocatore dell’Olimpia Milano possa incidere è arrivata contro Memphis: decisivo quando più contava per i suoi e protagonista del successo che rilancia la corsa playoff dei Clippers. Il numero 8 azzurro segna dieci punti in fila nel quarto periodo, marchiando con le sue giocate un successo che non è più stato in discussione dopo quella serie di bersagli. Alla sirena finale sono 23 punti totali per Gallinari, a cui si aggiungono otto rimbalzi e tre recuperi, in una serata stranamente imprecisa dalla lunga distanza (1 su 7 dall’arco). Non il miglior realizzatore in casa Clippers, superato da un Montrezl Harrell che eguaglia il suo massimo in carriera a quota 30 punti, confermando di essere una delle armi più pericolose a disposizione di Doc Rivers. L’ex Rockets e Lou Williams rappresentano la coppia che riesce a incidere e avere impatto contro qualsiasi avversario a gara in corso; per questo l’allenatore dei Clippers ha preferito lanciare Ivica Zubac in quintetto nelle ultime partite, pur di preservare la coppia letale in uscita dalla panchina. Dall’altra parte l’unico contributo di livello tra i non titolari arriva da Joakim Noah, autore di 22 punti e 11 rimbalzi (e un perfetto 12 su 12 dalla lunetta), secondo per canestri soltanto a un Mike Conley da 25 punti, con cui combina nell’azione che decide la sfida. Meno di 20 secondi alla sirena, Avery Bradley ruba il pallone con Memphis sul -4 e assieme a Conley prova a lanciare la transizione per tornare a un solo possesso di distanza. Il passaggio però non viene intercettato dal francese ex-Knicks, che si lascia sfuggire pallone e possibile rimonta, condannando Memphis al terzo KO di fila. Non un dato preoccupante, a differenza dell’infortunio di Jaren Jackson Jr, fuori a tempo indeterminato a causa di un problema al quadricipite: in casa Grizzlies guardano soprattutto a quello e non ai risultati sul campo.

Non sopraffini i losangelini dall’arco, con una partita terminata con un 6 su 25 per quanto riguarda i tentativi dal perimetro. La partita segna il ritorno di Garrett Temple e JaMychal Green, “tradati” ultimamente ai Clippers in cambio di Avery Bradley. Prossima partita: lunedì notte al Pepsi Center, contro i Denver Nuggets.

Ritorna finalmente all’interno della rotazione dei Memphis Grizzlies Chandler Parsons, che non giocava dalla terza partita di questa regular season: segna tre punti in 20 minuti, segnando solo uno dei suoi sette tentativi. Prossima partita: domenica notte alla Quicken Loans Arena, contro i Cleveland Cavs.

Denver Nuggets-Dallas Mavericks 114-104

La sfida tra due dei maggiori talenti europei in NBA purtroppo non c’è stata, visto che Luka Doncic è stato frenato da una caviglia dolorante. In questo modo Nikola Jokic non ha avuto davvero nessun problema a guidare i suoi Nuggets al successo, chiudendo con 19 punti, 13 rimbalzi e 8 assist una partita in cui gli ospiti hanno fatto quello che hanno voluto sotto i tabelloni. La squadra di Mike Malone ha catturato ben 63 rimbalzi contro i 42 degli avversari, producendo 103 tentativi dal campo, 26 punti in contropiede e 22 punti da seconda opportunità per sopperire a uno scarso 40% al tiro. “Siamo stati aggressivi a rimbalzo perché nessuno riusciva a segnare” è stata l’analisi di Jokic, leader di una squadra che ha mandato altri sei giocatori in doppia cifra con 17+13 di Paul Millsap, 12+13 di Mason Plumlee e 16 in 16 minuti per Isaiah Thomas, l’arma in più per questo finale di stagione. Ai Mavs non è servito il massimo in carriera da 22 punti di Jalen Brunson (career-high) e quello stagionale da 20 di Dwight Powell, crollando nel terzo quarto (terminato 39-23 per i Nuggets).

Jokic raggiunge la sua doppia-doppia numero 40 in stagione. Tornato Gary Harris (reduce dall’infortunio all’inguine) ma fuori Trey Lyles, a causa di un problema al tendine del ginocchio accusato mercoledì in allenamento. Prossima partita: lunedì notte in casa contro i Los Angeles Clippers.

Come già menzionato, Dallas cade non a causa della percentuale dal campo (41%, la medesima di Denver), bensì a causa dei minori tentativi effettuati (addirittura 19 in meno). Prossima partita: sabato notte alla EnergySolutions Arena, contro gli Utah Jazz.

Altre dai campi:

Netta vittoria degli Indiana Pacers, sempre terzi nella Eastern Conference, che si impongono 111-126 sui New Orleans Pelicans grazie soprattutto ai 24 punti di Wesley Matthews e ai 20 di Bogdan Bogdanovic. Restano sempre comodi al terzo seed ad Est (39-20). Comoda vittoria anche per gli Charlotte Hornets sui Washington Wizards per 110-123: per gli uomini di Borrego il migliore è Kemba Walker con la doppia-doppia da 27 punti e 11 rimbalzi, mentre a Washington non sono bastati i 46 punti di Bradley Beal. Un Reggie Jackson da 32 punti è decisivo nella vittoria dei Detroit Pistons per 125-122 sugli Atlanta Hawks, ai quali non bastano 30 punti e 10 assist di Trae Young. Successo anche per i Minnesota Timberwolves, che, nonostante l’assenza di Karl-Anthony Towns (incidente stradale, nulla di grave fortunatamente), superano 115-104 i New York Knicks con 20 punti di Derrick Rose. Successo a sorpresa dei Chicago Bulls, che superano 110-109 gli Orlando Magic con la doppia-doppia di Lauri Markkanen (25 punti e 11 rimbalzi), il quale è protagonista del finale di partita grazie a tre tiri liberi (il primo sbagliato, gli altri due a referto) validi per la vittoria a tempo morto dei suoi.

Tutti i risultati di sabato 23 febbraio

Utah Jazz-Oklahoma City Thunder 147-148 2OT

San Antonio Spurs-Toronto Raptors 117-120

Los Angeles Clippers-Memphis Grizzlies 112-106

Denver Nuggets-Dallas Mavericks 114-104

New Orleans Pelicans-Indiana Pacers 111-126

Washington Wizards-Charlotte Hornets 110-123

Detroit Pistons-Atlanta Hawks 125-122

Minnesota T’Wolves-New York Knicks 115-104

Chicago Bulls-Orlando Magic 110-109

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