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La notte italiana di giovedì 7 marzo ha visto in scena lo svolgersi di dieci partite della regular season NBA 2018/2019. Highlight principale della notte è senza ombra di dubbio la “milestone” raggiunta da LeBron James, che supera Micheal Jordan al quarto posto nella scoring-list all-time: gioia limitata dall’ennesima sconfitta dei Lakers, stavolta contro i Nuggets. Sono due i canestri decisivi della nottata, soprattutto in ottica quarto seed ad Est: Hayward e LaVine stendono rispettivamente Sacramento e Philadelphia. I Miami Heat vincono uno scontro diretto di capitale importanza in casa degli Charlotte Hornets, scavalcandoli per l’ottavo seed. Per quanto riguarda la migliore prestazione individuale della nottata, è giusto menzionare i 41 punti di Devin Booker nella vittoria dei Suns contro i Knicks.
Denver Nuggets-Los Angeles Lakers 115-99 (GLI HIGHLIGHTS)
Il numero 23 dei Lakers conclude la lunga scalata ai 32292 punti messi a referto in carriera da MJ: un canestro in penetrazione a metà secondo quarto ha portato James oltre quota 13 nella sfida contro Denver, quanto serviva per raggiungere un altro storico traguardo. LeBron ci mette poco più di un quarto d’ora per concludere l’impresa, andandosi a prendere in penetrazioni il fallo, i due punti, il tiro libero supplementare (stranamente andato dentro, in una serata pessima dalla lunetta) e soprattutto la leggenda che lo ha ispirato, che lo ha portato a indossare il numero 23, che lo ossessiona tutt’ora in termini di grandezza e legacy. Il pubblico dello Staples è rimasto comunque in piedi ad applaudire, approfittando del tiro libero supplementare che ha permesso a James di godersi il calore dei suoi tifosi per 30 secondi in più rispetto al protocollo. Poi, al primo timeout, il video celebrativo dell’impresa, con le immagini dei primi canestri e di tutte le tappe che lo hanno portato così in alto nella storia dei realizzatori NBA: “Mi prendo ogni tipo di riconoscimento così come viene, senza programmare nulla e con la solita emozione di sempre. Jordan resta il giocatore a cui ho sempre guardato per tutta la mia carriera, il talento che mi ha ispirato quando ero un bambino e mi rendo conto quanto sia incredibile ritrovarmi a un passo da un traguardo del genere”, raccontava nell’allenamento prima della sfida contro i Nuggets. Alla sirena finale 13 sono stati i canestri, in una partita da 31 punti totali, 7 rimbalzi e 7 assist.
A margine dello storico traguardo raggiunto, i Lakers dovevano cercare di vincere a tutti i costi la sfida contro Denver, ultima chiamata per non perdere il treno playoff. L’approccio alla partita però non è stato dei migliori: 43-25 di parziale nel primo quarto, con i giallo-viola incapaci di opporre qualsiasi tipo di resistenza all’attacco dei Nuggets. I giovani talenti di casa restano a guardare a bordo campo, tutti infortunati e non più a disposizione: Kuzma e Ball alla caviglia, Ingram alla spalla; in borghese e in attesa di dare il cinque a James. C’è qualcuno però che non vuole arrendersi a questo destino, che mentre la gara sembra volgere inesorabilmente al peggio vuole dimostrare qualcosa sul parquet. I nomi che guidano alla riscossa i Lakers infatti sono quelli che non ti aspetti: Alex Caruso, autore di 15 punti in 29 minuti, Johnathan Williams (che non giocava da dicembre) e Mo Wagner che chiude con 11 tiri e 11 punti, guidano (sì, non è un eufemismo) i Lakers dal -23 al al -2 nel quarto periodo (89-87 a 8:30 dal termine), quando LeBron spera di poter aggiungere un successo alle celebrazioni della sua serata. A Denver però basta riallacciare le scarpe per qualche minuto per ricacciare indietro gli avversari, chiudendo con tutto il quintetto in doppia cifra: 23 punti per Barton, 19 per Murray, 16 per Millsap, 12 con 17 rimbalzi e 8 assist per Jokic. Insomma, una squadra da playoff, a differenza dei Lakers. Tutti costretti a uscire a testa basta, in parte anche lo stesso LeBron che raccoglie lo stesso l’affetto del pubblico, come nel caso di 2 Chainz che si toglie la catena che portava al collo per darla al numero 23 gialloviola.
I Nuggets cancellano stanotte una serie di quattro sconfitte consecutive allo Staples Center contro i Lakers. Fuori ancora stanotte per la settima partita consecutiva Trey Lyles, a causa del solito problema al tendine del ginocchio sinistro. Prossima partita: sabato notte, alla Oracle Arena di Oakland.
Quarta sconfitta consecutiva per i Lakers, che hanno tirato 12 su 23 dalla linea della carità: erano partiti con un 1 su 8, includendo anche quattro errori di James. Ancora out Tyson Chandler per la seconda partita di fila, a causa di un problema al collo. Prossima partita: domenica notte, in casa contro i Boston Celtics.
Boston Celtics-Sacramento Kings 111-109
Se questo è il Gordon Hayward della California, i Boston Celtics potrebbero seriamente considerare un trasferimento sulla costa Ovest. Una sera dopo averne segnati 30 sul campo dei Golden State Warriors, la guardia ex Jazz si è resa protagonista del successo ai danni dei Sacramento Kings firmando il canestro della vittoria a due secondi dalla fine, spezzando la parità sul 109-109. Una parità che lui stesso aveva provocato andando a commettere fallo su Buddy Hield e regalandogli tre tiri liberi per impattare la partita, ma che ha immediatamente cancellato prendendosi il pallone e facendosi tutto il campo per firmare il canestro della vittoria. A nulla è valso il tentativo da tre di Harrison Barnes per vincere la gara. Con Kyrie Irving fermo per una contusione alla gamba, i biancoverdi si sono affidati a Jayson Tatum (24 punti) e Al Horford (21 punti, 11 rimbalzi e 7 assist) per proseguire il momento positivo, resistendo ai 24 di Barnes e ai 23 di Hield degli avversari.
Per i Celtics (40-26), invece, si avvicina il quarto posto dei Philadelphia 76ers (41-24), che dopo la sconfitta contro Chicago hanno solo una partita e mezza di vantaggio. Settima vittoria consecutiva nelle partite in cui manca il loro leading-scorer, ovvero Kyrie Irving. Solo tre rimbalzi offensivi su 39 errori al tiro: Stevens ha preferito coprirsi in transizione difensiva contro Sacramento. Prossima partita: sabato sera, al Madison Square Garden di New York.
I Kings devono quasi dire addio alle speranze di playoff (32-32), visto che la distanza dall’ottavo posto occupato da San Antonio è salita a quattro gare (37-29). Buttano un 14 su 22 dal campo nel primo quarto tirando 6 su 22 nel secondo quarto. Prossima partita: domenica notte, allo Staples Center di Los Angeles (Lakers).
Miami Heat-Charlotte Hornets 91-84
Hassan Whiteside non fa più parte del quintetto titolare, ma se questo è il suo impatto in uscita dalla panchina si può dire che coach Spoelstra ci ha visto giusto: è il lungo degli Heat uno dei principali protagonisti del cruciale successo di Miami a Charlotte, autore di 18 punti e 15 rimbalzi in soli 20 minuti a gara in corso. Ai suoi si aggiungono i 22 di Kelly Olynyk, in una partita in cui per tre quarti il pallone non vuole saperne di andare dentro. Né da una parte, né dall’altra: le due squadre combinano per 39 palle perse, in una serata modesta al tiro su entrambi i lati del campo. A decidere il match è il 16-2 di parziale nel quarto periodo realizzato da Miami, che si prende così l’ottavo posto a Est proprio ai danni degli Hornets (che non vanno oltre i 20 punti con 5 su 17 al tiro del solito Kemba Walker).
I Miami Heat hanno perso 13 palle nel primo tempo, di cui 9 nel primo quarto: è un season-high negativo. Prossima partita: sabato notte, in casa contro i Cleveland Cavs.
Oltre alla prestazione di Kemba Walker, da segnalare tra le file degli Hornets i 20 punti di Frank Kaminsky e la doppia-doppia da 10 punti e 10 rimbalzi per Cody Zeller. Prossima partita: sabato notte, in casa contro i Washington Wizards.
Philadelphia 76ers-Chicago Bulls 107-108
A condannare i Sixers ci ha pensato soprattutto Zach LaVine, non solo realizzando 39 punti ma mettendo la firma anche sul canestro del sorpasso a pochi secondi dal termine. I suoi 13 punti nel quarto finale hanno permesso ai Bulls di rimontare 10 lunghezze di svantaggio e di andare a vincere la sfida contro una delle migliori squadre della Eastern Conference. Anzi, sarebbe meglio dire “vincere due volte”, visto che il finale di gara è stato giocato due volte: a causa di un errore nel cronometro, le squadre sono state richiamate in campo dalla terna arbitrale per rigiocare cinque decimi di secondo, che peraltro i Bulls hanno dovuto affrontare senza Otto Porter che si stava già sottoponendo ai test anti-doping dopo la sirena finale. Il caso è scaturito da un passaggio di Ben Simmons per Jimmy Butler che ha fatto scattare il cronometro prima ancora che la palla fosse toccata dal numero 23 dei Sixers, costringendo gli arbitri a rigiocare quel possesso per cancellare l’errore del tavolo segnapunti. Nonostante la seconda possibilità, i Sixers non sono comunque riusciti ad andare a segno, rendendo inutili i 22 punti di Butler (al suo secondo ritorno da avversario a Chicago) e la tripla doppia sfiorata da Simmons (18 punti, 11 rimbalzi e 7 assist).
I Chicago Bulls hanno portato a casa la vittoria nonostante il 6 su 23 dal perimetro. Prossima partita: sabato notte, in casa contro i Detroit Pistons.
I Philadelphia 76ers hanno un record di 4-3 in seguito all’All-Star break, periodo che è coinciso con l’assenza di Joel Embiid. Prossima partita: sabato notte, al Toyota Center di Houston.
Altre dai campi:
Salgono a quattro le vittorie consecutive dei San Antonio Spurs, che si impongono sul campo degli Atlanta Hawks con il punteggio di 111-104 grazie ad un solido ultimo quarto e ad una prova di assoluto valore da parte di LaMarcus Aldridge (32 punti). Non fanno mancare il loro apporto Derrick White (18 punti) e DeMar DeRozan (14 punti), mentre non brilla Marco Belinelli (5 punti). Trae Young (22 punti) e John Collins (18 punti e 10 rimbalzi) non riescono a regalare il successo alla propria squadra.
Successo piuttosto agevole dei Detroit Pistons sui Minnesota Timberwolves. Dopo un primo quarto in difficoltà (35-22), la formazione di Dwane Casey cambia il proprio ritmo e prende il largo, imponendosi con il punteggio definitivo di 114-131. Protagonista assoluto dell’incontro Andre Drummond (31 punti e 15 rimbalzi), ben supportato da Luke Kennard (21 punti) e Ish Smith (19 punti), mentre tra gli ospiti il migliore è Karl-Anthony Towns (24 punti).
Risultato mai in discussione tra New Orleans Pelicans e Utah Jazz, con gli ospiti che trovano l’allungo in avvio di secondo quarto e amministrano il margine fino al 114-104 definitivo. Derrick Favors (25 punti), Rudy Gobert (22 punti e 13 rimbalzi) e Donovan Mitchell (22 punti) fondamentali per la vittoria della squadra allenata da Quin Snyder. Julius Randle (23 punti) è invece il migliore per la formazione di casa. Successo fondamentale in ottica playoff anche per i Brooklyn Nets ai danni dei Cleveland Cavaliers, al termine di un incontro più complicato rispetto alle aspettative per gli uomini di Kenny Atkinson e chiuso sul punteggio di 107-113. Spencer Dinwiddie (28 punti) e D’Angelo Russell (25 punti) fanno la differenza in favore dei padroni di casa, mentre agli ospiti non bastano Kevin Love (24 punti e 16 rimbalzi) e David Nwaba (22 punti).
Partita equilibrata tra Washington Wizards e Dallas Mavericks. Ad avere la meglio sono i padroni di casa, che si impongono per 123-132. Determinanti le prestazioni di Bradley Beal (30 punti) e di Trevor Ariza (22 punti), che replicano con successo alle doppie-doppie di Luka Doncic (31 punti e 11 rimbalzi) e di Dwight Powell (26 punti e 10 rimbalzi).
Nella sfida tra le ultime della classe, i Phoenix Suns superano in rimonta i New York Knicks per 96-107 grazie ad un indemoniato Devin Booker (41 punti). Alla formazione di David Fizdale non basta invece DeAndre Jordan (17 punti e 14 rimbalzi).
Tutti i risultati di giovedì 7 marzo
Los Angeles Lakers-Denver Nuggets 99-115
Boston Celtics-Sacramento Kings 111-109
Miami Heat-Charlotte Hornets 91-84
Philadelphia 76ers-Chicago Bulls 107-108
San Antonio Spurs-Atlanta Hawks 111-104
Minnesota T’Wolves-Detroit Pistons 114-131
Utah Jazz-New Orleans Pelicans 114-104
Cleveland Cavs-Brooklyn Nets 107-113
Dallas Mavericks-Washington Wizards 123-132
New York Knicks-Phoenix Suns 96-107
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