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La notte italiana di lunedì 31 dicembre ha visto lo svolgersi di sei partite della regular season NBA 2018-19. Una notte NBA caratterizzata da partite combattute fino alla fine, con eccezione del blow-out di Portland nei confronti dei Philadelphia 76ers (non casuale, data l’assenza di Embiid per un dolore al ginocchio sinistro). Per il resto, tutte le altre franchigie piazzate bene in classifica fanno il loro dovere.
Detroit Pistons-Orlando Magic 107-109
Anche quando non sta avendo un’ottima partita, Evan Fournier è sempre la migliore opzione per i Magic nei finali di partita: è suo il jumper a livello della linea di tiro libero che schiaffeggia la retina al buzzer-beater, dando la vittoria ad Orlando. I Pistons, nonostante abbiano recuperato uno svantaggio di 8 punti negli ultimi tre minuti del quarto quarto, devono subire l’undicesima sconfitta nelle ultime quattordici partite.
Dj Augustin mette a referto 26 punti e 8 assist, mentre sia Vucevic che Gordon ne mettono 22, per regalare ai Magic la seconda vittoria consecutiva. Lo stesso Fournier ne segna 13 e, per i pochi, non è nuovo nel dare vittorie alla propria squadra nel momento in cui scade il cronometro: questo è il suo secondo buzzer-beater, dopo quello inferto ai danni dei Cavs a inizio stagione. Augustin subisce una discreta distorsione alla caviglia con 1:44 mancanti alla fine della partita per essere atterrato sul piede di Griffin, ma è rimasto tuttavia in campo fino alla fine.
Vittoria inaspettata per i Magic, non tanto per la qualità dell’avversario, ma perché tenuti a confermare la vittoria di 29 ai danni di Toronto.
Detroit, al contrario, era reduce dalla peggiore sconfitta della stagione con i 37 punti di margine contro Indiana: la striscia negativa continua, con la settima sconfitta nelle ultime dieci partite. A nulla sono valse le prestazioni di Kennard con 16 punti, di Griffin con 15 punti e di Drummond con 14 punti. Da evidenziare la prestazione di Reggie Bullock con 15 punti, che, con i Pistons a -3 a pochi secondi dalla fine, subisce un fallo sul tiro dietro la linea dei tre punti e segna freddamente tutti i liberi per il pareggio, prima della prodezza del francese. Detroit come al solito domina gli altri team a rimbalzo (franchigia numero uno per quanto riguarda il cosiddetto plus-minus nei rimbalzi) ma fa fatica da dietro l’arco, tirando stasera con 8 su 31 da tre.
Oklahoma City Thunder-Dallas Mavericks 103-105
GLI HIGHLIGHTS DI DALLAS-OKLAHOMA
Dopo aver fallito l’ultimo tiro nell’ultima partita contro New Orleans, Dennis Smith Jr. torna decisivo con due giocate nel finale della partita: una offensiva e l’altra difensiva. Ricordiamo, per lui è la seconda partita giocata dopo le undici di fila saltate per una distorsione al polso destro. Ora i Dallas giocheranno in back-to-back sempre contro i Thunder, ma in Oklahoma.
Il backcourt Smith-Doncic segna rispettivamente 14 e 25 punti. DeAndre Jordan, con 12 punti e 18 rimbalzi a fine match, ridà vita accorciando per i Mavs al 101-99 con una schiacciata poderosa in contropiede. Nonostante il jumper del 103-99 di George, i Mavs approfittano di una palla persa di Westbrook per segnare due liberi con Barnes, prima di vincerla nel finale dove, nel 1on1 tra lo stesso George e Smith, ne esce meglio il prodotto di North Carolina.
I Mavs marciano con un ritmo pazzesco in casa, mettendo in archivio la vittoria numero 13 nelle ultime 14 partite all’American Airlines Center. Fuori ancora Wesley Matthews, che salta la sua seconda partita di fila per un dolore al piede destro.
I Thunder perdono quindi la loro prima partita in cui George segna almeno 30 punti (36 per lui alla fine col 50% dal campo). Partita orrenda per Westbrook (prima volta dal 12 aprile 2017 che non è in doppia cifra in almeno una delle prime tre statistiche) che termina con 9 punti, 9 rimbalzi e 8 assist, tirando però 4 su 22 dal campo (quarta volta in un mese che l’ex MVP tira con meno del 25%). Aggrava la situazione il fatto che abbia sbagliato tutti i tentativi dalla linea dei tre punti, con ben 8 tentativi effettuati (tendenza comune a tutti i Thunder, dato che anche George ha tirato con 3 su 11). Uno dei pochi che si salva insieme a George è Schröder, con 19 punti.
Sacramento Kings-Los Angeles Lakers 114-112
GLI HIGHLIGHTS DI LOS ANGELES-SACRAMENTO
I Lakers fanno un grande regalo a LeBron per i suoi 34 anni. I gialloviola inseguivano di 7 punti con 4:30 rimanenti nel quarto quarto, prima di mettere un parziale di 18-4, con 12 punti consecutivi. Dimostrano di vincere anche senza il Re, conquistando la prima vittoria dopo aver perso le prime due dopo l’assenza del loro leader. Ancora sconosciuti i tempi di recupero del Prescelto.
Uno dei principali artefici della vittoria è Brandon Ingram, con 21 punti (di cui 9 nel decisivo quarto quarto e ben 7 nel parziale 12-0 sopra descritto). Coach Luke Walton affermerà nel post partita che è stata la partita più completa da parte di Ingram dall’inizio della stagione: ai punti ha aggiunto un season-high di 9 assist e 7 rimbalzi. Ma in generale sono tutti i Lakers che dimostrano di valere anche senza LeBron: Caldwell-Pope marca un season-high di 26 punti (con 17 punti e 4 triple nel secondo tempo) e Josh Hart aggiunge il suo contributo con 22 punti (di cui ben 17 nel primo tempo, carrier-high per lui). Da segnalare il rientro di McGee, che aveva saltato sette partite a causa di un’infezione respiratoria.
De’ Aaron Fox ha guidato Sacramento con 26 punti (partita numero 29 in cui dà almeno 5 assist, è il quinto nella classifica delle assistenze in NBA), mentre lo seguono a ruota Hield e Bogdanovic con 21 punti. I Kings dilapidano un vantaggio massimo di 11 punti raggiunto a metà del terzo quarto, ottenuto grazie a un ottimo 54% dal campo e a un ancora più ottimo 50% dall’arco). Tuttavia, negli ultimi 12 minuti segnano solo 8 canestri dei 24 tentati e, paradossalmente, solo una bomba delle dieci tentate.
Philadelphia 76ers-Portland Trail Blazers 95-129
Prestazione straordinaria per CJ Mccollum, che segna 13 dei 18 tiri tentati e mette a referto 35 punti in una domenica sera che vede i Blazers spazzare via dal parquet i Sixers.
La guardia era reduce da sei partite nelle quali aveva tirato con un non entusiasmante 35% dal campo e con un 16% dall’arco, sconcertante se si conosce la qualità di questo tiratore. Il calore nelle mani di CJ è propagato anche agli altri compagni di squadra, dato Portland termina con un season-high del 59% al tiro: alla festa contribuiscono Aminu con 16 punti, un Lillard un po’ fiacco con 15 punti e Nurkic con 14 punti. Senza Embiid a centro area i Blazers banchettano a rimbalzo, distruggendo i Sixers 59-36 per quanto riguarda le palle raccolte dopo errori al tiro. Benefattore di ciò il bosniaco Nurkic, che sta crescendo in maniera esponenziale nelle ultime partite: nelle ultime tre (di cui due con i Warriors) ha segnato 25 canestri sui 43 tentati, con una media di 20.7 punti e 9.7 rimbalzi. Harkless non ha giocato per un problema al ginocchio ed è stato sostituito in quintetto da Evan Turner. Questa vittoria con 34 punti di margine è la più ampia in questa stagione per i Blazers.
“Penso sia il giocatore difensivo dell’anno, basti pensare ai punti concessi nel pitturato e al margine subito a rimbalzo questa sera”, così Brett Brown, coach dei Sixers, riferendosi a Joel Embiid. Il camerunense è stato ai box questa domenica notte per precauzione a causa di un dolore al ginocchio sinistro, il che si è percepito.
A nulla sono valsi i 19 punti di Ben Simmons, dato che tutti i Sixers giocano sotto tono ed estremamente male dal punto di vista dell’ energia difensiva. Al posto di Embiid ha giocato in quintetto Amir Johnson, alla sua seconda partenza da titolare in stagione. Male Redick (3 su 11 al tiro) e malissimo Butler (2 su 12 al tiro). I Sixers hanno tirato con un incommentabile 8 su 43 da tre punti e col 35% dal campo.
Tutti i risultati di domenica 31 dicembre:
Detroit Pistons-Orlando Magic 107-109
Oklahoma City Thunder-Dallas Mavericks 103-105
Sacramento Kings-Los Angeles Lakers 114-112
Philadelphia 76ers-Portland Trail Blazers 95-129
Minnesota T’Wolves-Miami Heat 113-104
Chicago Bulls-Toronto Raptors 89-95
https://www.sportface.it/basket/nba/nba-2018-2019-le-classifiche-aggiornate-delle-due-conference/554525