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La notte italiana di sabato 26 gennaio ha visto lo svolgersi di dieci partite della regular season NBA. I Rockets si dimostrano, quando Harden lo permette e non si mette in suo, di essere una squadra capace di ottenere vittorie di squadra: quella contro i Raptors è stata una vittoria raggiunta con fatica, ma decisamente una vittoria corale (dopo almeno 20 partite di one-man show del Barba). Rondine che fa primavera o cambiamento di rotta in vista del rientro di Paul lunedì notte contro i Magic? I Bucks soffrono con gli Hornets ma si salvano grazie a una difesa senza eguali nel quarto quarto. Utah cerca di perderla in tutti modi nel finale contro Minnesota, la quale tuttavia nel finale fallisce le occasioni per poter rovesciare la partita. Vittoria sofferta per i Clippers in casa dei Bulls, con Lou Williams che riesce finalmente a terminare in tripla-doppia dopo 14 anni di carriera.
Toronto Raptors-Houston Rockets 119-121
In una stagione con un sacco di infortuni, gli Houston Rockets hanno trovato aiuto da attori inaspettati. Dopo l’infortunio di Chris Paul sono stati costretti a firmare Austin Rivers dai Suns, mentre dopo l’infortunio di Clint Capela sono andati a pescare Kenneth Faried, indesiderato dai Nets. Verissimo che James Harden ha comunque segnato 35 punti, ma sono 35 punti di natura diversa (soprattutto perché derivanti anche da un 2 su 13 dal perimetro), appartenenti a un giocatore che questa notte ha deciso di far giocare anche gli altri (anche perché ben difeso da Danny Green) e, soprattutto, di dar fiducia anche agli altri. Gli “altri” sono Eric Gordon con 24 punti, PJ Tucker con 18 punti e Austin Rivers con 13 punti; “the Manimal” Kenneth Faried termina con una doppia-doppia da 21 punti e 14 rimbalzi, con un 8 su 11 dal campo.
I Toronto Raptors sono stati la vittima di questa nottata corale di grazia dei Rockets: il migliore è Leonard con 32 punti, mentre Siakam e Green aggiungono entrambi 22 punti; doppia-doppia da 12 punti e 14 rimbalzi per Ibaka. Dopo 8:40 dall’inizio del primo quarto (8-8) e dopo un parziale di 2-17, i Rockets hanno sempre mantenuto il proprio vantaggio sino all’arrivo dell’ultimo periodo, iniziato con un +7 Houston (89-96). Nei primi tre minuti e mezzo Houston mette a referto solo tre punti, mentre i Raptors raggiungono un adeguato svantaggio dopo una tripla di Powell a 8:34 dalla fine (94-99). Tuttavia le mani diventano fredde anche tra i dinosauri, i quali non segnano per altrettanti tre minuti e mezzo: nel mentre, Houston firma un parziale di 0-13 (97-133); la partita sembra decisamente chiusa. A 1:34 dalla sirena gli uomini di D’Antoni hanno un tesoretto di 12 punti da proteggere dopo un floating jumpshot di Harden (105-117): tesoretto che viene quasi clamorosamente dilapidato concedendo quattro triple ai Raptors (due Green, una Leonard e l’ultima Siakam). Eric Gordon sbaglia la tripla ammazza-partita e concede un ultimo possesso, dove Leonard, marcato da Harden, prova la tripla della vittoria, che tuttavia finisce corta.
Continua la streak di partite con almeno 30 punti per James Harden, arrivata ora a 22 partite: dopo aver segnato di media 52.2 punti a partita nelle ultime cinque uscite a deciso di rallentare il pace, dando la possibilità a tutti gli starters dei Rockets di arrivare perlomeno a 10 punti. Buone notizie dal campo, ottime notizie fuori dal campo: per la partita di lunedì notte, in casa contro i Magic, è previsto il rientro sia di Chris Paul che di Brandon Knight. Seconda sconfitta consecutiva per i Raptors, i quali hanno ancora out Jonas Valanciunas (slogamento pollice sinistro). Perdono (36-15) leggermente margine dai Bucks, vittoriosi questa notte (35-12), i quali, per giunta, non hanno mai sofferto di una vera crisi di risultati in questa regular season. Gli uomini di coach Nurse voleranno lunedì notte a Dallas, per la partita contro i Mavericks.
Charlotte Hornets-Milwaukee Bucks 99-108
Approposito di Milwaukee, per l’appunto. Il greco, nominato recentemente capitano dell’est all’All Star Game, piazza una doppia-doppia da 34 punti e 14 rimbalzi (14 su 21 dal campo) in una partita troppo strana per essere vera. I soldati di Giannis sono sempre gli stessi: Brogdon, Bledsoe e Middleton terminano rispettivamente con 19,18 e 15 punti a referto. La partita ha due facce, perché vi è un pre-entrata di Connaughton e un post-entrata di Connaughton (frase che nessuno avrebbe mai pensato di scrivere, ma che descrive la realtà dei fatti).
La vittoria Bucks è arrivata anche grazie all’uscita di Kemba Walker a 2:06 dalla fine della partita, quando Giannis, a causa di una loose ball, quasi si siede sul collo del playmaker, il quale ha sofferto una distorsione. Il leader degli Hornets termina con 10 punti e uno scarsino 3 su 12 dal campo. Nicolas Batum è il leading-scorer per i suoi con 19 punti, seguito da Lamb e Kidd-Gilchrist con entrambi 16 punti.
La partita rimane equilibrata fino alla fine del primo tempo (54-52). Dopo un cutting lay-up shot di Jeremy Lamb a 10:38 dalla fine del terzo quarto (59-57) Charlotte prende energia, piazzando un parziale di 25-14 dopo i tiri liberi di Kidd-Gilchrist a 2:31 dalla fine del periodo (85-71). Grazie a 5 punti di Sterling Brown, i Bucks entrano nel quarto quarto con uno svantaggio non mortifero (87-76): durante questo mini-parziale di 2-5 è entrato in campo Pat Connaughton. A 9:45 dalla fine della partita sul 92-80 i Bucks si fanno sotto con un parziale di 0-11 servito da 6 punti di Antetokounmpo e 5 punti di Brogdon, ma, soprattutto, dalla capacità difensiva di cambiare su tutti i blocchi con Connaughton e, in attacco, dalla capacità di poter trovare dei punti facili in transizione (92-91). Finalmente a 5:34 dalla fine Milwaukee ottiene la sua prima lead con un running lay-up di Brogdon (94-95). La difesa degli uomini di Budenholzer abbassa la saracinesca e concede solo tre punti negli ultimi 5 minuti di partita agli Hornets, i quali terminano con un 1 su 10 al tiro; nel mentre terminano la loro run con un 3-13 di parziale, portando a casa la partita, non senza fatica.
Sesta vittoria di fila per i Bucks, l’ottava nelle ultime dieci uscite. Out Donte DiVincenzo a causa di un problema al tallone sinistro: per il momento non è un problema grave per Budenholzer, dato che può usufruire, tra Sterling Brown, George Hill e Tony Snell di un’ampissima rotazione. Prossima tappa per i Bucks è Oklahoma, dove lunedì notte sono attesi dai Thunder. Tra gli Hornets fuori Tony Parker per riposo: l’ex Spurs giovedì notte ha segnato 17 punti in 17 minuti nella vittoria di Charlotte a Memphis; poteva essere prezioso nei due minuti finali di partita senza Kemba Walker. Martedì notte allo Spectrum Center sono ospitati i New York Knicks.
Minnesota T’Wolves-Utah Jazz 102-106
Partita vinta e condotta ampiamente dai Jazz, che rischiano di buttare tutto alle ortiche nei quattro minuti finali di partita. Donovan Mitchell mette a referto 24 punti, ma stanotte ha trovato i suoi compagni di squadra come non mai, ottenendo un career-high di 11 assist. Rudy Gobert (in game-time decision a causa di un dolore al tendine del ginocchio) termina con la consueta doppia-doppia (18 punti e 16 rimbalzi), mentre un redivivo Kyle Korver di rende utile con 16 punti.
Grazie a 40 punti combinati tra Mitchell, Gobert e Korver il vantaggio dei Jazz è già sostanzioso a fine primo tempo (45-52). A 8:27 dalla fine del terzo quarto, sul +8 (54-62), Utah dà un’ulteriore sgasata piazzando uno 0-12 di parziale (54-74). A 1:47 dalla fine del periodo due tiri liberi di Royce O’Neale sigillano il massimo vantaggio di 23 punti (62-85): si entra nell’ultimo quarto sul 69-90. Minnesota segna inaspettatamente i primi 13 punti del quarto quarto grazie a 7 punti di Wiggins e 4 di Towns (82-90). I Jazz iniziano lentamente a perdere i pezzi e a perdere punti, in un quarto quarto dove tirano con 5 su 28 dal campo e dove segnano solo due canestri negli ultimi 5 minuti. A 4:03 una tripla di Tolliver concede il minimo scarto in partita ai T’Wolves (94-97); lo stesso si ripete a 1:05 dalla fine, quando con un’altra tripla porta la pratica sul -1 (102-103). A 17.3 dalla fine Deng ha una wide-open three, che tuttavia sbaglia: Utah riesce alla fine a salvarsi grazie ai liberi di Ingles e Mitchell. Con questa vittoria Utah (28-22) supera San Antonio e i Clippers, prima a parimerito al sesto seed (27-22): si respira ora aria di playoff, grazie alle 8 vittorie nelle ultime 10 partite e alle ormai due partite e mezzo di vantaggio sui Lakers noni. Utah e Minnesota si risfideranno lunedì notte, stavolta in casa dei T’Wolves.
Si ferma a tre vittorie consecutive la streak di Minnesota, di nuovo stanotte senza Rose, Jones e Teague. Hanno concesso ai Jazz tre tiri liberi a causa di tre falli tecnici pescati da Gibson (2) e Towns (1). Approposito, Taj Gibson raggiunge la “milestone” di 7000 punti segnati in carriera; Towns, invece, è stato limitato a sei punti nel primo tempo, a causa di problemi di falli (terzo fallo pescato a 9:57 dalla fine del primo tempo).
Los Angeles Clippers-Chicago Bulls 106-101
Arrivato alla sua quattordicesima stagione in carriera, Lou Williams raggiunge un traguardo che non dimenticherà : per lui i 31 punti, i 10 rimbalzi e i 10 assist rappresentano la prima tripla-doppia in carriera. Altra prestazione solida di Tobias Harris, che sembra aver ritrovato il feeling col canestro di inizio anno: per lui 29 punti con 10 su 15 dal campo. Tra le fila dei Bulls il migliore è sempre LaVine con 29 punti, mentre Bobby Portis mette a referto una doppia-doppia da 18 punti e 14 rimbalzi.
Dopo 14 punti di LaVine e addirittura 12 punti di Hutchinson (che tuttavia non andrà a punti per tutta la durata del secondo tempo, pur giocando 41 minuti) i Bulls si ritrovano all’intervallo in vantaggio di quattro lunghezze (52-56). Chicago riesce ad estendere la lead a 8:44 dalla fine del terzo quarto, grazie a due triple di Markannen e quattro punti di Portis (54-66). A 3:05, sotto di undici lunghezze (69-80), i Clippers segnano 11 punti di fila, grazie a 4 punti a testa tra Williams ed Harris (80-80). A 3.6 secondi dalla fine un tip-in di Portis fa entrare i Bulls nel quarto quarto con un minimo vantaggio (80-82). Chicago allunga il vantaggio con un gioco da tre punti di LaVine a 11:11 dalla fine (82-87), ma i Clippers rispondono con un parziale di 7-0 concluso da una schiacciata di Motley su assist di Williams (89-87). Con i padroni di casa in vantaggio 96-97 a 2:18 dalla fine Markannen (213 cm) viene stoppato nel pitturato da Beverley (185cm): giocata spaziale che conduce in transizione al gioco da quattro punti di Williams nell’altra metà di campo con un tiro fuori ritmo e decisamente forzato (100-97). Con un lay-up LaVine leviga lo svantaggio (100-99) con 1:26 sul cronometro, ma è sempre Beverley a far tornare i conti con un floating jumpshot a 37.8 dalla fine (102-97). LaVine stavolta sbaglia il lay-up e la schiacciata di Harrell a 16.6 dalla fine chiude la partita: sul filo del rasoio, regala anche il decimo assist a Williams per la tripla doppia.
Lou Williams è, dopo Detlef Schrempf nel febbraio 1993, il primo giocatore a realizzare una tripla-doppia con 30 punti partendo dalla panchina. Seconda vittoria di fila per i Clippers, che possono, con due partite di vantaggio sui Lakers, tirare per ora un sospiro di sollievo in ottica playoff (anche se l’ottavo seed significherebbe affrontare e, probabilmente e quasi sicuramente, perdere coi Warriors al primo turno). I Clippers tornano ora in casa per tre gare consecutive: la prossima domenica sera alle 21:30, contro i Kings.Partita di domenica sera anche per i Chicago Bulls, anch’essa alle 21:30, in uno scontro in casa contro i Cleveland Cavs dove vincerà paradossalmente chi perderà .
Tutti i risultati di sabato 26 gennaio
Toronto Raptors-Houston Rockets 119-121
Charlotte Hornets-Milwaukee Bucks 99-108
Minnesota T’Wolves-Utah Jazz 102-106
Los Angeles Clippers-Chicago Bulls 106-101
Miami Heat-Cleveland Cavs 100-94
Phoenix Suns-Denver Nuggets 95-132
Washington Wizards-Orlando Magic 95-91
Sacramento Kings-Memphis Grizzlies 99-96
New York Knicks-Brooklyn Nets 99-109
Detroit Pistons-Dallas Mavericks 101-106