La notte italiana tra domenica 3 lunedì 4 marzo ha visto in scena lo svolgersi di otto partite della regular season NBA 2018/2019. La sorpresa della notte non è più che altro la vittoria dei Rockets (ormai alla quinta vittoria consecutiva) quanto piuttosto il proseguimento della crisi dei Celtics, arrivati alla quarta sconfitta nelle ultime cinque uscite: la difesa di Brad Stevens stenta e sembra che quel fuoco di squadra sia andato perso. Toronto cade in casa di Detroit all’overtime, in una vittoria che sa di playoff per gli uomini di Casey. Soffrono i Thunder per tre quarti e mezzo, prima che Westbrook si allacci le scarpe e trascini i suoi alla vittoria. Facile vittoria allo Staples Center per i Clippers, dove basta un ottimo Gallinari per domare i Knicks.
Houston Rockets-Boston Celtics 115-104
Gli Houston Rockets, guidati dai 42 punti di James Harden e i 36 di Eric Gordon, vincono a Boston, resistendo al tentativo di rimonta dei Celtics nell’ultimo quarto. Ai padroni di casa non bastano i cinque giocatori in doppia cifra, con Kyrie Irving a quota 24 con undici tiri.
Kyrie Irving si inventa subito un gran canestro su una gamba sola per sbloccare il punteggio, ma l’attacco dei Celtics perde in fretta quattro palloni, uno più sanguinoso dell’altro contro la difesa attenta dei Rockets, i quali ne approfittano prendendo subito il vantaggio nella partita, forzando il primo timeout di coach Stevens sul 12-6. Il parziale degli ospiti si allunga fino al 10-0 prima che Horford e Tatum riescano a muovere il punteggio per i Celtics, ma Eric Gordon fa capire di essere in grande serata e a metà primo quarto è già a quota 11 punti. Non appena escono lui e Chris Paul per dare il via alle rotazioni di coach D’Antoni, però, è James Harden ad accelerare: il “Barba” punta continuamente il rientrante Aron Baynes e lo batte a ripetizione, salendo in fretta a 13 punti, mentre la difesa dei Celtics non sa già più cosa fare per arginarlo. L’uscita dal campo di Harden permette a Boston di rimettersi assieme, ma alla fine del primo quarto lo svantaggio è comunque in doppia cifra, sul 33-23. Ad inizio secondo quarto la coppia Paul-Gordon ricomincia da dove aveva lasciato, spingendo il vantaggio degli ospiti sul +16 (43-27 a 9:19 dall’intervallo) con il primo a ispirare il secondo dall’arco dopo uno splendido passaggio a tutto campo. I Celtics però trovano energia dalla coppia di riserve formata da Terry Rozier e Jaylen Brown, anche se lo svantaggio non torna sotto la doppia cifra quando rientrano i titolari. Insieme a Kyrie Irving infatti torna anche Harden, di conseguenza per Boston tornano gli stessi identiti problemi del primo quarto nel tenerlo lontano dal ferro: il candidato MVP fa quello che vuole e il vantaggio dei Rockets lievita a +20 (56-36) sul finire del secondo quarto. Un paio di giocate di Irving non cambiano la sostanza con cui si va all’intervallo: con 23 punti di Harden, 20 di Gordon e la miglior difesa della stagione, il primo tempo si conclude sul 65-43 per Houston.
Ci si aspetterebbe un’immediata riscossa da parte dei padroni di casa, ma l’inizio di secondo tempo è drammatico: la difesa dei Celtics si dimentica per due volte di Eric Gordon sul perimetro: per due volte viene punita dal numero 10 che firma le triple numero 6 e 7 della sua gara da 9 su 10 al tiro. Il timeout di Brad Stevens aiuta i biancoverdi a rimettersi quantomeno in sesto, ma la sostanza anche nel secondo tempo non cambia: Gordon e Harden continuano a fare quello che vogliono in attacco superando entrambi quota 30, mentre il vantaggio di Houston si mantiene più vicino alle 20 lunghezze rispetto alle 10. Di fatti, una tripla di Chris Paul porta i texani sul +22 quando si va a chiudere il terzo quarto sul 100-78, con i Celtics che mandano solo tre giocatori in doppia cifra (Irving 24, Horford 17 e Smart 16).
Quinta vittoria consecutiva per i Rockets. Partita numero 24 per James Harden con almeno 40 punti e sei triple a referto. Iman Shumpert ha saltato la sua seconda gara consecutiva a causa di un problema al polpaccio. Prossima partita: mercoledì notte, alla Scotiabank Arena di Toronto.
I Celtics hanno marciato con 1 su 13 dall’arco durante il primo tempo, concludendo la partita con 8 su 28 (29%). È la quinta sconfitta dopo in seguito all’All-Star break, in sei partite disputate. Prossima partita: mercoledì notte, alla Oracle Arena di Oakland.
Memphis Grizzlies-Oklahoma City Thunder 95-99
“Non c’è due senza tre”, avranno pensato buona parte dei tifosi dei Thunder (nonostante le sconfitte fossero già quattro in fila): nella terza gara consecutiva saltata da Paul George, il sapore di beffa, per non dire “crisi”, era dietro l’angolo. I Thunder in casa sono stati sotto di 13 punti nel quarto periodo (89-76 a 6:34 dal termine dell’incontro) contro i Memphis Grizzlies privi di Mike Conley. “Crollo verticale” e “Che schianto” erano i titoli che ronzavano nella testa dei cronisti a bordocampo, con OKC scavalcata al terzo posto a Ovest da Portland. A rimettere le cose nella giusta direzione per i Thunder invece ci ha pensato Russell Westbrook, opaco per tre quarti (chiusi tirando 3 si 13 complessivo dal campo), per poi piazzare un 4 su 7 e 12 punti risultati letali per Memphis. Sono suoi soprattutto i due canestri che decidono la sfida: prima la tripla con esitazione sullo scarico (peraltro un classico movimento, perfetto per perdere ritmo) a un minuto dalla sirena che fissa il punteggio sul 93-93 e poi il jumper dalla media del sorpasso. Un possesso di Westbrook da Westbrook: palleggio a zonzo in giro per il campo e attacco dopo una decina di secondi, sfruttando il blocco di Steven Adams. Arresto all’altezza della lunetta: solo rete. OKC tiene a 6 su 21 dal campo Memphis nell’ultimo quarto, che non va oltre i 27 punti di Avery Bradley (che continua a giocare al massimo, nonostante l’ambiente che lo circonda non sempre gli vada dietro) e i 16 con 13 rimbalzi di Jonas Valanciunas.
OKC torna al successo nella seconda partita del 2019 chiusa con meno di 100 punti segnati, lasciandosi alle spalle quattro sconfitte e dimostrando che la forza dei Thunder spesso passa dalla difesa. Per gli uomini di coach Donovan da rilevare anche i 17 punti con 11 rimbalzi (career-high) di Dennis Schröder e 13 punti con 22 rimbalzi di Steven Adams. Prossima partita: mercoledì notte, al Target Center di Minneapolis.
I Grizzlies hanno tenuto al 31.9% dal campo i Thunder per i primi tre quarti, prima di concedere un 45.8% nell’ultimo decisivo quarto. Conley resta a riposo per un “dolore generale”: raggiunte le 55 gare giocate e incassata la certezza di essersi garantito diversi milioni di dollari di contratto, era ipotizzabile che avrebbe iniziato a tirare il fiato più spesso del solito. Prossima partita: mercoledì notte, in casa contro i Portland Trail Blazers.
Toronto Raptors-Detroit Pistons 107-112 OT
E se i problemi per i Raptors ai playoff si presentassero già nel primo turno? Un eventuale incrocio con i Pistons in effetti non sarebbe dei migliori, non fosse altro per coach Casey, al secondo successo in altrettante partite stagionali “da ex” contro Toronto. Uno che la realtà canadese la conosce bene, abile a motivare i suoi ragazzi nella sfida vinta all’overtime da quella che si conferma come una delle squadre più in forma della Lega. Detroit ci mette 53 minuti ad avere la meglio sui Raptors, che grazie a OG Anunoby si prendono il canestro del 100 pari a 26 secondi dal termine. All’overtime il trascinatore degli ospiti è Kyle Lowry, che segna sette punti in fila in una sfida da 35 totali per lui (massimo in stagione) con 7 rimbalzi e 5 assist. Non bastano a vincere in Michigan, con i Pistons che si prendono la nona vittoria nelle ultime 11 partite con Blake Griffin miglior realizzatore a quota 27 punti (14 nel primo quarto). Kawhi Leonard resta a guardare e spiega le ragioni della sua assenza chiamando in causa le sole nove partite giocate un anno fa: “Quest’anno sono già 48, so bene quale sia il piano generale e l’obiettivo da raggiungere nei prossimi mesi”.
I Pistons (31-31) si godono il sorpasso sui Nets (32-33), figlio di un periodo positivo e di una striscia di successi che hanno portato Detroit al sesto posto a Est. Da segnalare i 19 punti con cinque triple di Luke Kennard e i 19 punti a referto di Reggie Jackson. Prossima partita: giovedì notte, in casa contro i Minnesota T’Wolves.
Il sesto posto di Detroit è una buona notizia anche per Toronto, attualmente seconda: al primo turno dovrebbe esserci qualche squadra più abbordabile da affrontare per loro. Sono stati 21 i punti per Pascal Siakam, mentre Gasol e Anunoby ne segnano 13 a testa. Prossima partita: mercoledì notte, in casa contro gli Houston Rockets.
New York Knicks-Los Angeles Clippers 107-128
Basta vedere i parziali del primo tempo per capire l’andamento della gara: 20-38 per i Clippers al primo riposo, 26-44 nel secondo quarto per un complessivo vantaggio di 36 lunghezze con cui i padroni di casa sono tornati negli spogliatoi (46-82). A poco conta allora che nel secondo tempo i Knicks abbiano vinto entrambi i quarti, dato che la partita era già finita: alla fine sono sei i giocatori in doppia cifra per i losangelini, con 21 punti del rookie Landry Shamet (le sue 7 triple nel solo primo tempo sono un record per una matricola dal 2002/2003) e 20 punti di un Danilo Gallinari chirurgico; con 8 su 15 al tiro e 3 su 6 dalla lunga distanza insieme a 7 rimbalzi e 4 assist, a coach Doc Rivers è bastato tenerlo in campo 23 minuti per ricevere il miglior plus-minus di squadra (+21). Per i Knicks sono cinque i giocatori in doppia cifra, tutti tra i 17 punti di Vonleh e Dotson e i 16 di Trier, Robinson e Mudiay, senza però impedire l’ennesima figuraccia in questa stagione disastrata.
Si sta trasformando in realtà il sogno playoff dei Clippers (36-29), che ora hanno tre partite e mezza di vantaggio sul nono posto (31-31) e addirittura cinque sui Lakers decimi (30-33), che affronteranno nell’imminente derby. Prossima partita: martedì notte, allo Staples Center di Los Angeles (Lakers).
Cinquantesima sconfitta in stagione per i Knicks: solo i Suns hanno perso più partite (51). Fuori l’ex DeAndre Jordan, ormai out da quattro partite consecutive (distorsione alla caviglia sinistra). Prossima partita: martedì notte, al Golden 1 Center di Sacramento.
Altre dai campi:
Allo Spectrum Center di Charlotte si impongono 118-108 i Trail Blazers contro gli Hornets. Il fattore campo non ha aiutato la squadra James Borrego, piegata nell’ultimo quarto da un parziale di 37-28, nel quale la doppia-doppia del bosniaco Jusuf Nurkic (26-15–6) è stata decisiva ai fini del risultato pieno ottenuto dagli uomini di coach Terry Stotts. Da rimarcare anche i 27 punti messi a referto da Rodney Hood, mentre per gli Hornets il miglior realizzatore è stato Jeremy Lamb (23 punti), con Kemba Walker autore di 18 punti e 12 assist.
Altro successo esterno quello degli Hawks sul campo dei Chicago Bulls. Lo United Center è stato territorio di conquista di Atlanta ed Alex Len (28-9-2) e Dewayne Dedmon (13-2-2) sono stati i fautori dell’epilogo favorevole alla compagine di Lloyd Pierce. Tra le fila dei Bulls ottima prova del finlandese Lauri Markkanen (19 punti, 9 rimbalzi e 3 assist) ma poco utile ai fini del riscontro finale.
Alla Quicken Loans Arena successo dei Cavaliers 93-107 contro i Magic. La grande prestazione collettiva di Cleveland, con Jordan Clarkson miglior realizzatore (18 punti) e la doppia doppia-doppia di Kevin Love (16-14-2), ha permesso ai ragazzi di Larry Drew di piegare Orlando nonostante un Nikola Vucevic stellare, che ha ottenuto la decima doppia doppia-doppia nelle ultime undici partite grazie ai suoi 28 punti, 13 rimbalzi e 6 assist.
A completare il quadro il successo dei Wizards alla Capital One Arena per 121-135 contro i Minnesota Timberwolves.
Tutti i risultati della notte tra domenica 3 e lunedì 4
Houston Rockets-Boston Celtics 115-104
Memphis Grizzlies-Oklahoma City Thunder 95-99
Toronto Raptors-Detroit Pistons 107-112 OT
New York Knicks-Los Angeles Clippers 107-128
Portland Trail Blazers-Charlotte Hornets 118-108
Atlanta Hawks-Chicago Bulls 123-118
Orlando Magic-Cleveland Cavs 93-107
Minnesota T’Wolves-Washington Wizards 121-135