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La notte italiana di giovedì 3 gennaio ha visto lo svolgersi di tre partite della regular season NBA 2018/2019. Il mattatore assoluto della notte (e di molti notti NBA recenti) è James Harden, che in casa dei campioni in carica si mette i Rockets sulle spalle, portandoli all’overtime e vincendo la partita con una tripla a un secondo dallo scadere. Sacramento, invece, perde un’occasione d’oro per potersi riavvicinare all’ottavo seed detenuto dai Lakers, ma l’avversario, ovvero i Nuggets primi ad ovest, era uno dei più arcigni. A San Antonio partita perfetta da parte degli uomini di Pop, mai in discussione dal primo all’ultimo minuto contro i Raptors dell’ex Leonard, che ultimamente stanno perdendo colpi e lucidità .
Houston Rockets-Golden State Warriors 135-134 OT
Una delle migliori partite di questa regular season a mani basse: decisa da Harden con una tripla contestata da due signori difensori, quali Draymond Green e Klay Thompson, che gli mettono almeno quattro mani in faccia (probabile anche un fallo di Green sul tiro). Mette a referto la sua seconda tripla doppia della settimana e la sua quinta partita di fila da 40 o più punti. Durant ha poi il tiro per la vittoria nelle mani, ma è un tiro complicato anche per il due volte MVP. Curry aveva portato a 23.4 secondi dalla fine dell’OT i Warriors avanti di due, con un canestro che doveva essere clamorosamente annullato: il 30 riceve un rocambolesco assist da Durant, il quale, al momento del passaggio, è quasi sdraiato con entrambi i piedi out of bounds. Harden, inoltre, segna altre due triple nell’overtime, a 3:52 e 2:02 dalla fine, prima per superare i Warriors, poi per riacciuffarli dopo la tripla messa a referto in contropiede dall’angolo da Curry. In seguito Thompson segnerà in contropiede, ma sarà lo stesso Harden a guadagnarsi due tiri liberi per il pareggio. In sostanza l’MVP regnante finisce con 44 punti, 10 rimbalzi e 15 assist, mentre Clint Capela contribuisce con 29 punti e 21 rimbalzi (di cui 9 offensivi, facendo soffrire mostruosamente a rimbalzo offensivo i Warriors, rimarcando quanto vi sia la necessità per Golden State di avere un vero centro in campo). Rivers, House e Green contribuiscono alla vittoria con 18 punti, 17 punti e 16 punti. I big three di Golden State si arrendono anche dopo una serata al tiro che li ha visti tutti e tre positivi: 35 punti per Curry, 26 per Thompson e Durant, con 35 su 70 al tiro. Draymond Green finisce con una proto-tripla-doppia: 9 punti, 11 rimbalzi e 10 assist. I Warriors si rammaricheranno per il vantaggio buttato a fine primo tempo (53-70): i Rockets erano fuori ritmo, con 6 su 23 dalla distanza (di cui un 3 su 9 di Harden), mentre i campioni in carica tiravano con un irreale 63% dal campo. Il terzo quarto finirà con un parziale di 39-28, dove Harden ha segnato 13 punti. Includendo i 50 punti segnati il 13 dicembre contro i Lakers, Harden con questa partita ha segnato almeno 30 punti in 11 partite consecutive. Lunedì era andato 27 volte in lunetta contro i Grizzlies: coach Kerr ha chiaramente detto ai suoi di fare meno falli possibile e, difatti, Harden ha tirato “solo” 9 liberi. Si rivede James Ennis per i Rockets che, a causa di un problema al tendine del ginocchio, aveva saltato 10 partite di fila. Ancora ai box invece Eric Gordon, per la seconda partita di fila a causa di una contusione al ginocchio. I Rockets han vinto 9 delle ultime 10 partite e sono definitivamente la squadra più in forma della lega: sono al quarto seed, a sole due partite dai Warriors terzi. Per i Warriors Looney va in doppia cifra per la nona volta in questa stagione. Durant è il sesto tra i giocatori attivi a raggiungere la soglia dei 22.000 punti: nello stesso club James, Nowitzki, Carter, Anthony e Wade.
Denver Nuggets-Sacramento Kings 107-103
Jamal Murray trascina Denver e mette a referto 17 dei suoi 36 punti nel quarto quarto, in un venerdì notte dove i Nuggets ottengono la loro quarta vittoria consecutiva. Doppia doppia per Nikola Jokic da 26 punti e 13 rimbalzi. Lo emula Mason Plumlee con una prestazione di minor resa: 10 punti e 12 rimbalzi per lui. Il leader dei Kings è Buddy Hield con 29 punti. Occasione dunque sprecata per Sacramento, che alla fine del primo tempo ha 13 punti di vantaggio (53-66). Non solo: con il jumper a 10:55 dalla fine del terzo quarto, i Kings hanno addirittura 15 punti di vantaggio (55-70). Poi si accende Murray, il quale segna 8 punti di fila nel successivo parziale di 13-0 per i Nuggets, tra cui due triple. La squadra in trasferta riesce anche ad andare in vantaggio, ma sostanzialmente si entra nel quarto quarto in perfetta parità (84-84). Murray marca di nuovo il territorio con una tripla ad inizio quarto quarto: i Nuggets d’ora in avanti non andranno più in svantaggio. Con sei minuti rimanenti sul cronometro, Denver costruisce un vantaggio di 10 punti (100-90). I Kings tuttavia non vogliono mollare la partita: Hield segna tre triple di fila per mantenere Sacramento in scia. I californiani riescono ad avvicinarsi fino al 108-106 a 1:25, prima che Murray sferri il colpo di grazia con due triple consecutive. I Nuggets hanno dominato a rimbalzo i Kings, con un 54-33 per quanto riguarda i palloni raccolti dopo tiri sbagliati. Si confermano in uno stato di forma smagliante, con l’ottava vittoria nelle ultime dieci uscite. Per i Kings è la terza sconfitta di fila contro i Nuggets, di cui due nella stagione corrente. Con una vittoria questa notte sarebbero potuti andare ad una vittoria di distanza dai Lakers, mettendo fiato sul collo a LeBron & Co: non sono queste le partite da vincere obbligatoriamente, ma per come si era messa questa notte ci si poteva fare più di che un pensiero.
Toronto Raptors-San Antonio Spurs 107-125
I San Antonio Spurs imprimono una difesa soffocante ai danni dei Raptors. Toronto regge solo i minuti iniziali, per poi essere sopraffatta dagli Spurs e da un AT&T Center più acceso che mai: causa di ciò il primo ritorno a casa di Kawhi Leonard, il quale se lo sarebbe aspettato di gran lunga migliore. Vi è tuttavia un altro ex, il protagonista del match: DeMar Derozan mette a referto una tripla doppia da 21 punti, 14 rimbalzi e 11 assist con un numero economico di tiri (15 tiri tentati, di cui nessuno dalla lunga distanza) e solo 3 palle perse in 33 minuti (per un giocatore che non è mai stato un eccelso trattatore della palla). È il primo giocatore Spurs dopo Tim Duncan nel 2007 a registrare 15 punti, 10 rimbalzi e 5 assist in un solo tempo. Non solo: è il primo giocatore dopo lo stesso Duncan nel 2003 a registrare una tripla doppia in casa (accolta con standing-ovation dopo il decimo assist concesso ad Aldridge). Altri tre giocatori ruotano attorno ai 20 punti, tra cui Aldridge (23), Forbes (20) e White (19).
Leonard segna 21 punti con un ottimo 8 su 13 dal campo, ma la rabbia dei tifosi Spurs sembra abbia avuto impatto sul candidato MVP. Presentatosi alla lunetta per sette tentativi, è stato accolto da epiteti come “quitter” oppure “traitor”, da parte dei tifosi che l’hanno amato per sette anni. A fine partita coach Pop l’ha ovviamente abbracciato e l’ha accompagnato a salutare lo staff degli Spurs, tra cui Ettore Messina. Popovich in seguito alla partita si è dichiarato dispiaciuto di tutto ciò che è successo. L’altro ex, Danny Green, non se l’è passata meglio, terminando a secco di punti con 0 su 7 dal campo. Dopo aver condotto la gara con 26 punti di vantaggio nel primo tempo (51-67), gli Spurs hanno aperto il secondo tempo con un parziale di 0-12 che ha sostanzialmente chiuso la gara (51-79). Il vantaggio di 28 punti dopo quest’ultimo parziale sarà il più ampio all’interno del match.
A sorpresa di Popovich, Rudy Gay ha giocato 23 minuti in questa partita: il coach pensava per l’appunto che il veterano avrebbe saltato la partita per una distorsione al polso sinistro. Per i Toronto Raptors continua la striscia di partite in cui Lowry è assente: questa è la quarta, sempre a causa del problema alla zona lombare. I canadesi sembrano aver perso il ritmo d’inizio stagione, avendo vinto solo 5 partite delle ultime 10: se vincono, inoltre, non riescono a vincere con ampio scarto come a inizio stagione.
Tutti i risultati di giovedì 4 gennaio
Houston Rockets-Golden State Warriors 135-134
Denver Nuggets-Sacramento Kings 107-103
Toronto Raptors-San Antonio Spurs 107-125