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La notte italiana di giovedì 7 febbraio ha visto in scena lo svolgersi di sette partite della regular season NBA 2018/2019. In primo piano sicuramente la facilità con la quale Bucks e Warriors si impongono su Wizards e Spurs: i primi beneficiati probabilmente dalla migliore prestazione di Giannis in stagione, mentre gli ultimi grazie al duo Thompson-Durant (ma anche alle assenze di Aldridge e DeRozan). Mini-crisi per Denver, che subisce la seconda sconfitta consecutiva al Barclays Center di Brooklyn, dopo aver concesso ai Nets due quarti interi. Vittoria di Dallas in casa contro Charlotte, dove arriva la terza tripla-doppia in stagione di Doncic. Facili vittorie per Jazz e Rockets (Harden continua in scioltezza il suo periodo di grazia).
Denver Nuggets-Brooklyn Nets 130-135
Eccellente performance degli uomini di Atkinson, che controllano egregiamente la partita per un buon lasso di tempo, prima di adagiarsi sugli allori con troppo anticipo. Il migliore non può non essere D’Angelo Russell, con 27 punti e 11 assist a referto, contando anche un 6 su 9 dall’arco. DeMarre Carroll aggiunge 18 punti, 10 rimbalzi e 6 assist a una squadra che è stata beneficiata anche dal rientro di due infortunati: Joe Harris e e Treveon Graham segnano rispettivamente 17 e 16 punti, piazzando sette triple complessive.
Dopo aver iniziato zoppicando, Nikola Jokic riesce comunque a termina in tripla-doppia: 25, 14 e 10 sono i numeri della sua partita. Mason Plumlee piazza un season-high di 24 punti con un 10 su 12 dal campo, mentre Jamal Murray mette a referto 19 punti e 11 assist dopo aver saltato sei gare consecutive a causa di una distorsione alla caviglia. I Nuggets vengono ribaltati nel secondo quarto, dopo aver terminato sul +5 un primo quarto condotto anche in doppia cifra (35-30): Brooklyn termina il secondo parziale con 42 punti, generati principalmente da un 7 su 9 dall’arco; in fattispecie è tremendo il parziale di 6-17 negli ultimi tre minuti, nel quale i Nets vanno 6 su 6 dal campo, contando anche otto punti consecutivi di Joe Harris (60-72). Denver subisce il colpo, non riuscendo a rialzarsi neanche dopo l’intervallo lungo: Brooklyn apre i primi tre minuti del terzo quarto con un parziale di 6-15, nel quale D’Angelo Russell segna tre triple e mette a segno un libero a causa di un tecnico generato da un’infrazione di tre secondi difensivi di Plumlee (66-87). Il vantaggio rimane comparabile fino al termine del terzo periodo (87-108). A quattro minuti dalla fine dell’incontro Brooklyn tira i remi in barca, senza subire fortunatamente conseguenze: sul +15 subisce un parziale di 12-3 che porta Denver sul -6, ma sul cronometro della partita son rimasti solo 47 secondi (125-131); Rondae Hollis-Jefferson sorprende Jamal Murray con un taglio backdoor, schiacciando i punti della vittoria (125-133).
I Nets superano il numero totale di vittorie della scorsa regular season dopo solo 56 partite giocate. Reagiscono con 19 triple alla partita di martedì notte contro i Bucks, nella quale hanno tirato con 5 su 42 dall’arco. Tornato anche Allan Crabbe: 5 punti con una tripla in 13 minuti per lui, dopo 26 gare saltate per un problema al ginocchio.
Continua ad allenarsi in G-League Caris LeVert, che verrà rivalutato nella giornata di oggi. Sabato notte altra partita al Barclays Center, dove arrivano i Chicago Bulls.
Seconda sconfitta consecutiva per i Denver Nuggets. Gary Harris ha saltato la quarta partita di fila a causa di uno stiramento all’inguine, mentre Paul Millsap è assente per la seconda volta di fila per un dolore alla caviglia destra. La partita di sabato notte a Philadelphia contro i Sixers di Embiid, Simmons, Butler ed Harris non è sicuramente la migliore per risolvere il momento di defaillance.
Washington Wizards-Milwaukee Bucks 129-148
I Milwaukee Bucks mettono in auge in questa partita dei numeri clamorosi: gli uomini di Budenholzer sono la prima squadra a raggiungere le 40 vittorie, grazie alla miglior partita della stagione a livello realizzativo; tirano col 60,2% dal campo e col 63,3% dall’arco, mandando sei giocatori in doppia cifra. Il più produttivo tra questi non può che essere Giannis Antetokounmpo, che giganteggia con un 17 su 21 dal campo valevole per 43 punti, conditi anche da un tre su tre dall’arco. Bledsoe va in doppia-doppia con 22 punti e 11 assist, mentre Brogdon e Middleton terminano rispettivamente con 18 e 16 punti.
Affatto disprezzabile in ogni caso la prestazione dei Wizards, che mettono in mostra Beal e Bryant con 30 e 26 punti.
Il primo quarto è inspiegabile, dato che Milwaukee termina con 50 punti (a meno uno dal record all-time dei Warriors, raggiunto questa stagione contro i Nuggets): 20 su 25 è il fatturato dal campo e 7 su 8 quello dal perimetro, semplicemente la perfezione cestistica (35-50). A 6:54 dall’intervallo e dopo una schiacciata di Sam Dekker valevole per il -14 (48-62), i Bucks piazzano il parziale che li conduce al massimo vantaggio: un 7-18 che ,conducente al +25 Milwaukee, manderebbe ai titoli di coda il match (55-80). Appunto, manderebbe, dato che negli ultimi sei minuti del terzo quarto, sotto di 18 lunghezze dopo un finger roll di Antetokounmpo, i Wizards tornano sotto: 17-12 di parziale che porta Washington a -13, che poteva essere -11 se Giannis non si fosse inventato un lay-up nel traffico a tempo quasi scaduto (107-120). Il parziale diventa 23-12 se si aggiungono i sei punti consecutivi segnati dagli uomini di Brooks nei primi due minuti del quarto quarto (113-120). Milwaukee capisce di scherzare col fuoco e decide di stringere qualche bullone: sono 13 i punti consecutivi segnati, tra i quali ve ne sono 7 di Bledsoe, che stavolta portano davvero ai titoli di coda della partita.
Quinta vittoria consecutiva per i Bucks, la nona nelle ultime dieci partite se si vuole allargare il raggio di osservazione. Possiedono insieme ai Nuggets il miglior record casalingo della lega (23-4). Hanno tradato Thon Maker ai Detroit Pistons per Stanley Johnson nella giornata di ieri. Sabato notte saranno di scena in trasferta, a Dallas contro i Mavericks.
I Wizards ovviamente privi di Otto Porter Jr: l’ala è stata tradata ai Bulls per Jabari Parker e Bobby Portis giusto un’ora prima della partita; Porter marciava a 12.6 punti 5.6 rimbalzi di media in questa regular season. Sabato notte partita al Verizon Center, dove sono attesi i Cleveland Cavs.
Charlotte Hornets-Dallas Mavericks 93-99
Luka Doncic mette a referto 19 punti, 10 rimbalzi e 11 assist per la sua terza tripla-doppia stagionale, in una serata in cui non è proprio un cecchino (5 su 20 dal campo e 2 su 10 dal perimetro). Dorian Finney-Smith aggiunge 15 punti e 10 rimbalzi in una serata in cui i Mavs hanno tradato Harrison Barnes ai Kings, addirittura durante la partita (per Justin Jackson e Zach Randolph).
Tra gli Hornets è sempre il duo Walker-Lamb a tirare la carretta: 30 punti e 11 rimbalzi per l’All-Star, mentre 15 punti per il prodotto di Connecticut University.
Partita condotta perlopiù da Dallas, che nonostante i 22 punti nel primo tempo di Kemba Walker riesce ad essere avanti di sei lunghezze (46-52). Charlotte è più combattiva nel terzo quarto, siglando subito un parziale di 18-8, soprattutto grazie a 10 punti di Jeremy Lamb (64-60). Nei cinque minuti e mezzo finali ci sono quattro sorpassi e due pareggi, con i Mavs che riescono a spuntarla con tre punti di vantaggio (71-74). Nel quarto quarto gli Hornets non riescono più a tornare avanti: d’altro canto Dallas non riesce altrettanto a creare un cuscinetto sicuro tra sé e gli avversari. A 4:02 dalla fine della contesa un pull-up jumpshot di Lamb dona il -2 ai suoi (86-88). Dallas risponde con definitivo parziale di 5-9, iniziato da un gioco da tre punti e da una tripla di Doncic e concluso da una tripla di Finney-Smith (91-97): gli uomini di Borrego segnano solo due punti nei minuti finali, troppo poco per crederci ancora.
Record di franchigia dei Mavs per quanto riguarda triple segnate in un quarto: nel primo quarto gli uomini di coach Carlisle hanno tirato con 10 su 17 dall’arco. Il nuovo arrivato Tim Hardaway Jr ha terminato la sua prima partita con 12 punti. Dwight Powell sigla la sua seconda doppia-doppia in stagione con 11 punti e 12 rimbalzi. La serie di tre partite consecutive in casa termina sabato notte, quando i Bucks arriveranno all’American Airlines Center.
Non altrettanto eccellente la prestazione dalla lunga distanza degli Hornets, che tirano col 24%. Fuori stanotte Tony Parker a causa di uno stiramento alla schiena. Prossime tre gare tutte in trasferta: la più imminente è quella contro i Rockets.
San Antonio Spurs-Golden State Warriors 102-141
Gli Spurs rimangono in partita un quarto e mezzo, prima di essere travolti dai campioni in carica. Con un Curry più conservatore (o generoso) del solito (19 punti con 7 su 12 dal campo), i Warriors si affidano a Thompson e Durant: 26 e 23 punti, 30 su 36 dal campo e 7 su 9 da tre, semplicemente impeccabili.
Poco hanno potuto gli Spurs, privi di Aldridge e DeRozan (lasciati riposare da coach Pop): tra i pochi che si salvano bisogna menzionare Mills e Gay, rispettivamente con 16 e 15 punti.
Parte forte Kevin Durant, che a 4:28 dalla fine del primo quarto ha già raggiunto 15 punti; gli Spurs resistono grazie a 9 punti di Belinelli (che non va tuttavia a punti negli altri quarti) e 7 punti di Poeltl (31-33). Due parziali uccidono la partita nel secondo quarto: il primo è di 0-9 al suo inizio, con all’interno 5 punti di Klay Thompson (31-42); il secondo è di 2-14, al termine del quarto, con 6 punti di Iguodala e 4 di Curry (52-66). Nel terzo quarto c’è il definitivo KO tecnico degli Spurs: Golden State arriva a 49 punti, con 16 canestri assistiti; Thompson e Curry combinano per 20 punti, in un quarto dove i Warriors mandano a segno 17 dei primi 18 tentativi (83-115). Il quarto quarto serve solo a Kerr per far riposare i titolare e sguinzagliare la panchina.
I Warriors (38-15) approfittano delle due sconfitte consecutive dei Nuggets (37-17) per allungare in ottica primo seed ad ovest. La line-up Curry-Thompson-Durant-Green-Cousins è ancora imbattuta, al momento sul 6-0 di record. Golden State ha segnato almeno 100 punti nelle ultime 24 partite. Sabato notte trasferta a Phoenix, contro dei Suns con cui i Warriors non perdono da 17 gare consecutive.
Svanisce la streak di cinque vittorie di fila per gli Spurs, outscorati stanotte per 8-50 per quanto riguarda i punti in contropiede. Pop&Co non vincono alla Oracle dal 25 ottobre 2016. Assente Derrick White a causa di un dolore al tallone, al suo posto è partito in quintetto Davis Bertans. Venerdì notte trasferta nell’Oregon, dove gli Spurs sono attesi dai Blazers.
Tutti i risultati di giovedì 7 febbraio
Denver Nuggets-Brooklyn Nets 130-135
Washington Wizards-Milwaukee Bucks 129-148
Charlotte Hornets-Dallas Mavericks 93-99
San Antonio Spurs-Golden State Warriors 102-141
Houston Rockets-Sacramento Kings 127-101
Phoenix Suns-Utah Jazz 88-116
New Orleans Pelicans-Chicago Bulls 125-120