La notte italiana di domenica 20 gennaio ha visto lo svolgersi di dieci partite della regular season NBA 2018/2019. Partite da thriller questa notte in NBA, con almeno tre partite decise con giocate sul filo del rasoio. Eric Gordon manda all’overtime i Rockets dopo che Harden ha tenuto i suoi a galla: secondo overtime di fila dopo quello contro Brooklyn, stavolta con esito diverso. Secondo overtime di fila ed esito diverso anche per i Lakers, che buttano una partita di fondamentale importanza ai fini dei playoff, praticamente già vinta. A fine anno l’effetto sliding doors metterà a confronto quest’ultima partita con quella vinta invece da Sacramento, che si avvicina in classifica ai Lakers: è Buddy Hield l’eroe al buzzer-beater (e anche prima), con un tiro circense. Un circense è anche Paul George, che inchioda la partita con un gioco da 4 punti dopo che i suoi Thunder hanno fatto di tutto per perderla a Philadelphia. Boston soffre ad Atlanta ma sembra ormai aver trovato la quadratura del cerchio, vincendo grazie al perno certificato di quest’ultimo, di nome Kyrie Irving. Vittoria agevole per i Bucks, Antetokounmpo e Bledsoe, sempre più primi ad est.
Los Angeles Lakers-Houston Rockets 134-138 OT
Inseguendo per tutta la partita, Houston viene salvata e portata da Eric Gordon all’overtime. Colui che, tuttavia, mette sempre le condizioni per vincere è sempre James Harden: per lui 48 punti, 8 rimbalzi e 6 assist, con 14 su 30 dal campo e otto triple, aggiungendo un 12 su 15 dalla lunetta. Per Gordon invece 30 punti con cinque triple, alle quali si aggiunge un 11 su 12 dalla lunetta. Per i Lakers il solito Kuzma termina con 32 punti, con Ingram che aggiunge 21 punti (clamorosamente 11 nel solo overtime). Coach Walton è stato espulso durante il terzo quarto, ma le brutte notizie non finiscono qui: sempre nel terzo quarto Lonzo Ball è costretto ad uscire per sospetta distorsione alla caviglia a sinistra; il giovane playmaker è stato portato immediatamente all’ospedale per effettuare una lastra. Non a caso dopo la sua uscita i Lakers hanno perso aggressività in difesa e qualità in attacco, venendo risucchiati a poco a poco dai Rockets.
Tutto era partito bene per i Lakers: nel primo quarto Kuzma tira con 7 su 9 dal campo e segna ben 20 punti, dando ai suoi il +13 (39-26). Il vantaggio dei Lakers cresce in modo preoccupante per i Rockets, fino a raggiungere il +21 a 3:39 dalla fine del primo tempo dopo un turnaround hookshot di Zubac. La partita è saldamente nelle mani dei giallo-viola a fine primo tempo (64-46). A 8:47 dalla fine del terzo quarto, sul +17 Lakers (69-52), inizia la rimonta dei Rockets, proprio partendo dal possesso successivo all’infortunio di Ball: Houston piazza un parziale tremendo di 5-20 in tre minuti e mezzo, in cui Harden segna 10 punti e un ottimo Ennis ne segna 7; termina il parziale un tripla di PJ Tucker, che porta a +2 i suoi (74-72). In questo lasso di tempo i Lakers hanno segnato solo un canestro e son riusciti a perdere ben cinque palle. Il terzo quarto termina con il vantaggio degli uomini di coach Walton quasi annullato (86-82). A 2:45 dalla fine i Lakers sembrano aver allungato definitivamente dopo quattro punti consecutivi, raggiungendo un vantaggio di nove punti (112-103). Vantaggio che viene spazzato via dalle due triple successive di Harden e Gordon (112-109). Un minuto più tardi Los Angeles riesce a segnare quattro volte di fila dalla lunetta, ma Harden riesce, prima e dopo un lay-up di Zubac, a mettere due triple valide per il -3 a 32.7 secondi dalla fine. Stephenson sbaglia da tre e i Lakers decidono di mandare in lunetta Harden dall’altra parte: il “Barba” porta la partita sul -1 (118-117). Zubac è immacolato dalla lunetta. Con la squadra a -3, Gordon infila in controtempo la tripla del pareggio a 2 secondi dalla fine: è overtime al Toyota Center. Sul 130-131 Ingram sbaglia una tripla fondamentale per spaccare la partita, dopodiché il gioco è molto spezzettato a causa dei molti liberi: Harden ne segna solo uno per il +2, ma sul possesso successivo Ingram pareggia con un fadeaway shot, alla Durant si potrebbe dire. Harden riceve altri liberi ma continua a segnarne solo uno e, sul possesso successivo, Caldwell-Pope tira un airball dal perimetro. Gordon sbaglia un altro libero, ma i Lakers non hanno la minima intenzione di recuperarla: Hart e Kuzma combinano un pasticcio sulla rimessa successiva e perdono palla. Eric Gordon stavolta segna entrambi i liberi e mette in ghiaccio la partita.
Non arriva il terzo cinquantello di fila per Harden (che perde la chance di eguagliare Kobe Bryant), tuttavia è la diciannovesima partita di fila con almeno 30 o più punti a referto. L’ex OKC dovrà fare gli straordinari senza Paul e Capela, con i Rockets che devono mantenere un vantaggio di due partite sull’ottavo seed. Il fortino di Philadelphia rappresenta la prossima partita degli uomini di D’Antoni, martedì notte. Lakers (25-22) momentaneamente fuori dalla zona playoff, staccati dai Jazz (26-21) e quasi risucchiati dai Kings (24-22). Neanche in panchina LeBron James, che non ha seguito la squadra in questa trasferta: tredicesima partita saltata per il “Prescelto”, la quale assenza sta facendo affossare i Lakers. Prossima partita allo Staples, contro i Warriors, dove martedì notte si capirà molto del destino dei Lakers.
Boston Celtics-Atlanta Hawks 113-105
Boston e Kyrie hanno trovato la giusta chimica, anche nei back-to-back. Partita non scontata contro Atlanta, avente giovani dal futuro brillante e vogliosi di mettersi in mostra: Boston fatica e insegue per almeno tre quarti, per poi risolverla all’ultimo quarto. Manco a dirlo Irving termina con 32 punti, 11 su 19 dal campo e 5 su 8 dal perimetro. Tatum e Horford seguono il proprio leader con rispettivamente 19 e 13 punti. Kevin Huerter conduce Atlanta con 19 punti, mentre il rookie Trae Young termina con 19 punti. Ennesima doppia-doppia per John Collins, che mette a referto 15 punti e 11 rimbalzi. Atlanta crea e sostanzialmente mantiene il buon vantaggio di otto punti creato nel primo quarto (28-36), grazie a 9 punti di Bembry e 7 di Huerter. I Celtics non scendono mai sotto i tre punti di margine e, addirittura, a 8:54 dalla fine del terzo quarto vanno a -10 dopo un floating jumpshot di Trae Young (65-75): il terzo quarto termina con un +6 di Atlanta (83-89). Inaugurano il quarto quarto 5 punti di Rozier e 4 punti di Carter (88-93), prima che i Celtics impongano un parziale di 9-0 firmato quasi totalmente da 7 punti di Jaylen Brown (97-93). Trae Young risponde subito con una tripla (97-96) e la partita si mantiene equilibrata fino al lay-up di Irving a 5:40 dalla fine per il 101-100. Le squadre non segnano per due minuti prima che Horford metta quattro liberi di fila, seguiti da un suo tip-in e da un floating jumpshot di Irving che chiudono la pratica (109-100). Terza vittoria di fila per i Celtics in seguiti ad altrettante sconfitte di fila. Irving segna 15 degli ultimi 19 punti in verde del primo tempo: se Brown ha spaccato la partita, lui l’ha tenuta in equilibrio. Assente Hayward a causa della nascita del suo terzo figlio. Boston alla ricerca della sua quarta vittoria di fila mercoledì notte, all’American Airlines Arena di Miami. Tra gli Hawks continua a brillare Kevin Huerter, il quale approfitta dei minuti di Kent Bazemore (ancora out a causa di una distorsione alla caviglia destra): il giovane guida i rookie per percentuale dall’arco, con un superbo 45.5%. Per Atlanta prossima partita in casa, contro gli Orlando Magic.
Oklahoma City Thunder-Philadelphia 76ers 117-115
Partita rocambolesca che finisce nelle mani di OKC, non a caso grazie a una prodezza di George (salvando la pelle a Schröder), che ruba lo show a Embiid e Westbrook dopo che questi ultimi, un minuto prima, sono arrivati a poco per far accendere una rissa. Partita sontuosa di Paul George con 31 punti, 6 rimbalzi, 5 assist e 3 palle rubate. Westbrook termina con 21 punti, 10 rimbalzi e 6 assist, mentre Dennis Schröder contribuisce con 21 punti.
Embiid non è da meno con 31 punti, 8 rimbalzi e 6 assist, mentre Simmons arriva a un assist dalla tripla-doppia (20 punti, 15 rimbalzi e 9 assist). Partono bene i Thunder, che arrivano a toccare un massimo vantaggio di 16 punti nel primo quarto a 2:46 dopo un lay-up di Schröder (31-15). Vantaggio che ha vita breve, dato che i Sixers terminano il quarto con un parziale di 2-10 condito da 7 punti di Redick (33-25). A 3:13 dalla fine del primo tempo OKC mantiene il vantaggio guadagnato (55-47), ma si addormenta nei minuti finali come accaduto nel primo quarto: altre due triple tra Chandler e Redick portano il deficit sul -3 (59-56). Nel terzo quarto i Thunder provano a dare lo strappo decisivo a 6:41, con i Sixers in vantaggio di un punto (66-67): otto punti consecutivi portano gli uomini di coach Donovan a terminare il terzo parziale con un signor vantaggio di nove punti (88-79). A 9:43 i Sixers toccano uno svantaggio di -11 dopo un lay-up di Schröder (92-81), ma riescono a pareggiare sul 95-95 dopo 8 punti di Redick e 4 di Embiid. A 1:49 dalla fine Westbrook subisce un duro fallo in contropiede (intenzionale o meno) da parte di Embiid, con il numero 0 che viene trattenuto dai suoi compagni al fine di non far sfociare il tutto in una rissa. Si arriva ai minuti finali, sul 113-110, dopo che George ha messo a referto due liberi a 20.9 secondi dalla fine. Embiid subisce un fallo da Westbrook che costa ai Thunder tre tiri liberi, segnati con freddezza dal camerunense. Sulla rimessa successiva Schröder compie la frittata: ricevuta la ricezione dalla rimessa, viene raddoppiato e lancia in aria un passaggio per Adams che è palesemente fuori bersaglio; Butler ringrazia e conclude con il lay-up del +1. Poi la giocata decisiva: Paul George prende e segna un catch and shoot dopo una rimessa, Butler gli frana addosso e compie un fallo che permette a George di segnare quattro punti. Con i Thunder sul +2 (117-115) Butler ha l’ultimo tiro, che non va a bersaglio.
Tornano a vincere i Thunder dopo due sconfitte consecutive: vincono la partita numero 19 di fila contro i Sixers, i quali non battono Oklahoma dal 15 novembre 2008. Prossima tappa martedì notte al Madison Square Garden, contro New York. Per quanto riguarda i Sixers sconfitta numero 5 su 24 partite disputate in casa: gli uomini di coach Brown son passati dall’avere un quarto seed intoccabile (30-17) all’avere i Celtics alle calcagna (28-18). Embiid arriva a 20 gare in questa regular season con almeno 30 punti segnati: l’ultimo a farlo in canotta Sixers era stato Allen Iverson. Per JJ Redick 54 partite consecutive in doppia cifra di realizzazione. Prossima tappa sempre in casa, martedì notte contro gli Houston Rockets.
Sacramento Kings-Detroit Pistons 103-101
Altro finale elettrizzante alla Little Caesars Arena di Detroit, dove Buddy Hield mette a segno il suo primo buzzer-beater per la vittoria nella sua carriera, concludendo con 35 punti, 13 su 22 dal campo e un quasi immacolato 7 su 9 dall’arco. De’Aaron Fox e Marvin Bagley concludono entrambi con 14 punti, mentre Willie Cauley-Stein aggiunge 12 punti. I Pistons senza Andrè Drummond (protocollo NBA a causa di un problema al naso del centro di Detroit) hanno comunque un Blake Griffin in grande spolvero con 38 punti a referto. Dopo di lui arriva Luke Kennard con 19 punti e quattro triple: nessun altro giocatore dei Pistons riesce ad arrivare alla doppia cifra. Griffin parte forte con 14 punti nel solo primo quarto, ma Hield con 9 non è da meno. La solfa si ripete nel secondo quarto, iniziato con Detroit sul +4 (26-30) e terminato sempre con Detroit avanti sul +6 (51-57): i due “main-leaders” prima citati terminano il primo tempo rispettivamente con 22 e 20 punti. I Pistons in seguito riescono ad allungare, non facendo praticamente mai andare a punti Hield nel terzo quarto: Sacramento prova a restare aggrappata con 8 punti di Cauley-Stein e 7 di Fox, ma lo svantaggio a fine terzo quanto ammonta a otto lunghezze (74-82). I Pistons vincono in pratica a livello di punteggio ogni singolo quarto, per poi buttare alle ortiche la partita nell’ultimo periodo. A 10:54 dalla fine la partita sempre finita dopo una tripla di Kennard (74-87). I Kings tenacemente rimangono in scia a 3:29 dalla fine della partita (86-93), prima che Hield possa aprire il fuoco: prima due triple back-to-back e poi un pullup jumpshot con and-one portano Sacramento a -1 (95-96). A 1:11 dalla fine Hield viene perso dalla difesa di Detroit e brucia la retina da tre dopo il decimo assist di Fox, dando finalmente il vantaggio ai Kings (100-99). Non ci sta Blake Griffin, che a 55.8 secondi dalla fine riporta avanti i suoi con un lay-up. Rimessa Kings a 3.4 secondi dalla fine: ricezione difficoltosa per Hield, che tuttavia riesce a svincolarsi e a segnare con un passo e tiro la tripla al buzzer-beater. Vittoria di valore capitale per i Kings (24-22), che sono ora solo a mezza partita dai Clippers ottavi (24-21) e dai Lakers noni (25-22), che avranno partite toste contro Spurs e Warriors. Per i Kings la prossima tappa è altrettanto complicata, martedì notte a Brooklyn contro i Nets. I Pistons (20-25) sembrano invece non averne per raggiungere l’ottavo seed occupato dagli Hornets (22-23). Assente stanotte come già detto Drummond. Fuori anche Ish Smith a causa di un problema all’inguine. Per gli uomini di coach Casey prossimo match sempre martedì notte, contro i Wizards.
Milwaukee Bucks-Orlando Magic 118-108
Per una volta l’uomo copertina non è Giannis (che termina comunque con 25 punti e 13 rimbalzi), bensì Eric Bledsoe: per lui 30 punti con un quasi perfetto 12 su 14 dal campo. Brogdon e Middleton aggiungono rispettivamente 18 e 15 punti. Tra i Magic consueta prestazione solida da 27 punti per Vucevic, seguita dai 16 di Ross e dai 14 di DJ Augustin. I Bucks controllano la partita nel primo tempo, arrivando addirittura sul +19 a 4:40 dal suo termine (53-34), concludendolo tuttavia sul +13 (59-46). A 4:51 dalla fine del terzo quarto (78-67), i Magic attuano una semi-rimonta, terminando il quarto con un parziale di 9-15 sancito da 6 punti iniziali di Vucevic e da 9 punti finali di un caldissimo Terrence Ross (87-82). Una tripla di Martin ad inizio quarto quarto porta la pratica sul -2 (87-85), ma i Magic non si avvicineranno ulteriormente: dopo un lay-up di Antetokounmpo arriva un altro lay-up di Brogdon, prima di 8 punti firmati Bledsoe, che chiudono sostanzialmente la gara a 9 minuti dalla fine (99-89). I Magic non trovano più forze per un’ulteriore reazione. Quarta vittoria di fila per i Bucks, sempre più migliore squadra della lega per quanto riguarda il record (33-12). “Outscorano” 33-2 i Magic per quanto riguarda i punti in contropiede segnati stanotte. Arrivati ad Orlando giovedì, gli uomini di Budenholzer hanno avuto tre giorni di riposo prima di questa partita. La prossima è però martedì sera contro Dallas, in casa. Terza sconfitta di fila per Orlando, che probabilmente saluta definitivamente l’ottavo seed valido per i playoff. Nulla è ancora scritto, ma le prestazioni non si possono discutere: un minimo di morale può essere riguadagnato martedì notte ad Atlanta, contro gli Hawks.
Tutti i risultati di domenica 20 gennaio
Los Angeles Lakers-Houston Rockets 134-138 OT
Boston Celtics-Atlanta Hawks 113-105
Oklahoma City Thunder-Philadelphia 76ers 117-115
Sacramento Kings-Detroit Pistons 103-101
Milwaukee Bucks-Orlando Magic 118-108
Memphis Grizzlies-Toronto Raptors 90-119
Phoenix Suns-Charlotte Hornets 115-135
Miami Heat-Chicago Bulls 117-103
Dallas Mavericks-Indians Pacers 99-111
Cleveland Cavs-Denver Nuggets 102-124