La notte italiana di sabato 9 marzo ha visto in scena lo svolgersi di nove partite della regular season NBA 2018/2019. È il duo Gallinari-Williams il protagonista della notte, con 74 punti combinati che stendono allo Staples Center gli Oklahoma City Thunder: per il Gallo i punti totali son 34 (di cui 15 nello stupendo primo quarto), mentre “Sweet Lou” ne sigla 40 dalla panchina (prendendo letteralmente per mano i suoi nel quarto quarto). Dopo due gare di assenza torna tra le file dei Warriors Klay Thompson, che contro Denver scuote la squadra con la sua sempre fredda energia: la mano del figlio di Mychal è tuttavia sempre bollente, con 39 punti conditi da un 9 su 11 dall’arco. Facili vittorie per Houston e Toronto nei confronti di Philadelphia e Pelicans: i protagonisti sono, come spesso accade, Harden e Leonard.
Oklahoma City Thunder-Los Angeles Clippers 110-118
Danilo Gallinari mette subito in chiaro di voler recitare da protagonista nella gara contro i Thunder: l’azzurro segna 15 punti nei primi 6 minuti di gara, trascinando i suoi Clippers anche sul +10 (20-30) in un primo quarto chiuso però sopra solo di 4 punti (32-36) grazie ai 10 punti consecutivi di Russell Westbrook, che chiude a sua volta con 15 la prima frazione mantenendo così in gara i suoi e dando vita a un fantastico duello diretto tra due grandi giocatori al loro meglio. Con Gallinari ancora in campo (e ancora decisivo) arriva anche il secondo tentativo di allungo di Los Angeles, che a metà del secondo quarto torna a guadagnarsi un vantaggio in doppia cifra che arriva anche fino al +14 del 48-62 firmato da un tiro libero di Landry Shamet. I losangelini vanno all’intervallo sul 56-68. I Thunder ritornano decisamente in partita sul finire del terzo quarto, quando, completato dal primo canestro del quarto periodo, piazzano un parziale di 15-2 che li riportano a -1 (87-88). Tutti da giocare allora gli ultimi dodici minuti, da sempre il regno di Lou Williams, che infatti non a caso risponde per primo con una tripla portando già a 26 il suo bottino in apertura dell’ultimo periodo. Anche Oklahoma City però ha le sue frecce all’arco per giocarsi le proprie chance nei momenti clutch della partita, e una di queste risponde al nome di Paul George, la cui tripla a 4:20 dalla fine dà agli ospiti il primo vantaggio dal primo quarto, anche approfittando di un momento di impasse offensiva dei Clippers, che sbagliano 10 tiri consecutivi prima che a ritrovare il canestro sia proprio Danilo Gallinari. È il centesimo punto della sua squadra, seguito sul possesso successivo dal sesto fallo di Paul George (incassato da un furbissimo Patrick Beverley) che toglie dal campo uno dei grandi protagonisti della gara che chiude a 15 punti con solo 5 su 16 al tiro. Russell Westbrook da una parte (canestro e libero aggiuntivo realizzato seguito da una tripla fuori equilibrio) e Lou Williams dall’altra (tripla su assist di Gallinari più altri due punti con un jumper in isolamento) si scambiano canestri decisivi, ma la gara ancora non si decide. Gallinari tocca quota 30 col canestro del 107-110 Clippers quando si entra nell’ultimo minuto di gioco, ma la giocata ancora più importante il ragazzo di Graffignana la fa in difesa, subendo un decisivo sfondamento su Russell Westbrook per il suo sesto fallo di serata, che manda in panchina il numero 0 di OKC fino al termine della gara: è il break decisivo per Los Angeles, che cavalca ancora un caldissimo Lou Williams, che alle sue solite prodezze offensive unisce anche una decisiva palla rubata nel finale (chiude a quota 40 con 13 su 24 dal campo ma anche 7 rimbalzi, 5 assist e 4 recuperi). Dalla lunetta anche Danilo Gallinari mette le ultime pennellate a una partita assolutamente strepitosa, realizzando quattro liberi in fila (12 su 15 per lui a cronometro fermo), chiudendo a quota 34 con 10 su 19 al tiro e stabilendo così il suo massimo in carriera da quando è un giocatore dei Clippers. Con 74 dei 118 punti totali realizzati dalla loro magica coppia, Los Angeles si aggiudica una gara importante contro un avversario di primo livello nella Western Conference, a cui non bastano i 32 punti con 8 rimbalzi e 7 rimbalzi di Russell Westbrook.
Quarta vittoria consecutiva per i Clippers. il sesto uomo di coach Rivers è una serata magica nella quale, oltre a realizzare il trentello numero 28 della sua carriera in uscita dalla panchina (nuovo record nella storia della lega), supera Jamal Crawford per diventare il secondo realizzatore dalla panchina di sempre. Prossima partita: martedì notte, in casa contro i Boston Celtics.
È la sesta sconfitta nelle ultime otto uscite per i Thunder. Ben cinque giocatori hanno dovuto spendere quattro o più falli. Prossima partita: martedì notte, alla Vivint Smart Home Arena di Salt Lake City.
Philadelphia 76ers-Houston Rockets 91-107
Gli Houston Rockets sono tornati e non hanno intenzione di fermarsi. Il modo in cui hanno imposto la propria superiorità nei confronti dei Philadelphia 76ers (pur privi di Joel Embiid) deve far ben sperare coach Mike D’Antoni in vista dei playoff, visto che con i tre membri principali del quintetto in campo assieme, ovvero James Harden, Chris Paul e Clint Capela, i texani hanno un record di 21 vittorie e 9 sconfitte e sono usciti vincenti dalle ultime sette gare in fila. “È piuttosto ovvio che con loro tre assieme, in salute e in ritmo siamo difficili da battere” l’analisi del coach, che ha visto i suoi battere gli avversari grazie ai 31 punti con 10 rimbalzi di Harden, i 18+9 di Capela e i 17 di Eric Gordon, con Paul che si è preso una serata di sostanziale relax chiudendo con 4 punti, 3 rimbalzi e 8 assist. E dire che il Barba si era pure fatto male nel corso del secondo quarto, tenendosi il polso dopo una caduta e tornando negli spogliatoi per farselo fasciare. L’MVP in carica è poi rientrato in campo per chiudere comunque i conti (sua la schiacciata del +18 a 5 minuti dalla fine che ha fatto svuotare le panchine) senza dare segno di essersi fatto particolarmente male: per precauzione dopo la gara è stato sottoposto a una radiografia per escludere complicazioni. Per quanto riguarda i Sixers la storia della partita è il tiro da tre punti: la squadra di coach Brown ha chiuso con 3 su 26 dalla lunga distanza, percentuali che rendono impensabile battere i Rockets sul loro campo. Insieme ai 22 punti di Tobias Harris e i 19 di Jimmy Butler ci sono i 15+9+10 di Ben Simmons, sceso in campo nonostante un virus intestinale. “Ci hanno difeso in maniera eccezionale” ha ammesso coach Brown. “Quel primo quarto [21-37 per i Rockets] ha messo la partita su certi binari e non siamo riusciti a rispondere”.
Tra le file dei Rockets da segnalare il ritorno di Iman Shumpert, che ha terminato con tre punti e tre rimbalzi in 18 minuti in campo. Ancora fuori per la quarta partita consecutiva Kenneth Faried, a causa di una contusione al fianco. Prossima partita: lunedì notte, all’American Airlines Center di Dallas.
Quinta partita di fila saltata da Boban Marjanovic, a causa di un problema al ginocchio destro. Problema anche per i Sixers nel ruolo di centro: se non altro, Embiid parrebbe vicino al ritorno, magari già dalla prossima. Prossima partita: domenica sera, in casa contro gli Indiana Pacers.
Denver Nuggets-Golden State Warriors 105-122
Gli Warriors avevano già battuto sonoramente i Nuggets una volta, questa stagione (111-142 a Denver): da subito è stato chiaro che sarebbe stata un’altra serata difficile per gli uomini di coach Malone. Golden State parte 6-20 e all’intervallo è già sopra di 17 punti, 50-67: il merito è soprattutto di un Klay Thompson che, dopo aver dovuto saltare le ultime due gare, evidentemente non vedeva l’ora di tornare in campo. Il numero 11 di coach Kerr segna 27 dei suoi 39 punti nel solo primo tempo, in una gara chiusa con un clamoroso 9 su 11 da tre punti (per Thompson si tratta dell’undicesimo trentello stagionale, ma anche dell’ottava volta in cui va all’intervallo già con almeno 20 punti). Al resto ci pensa un supporting cast che, se si tratta degli Warriors, conta soltanto All-Star: Kevin Durant ne porta in dote 26, Steph Curry si ferma a 17 con 7 assist (ma anche 7 perse) e DeMarcus Cousins gioca forse la sua gara più completa da quando è sulla Baia, chiusa con 13 punti, 6 rimbalzi, 6 assist, 6 stoppate e 3 recuperi. “Una prova d’orgoglio”, la chiama Steve Kerr quella della sua squadra, reduce dalla peggior sconfitta interna degli ultimi cinque anni (contro Boston). Per i Nuggets le uniche note positive arrivano dalla panchina, che surclassa quella dei padroni di casa (58-23, guidata dai 17 punti a testa di Monte Morris e Malik Beasley, mentre Nikola Jokic è il migliore tra i titolari con solo 16 punti e 5 su 10 dal campo) ma che non impediscono a coach Malone di giudicare duramente ma in maniera onesta gli equilibri in campo: “Sono più forti di noi”, dice, “E non fosse stato per le nostre riserve oggi ci avrebbero umiliato”. Non un buon segnale per i playoff, dove Denver si annuncia tuttavia come una delle principali antagoniste degli Warriors: se vuole davvero esserlo, qualcosa deve cambiare. Michael Malone questo lo sa.
Con cinque assist Draymond Green ha raggiunto questa notte l’ottava posizione all-time di franchigia, superando Al Attles (2483). Rivedono il parquet dopo l’infortunio sia Looney che Livingston, che terminano rispettivamente con nove e due punti a referto. Prossima partita: lunedì notte, in casa contro i Phoenix Suns.
Quarta sconfitta nelle ultime cinque partite per Jokic&Co, dopo aver vinto consecutivamente le cinque partite precedenti. Ottava partita saltata da Trey Lyles a causa del solito problema al tendine del ginocchio sinistro. Prossima partita: mercoledì notte, in casa contro i Minnesota T’Wolves.
Toronto Raptors-New Orleans Pelicans 127-104
Senza poter contare né su Anthony Davis (problemi alla schiena) né su Jrue Holiday (strappo addominale), i Pelicans avevano davvero poche chance di tenere il passo contro una squadra di élite della Eastern Conference come i Toronto Raptors. I canadesi, dal canto loro, sono stati bravi ad approfittare delle assenze per interrompere una striscia di due sconfitte in fila, ringraziando i 31 punti di Kawhi Leonard, i 19 di Pascal Siakam e la tripla-doppia da 13+11+12 di Kyle Lowry. La squadra di coach Nurse ha preso il largo nel terzo quarto (93-80) e ha controllato da lì in poi, chiudendo con percentuali stellari (54% dal campo), un dominio assoluto nel pitturato (66 punti, 13 su 15 per Leonard) e il massimo stagionale da 53 punti in contropiede. Per i Pelicans, che nel corso della gara hanno perso anche Jahlil Okafor per una distorsione alla caviglia, ci sono i 20 punti di Frank Jackson e i 18+9 di Julius Randle, mentre Cheick Diallo si è regalato una doppia-doppia da 16+12. “Penso che abbiamo combattuto e per me è la cosa più importante. Non mi interessa chi ho potuto mettere in campo o meno” ha detto coach Alvin Gentry, che di questi tempi deve fare di necessità virtù.
Da segnalare le prestazioni di Jeremy Lin (14 punti), Danny Green (13 punti con 3 su 4 dall’arco) e di Serge Ibaka (12 punti con 11 rimbalzi). Prossima partita: domenica sera, all’American Airlines Arena di Miami.
Seconda sconfitta di fila per i Pelicans, che tra gli infortuni hanno trovato perlomeno il rientro di Solomon Hill: l’ala non giocava dal 4 febbraio e sta cercando di rientrare lentamente nella rotazione, partendo dai 12 minuti di questa notte. Prossima partita: domenica notte, alla Philips Arena di Atlanta.
Altre dai campi
Si fa sempre più accesa la lotta per l’ottavo posto nella Eastern Conference. Vincono tutte le dirette concorrenti, a partire da chi occupa quella posizione: i Miami Heat superano agevolmente 110-126 i Cleveland Cavaliers con 20 punti di Josh Richardson.
Successi anche per gli Charlotte Hornets, che battono 111-112 gli Washington Wizards (30 punti di Marvin Williams) e gli Orlando Magic, che superano 106-111 i Dallas Mavericks (doppia-doppia per Nikola Vucevic con 20 punti e 13 rimbalzi), nonostante un Luka Doncic da 24 punti, 8 rimbalzi e 5 assist.
I Detroit Pistons non fanno tuttavia avvicinare le rivali nella lotta playoff, espugnando il campo dei Chicago Bulls per 112-104 grazie ai 27 punti di Blake Griffin e all’imperiosa doppia-doppia da 20 punti e 24 rimbalzi di Andre Drummond.
Chiude il programma della notte NBA la vittoria casalinga dei Memphis Grizzlies, che superano 104-114 gli Utah Jazz con un Mike Conley da 28 punti e 11 rimbalzi, mentre agli uomini di Quin Snyder non bastano i 38 punti di Donovan Mitchell.
Tutti i risultati di sabato 9 marzo
Oklahoma City Thunder-Los Angeles Clippers 110-118
Philadelphia 76ers-Houston Rockets 91-107
Denver Nuggets-Golden State Warriors 105-122
Toronto Raptors-New Orleans Pelicans 127-104
Cleveland Cavs-Miami Heat 110-126
Washington Wizards-Charlotte Hornets 111-112
Dallas Mavericks-Orlando Magic 106-111
Detroit Pistons-Chicago Bulls 112-104
Utah Jazz-Memphis Grizzlies 104-114