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La notte italiana di mercoledì 10 aprile ha visto in scena lo svolgersi di undici partite della regular season NBA 2018/2019. I Thunder non vogliono proprio finire né al settimo seed, né tantomeno all’ottavo: gli uomini di Donovan rimontano in casa i Rockets nell’ultimo quarto e vincono all’ultimo grazie alla tripla di Paul George, ben coadiuvato dalla tripla-doppia di Russell Westbrook. La notizia principale, tuttavia, non è di campo, ed è ben nota: l’ultima partita di Dwyane Wade termina con 30 punti di “Flash” che garantiscono una vittoria (inutile tuttavia) agli uomini di Spoelstra; nottata con tanti video, tante parole e, soprattutto, tanta commozione. Passa in secondo piano anche la vittoria dei Warriors, che vedono dopo 10 minuti uscire Steph Curry dal campo a causa di una lieve distorsione: c’è ottimismo per il numero 30, che potrebbe rientrare già per gara 1 del primo turno. Vincono infine sia Detroit e Charlotte rispettivamente contro Memphis e Cleveland: agli uomini di Casey basterà vincere l’ultima partita fattibilissima contro New York per raggiungere i playoff.
LE CLASSIFICHE DELLE CONFERENCE
Miami Heat-Philadelphia 76ers 122-99
Difficile isolare un momento, fare una scaletta delle emozioni, una classifica dei passaggi più significativi di una cerimonia che resterà nel cuore di tutti gli appassionati NBA. A prescindere dal tifo e dall’appartenenza. Uno dei più grandi giocatori della storia della Lega infatti dice addio alla sua città, alla sua gente e lo fa salutando da re, occupando di forza il parquet prima della palla a due. Lui in mezzo al campo, le luci basse, i flash degli smartphone a fare da coreografia: tutti a testa in su, verso lo schermo che per tre minuti manda in loop le prodezze che a Miami si erano abituati a vedere per ben 14 anni e mezzo (16 di carriera, considerando le brevi parentesi a Cleveland e Chicago). “Ragazzi, volete farmi piangere già prima di iniziare a giocare questa partita”, commenta Wade dopo il video tributo in cui sono intervenuti sia persone della sua famiglia che altre figure leggendarie e fondamentali per la sua carriera. “Sono grato per questi momenti, devo ringraziarvi per questa magnifica ultima stagione. Vi amo”. “Vi ringrazio per avermi accompagnato in questo ultimo grande ballo, per la vostra pazienza nei miei confronti. Per tutto l’amore che avete dimostrato, per essere stati sempre al mio fianco. Tra di voi ci sono tanti miei fratelli che per me lo resteranno per tutta la vita”. Quelli che hanno giustamente fatto spazio in quintetto al numero 3, alla prima da titolare in una stagione che resterà per sempre nel suo cuore.
Il canestro iniziale e i 30 punti, tuttavia, non bastano: Philadelphia recita il ruolo di comparsa, non disturba più di tanto, sprofonda oltre la doppia cifra di vantaggio dopo dieci minuti e non torna più a galla, mentre gli Heat si prendono un successo tanto bello quanto inutile. Detroit infatti nel frattempo fa il suo, batte Memphis e condanna così Miami a restare fuori dai playoff. Durante i timeout sullo schermo passano dei video di saluto per il numero 3, tra cui anche quello di Barack Obama, che sottolinea come Wade ben rappresenti l’orgoglio della sua Chicago (“Ogni volta che sei caduto ci hai fatto capire come fare per rialzarsi”). C’è spazio dieci minuti anche per Udonis Haslem, uno dei tre protagonisti dell’ultimo grande atto della serata: il saluto da parte sua, di Gabrielle Union e Pat Riley. ovvero le persone più importanti della sua vita. “Abbiamo riso, abbiamo pianto e cantato il tuo nome per anni”, ricorda sua moglie, prima che il presidente degli Heat sottolinei: “Questa città resterà per sempre la tua”. Quella a cui dedicare un’ultima corsa, un ultimo salto sul tavolo a bordocampo per salutare il pubblico. Il primo tentativo va a vuoto: “È abbastanza tragico come momento, fatemi riprovare”; un video che è già diventato virale, nonché il modo migliore per rendere più umano un giocatore già nella leggenda.
Dwyane Wade ha messo a referto 14 punti solo nel quarto quarto. Tra le fila degli Heat sono da segnalare le prestzioni di Bam Adebayo, Justise Winslow e Hassan Whiteside, rispettivamente con 19, 16 e 15 punti a referto. Prossima partita: giovedì notte, al Barclays Center di Brooklyn.
Serata di riposo per Embiid e J.J Redick, mentre è stato dati minutaggi ridotti a Simmons , Butler ed Harris. Il miglior scorer tra gli uomini di Brown è Greg Monroe con 19 punti a referto, seguito da Ben Simmons a quota 16. Prima volta dopo le stagioni 1984/1985 e 1985/1986 che i Philadelphia 76ers mettono in essere due stagioni consecutive da almeno 50 vittorie. Prossima partita: giovedì notte, in casa contro i Chicago Bulls.
Oklahoma City Thunder-Houston Rockets 112-111
Se questo è l’antipasto del primo turno di playoff che ci attende a Ovest, ci sarà di che divertirsi. Con un canestro a meno di due secondi dalla fine, Paul George ha regalato ai suoi Thunder un successo di grande prestigio sugli Houston Rockets, suggellando una rimonta partita dal -14 nell’ultimo quarto (99-85 a 9:26 dal termine della disputa). Si tratta della quarta vittoria in fila per OKC, propiziata sia dai 27 punti di PG13 che dalla tripla-doppia stagionale numero 33 di Russell Westbrook (29 punti, 12 rimbalzi e 10 assist), con l’ultimo passaggio vincente realizzato proprio per ispirare la conclusione dall’angolo del suo amico e compagno di squadra più forte. A Houston non sono invece serviti i 39 punti realizzati da James Harden (che ha sbagliato il tiro libero che avrebbe dato il +3 ai suoi a 9.4 secondi dal termine e la tripla sulla sirena del contro-sorpasso) e i 24 di Chris Paul, fallendo così un’occasione d’oro per operare il sorpasso ai danni dei Denver Nuggets per prendersi il secondo posto a Ovest.
Steven Adams ha raccolto 9 rimbalzi soltanto all’interno del primo quarto: il neozelandese finirà poi con 13 rimbalzi a referto. Tripla-doppia numero 137 in carriera per Russell Westbrook, ormai soltanto a una lunghezza da Magic Johnson. Prossima partita: giovedì notte, al Fiserv Forum di Milwaukee.
Houston tira uno scarso 18 su 53 da tre dopo aver stabilito la scorsa notte il record NBA di 27 triple contro Phoenix. Nel terzo quarto gli uomini di D’Antoni hanno espresso al meglio la loro filosofia, tentando 16 triple e solo 4 tentativi all’interno del perimetro. Prossima partita: in casa, nel primo turno contro una tra Oklahoma City, San Antonio Spurs e Los Angeles Clippers.
New Orleans Pelicans-Golden State Warriors 103-112
L’inutile vittoria di New Orleans passa inevitabilmente in secondo piano: a preoccupare gli Warriors infatti è il problema alla caviglia destra (definito prima come un lieve infortunio al piede) di Steph Curry, costretto a lasciare il parquet dopo meno di dieci minuti di gioco. Un palleggio laterale verso destra, una macchia sul parquet o semplicemente la suola che non regge bene: il piede del numero 30 dei campioni NBA non tiene e carica sulla caviglia che si ritrova completamente girata. Non una novità per Curry, che per anni è stato costretto a combattere con la fragilità delle sue giunture. Nel post-partita le parole di Steve Kerr hanno in parte rassicurato tifosi e appassionati: “Tanto ghiaccio sulla caviglia, è rimasto fuori per questo. Pensiamo che le cose andranno per il meglio. È stata una storta, nulla più. Ma in questo momento della stagione nessuno ha voglia di rischiare”.
Gli Warriors riescono lo stesso, senza problemi, a fare a meno di lui e di altri big, come Kevin Durant e Klay Thompson. L’ex fischiato DeMarcus Cousins chiude con 21 punti e 12 rimbalzi, a cui sia aggiungono i 20 di Damion Lee e i 19 di Quinn Cook in uscita dalla panchina (Draymond Green chiude con zero punti a referto, ma nessuno se ne accorge dato l’impatto degli altri, nonostante restino fuori anche Andre Iguodala e Andrew Bogut). In panchina a guardare i compagni c’è anche Anthony Davis, fuori per la settima partita consecutiva, in quella che molto probabilmente sarà la sua ultima gara a New Orleans da giocatore dei Pelicans: o quantomeno come nome scritto all’interno del roster, visto che ormai da mesi vive da separato in casa. La sua maglietta con la scritta provocatoria che richiama il famoso motto conclusivo dei Looney Toons “That’s All Folks” ha fatto discutere molto più dei 30 punti realizzati da Jahlil Okafor o dai 26 con 12 rimbalzi di Christian Wood sempre più protagonista in questo finale di stagione. La speranza è che una volta andato via si possa tornare a parlare di campo.
Il nativo della Louisiana Jacob Evans ha messo a referto 11 punti, mentre Alfonzo McKinnie e Jordan Bell hanno toccato entrambi quota 10 punti. Prossima partita: giovedì notte, al FedExForum di Memphis,
Termina invece la stagione dei Pelicans, che dovranno per forza di cose assumere un nuovo general manager e trovare il bandolo della matassa per quanto riguarda la situazione Anthony Davis.
Altre dai campi:
Sconfitta sul campo degli Utah Jazz per i Denver Nuggets, che cadono per 118-108 e avranno bisogno di una vittoria domani per ipotecare il secondo posto ad Ovest: serata da assoluto protagonista per un Donovan Mitchell (46 punti) ben supportato da Rudy Gobert (20 punti e 10 rimbalzi) tra le fila degli uomini di Quin Snyder, mentre Malik Beasley (25 punti), Monte Morris (22 punti) e Jamal Murray (22 punti) non bastano agli ospiti. Restano ancora vive le speranze di terzo posto dei Portland Trail Blazers dopo il successo in volata per 101-104 sul campo dei Los Angeles Lakers: la tripla di Maurice Harkless (26 punti) ad un secondo dalla sirena regala la vittoria agli uomini di Terry Stotts, mentre un ottimo Kentavious Caldwell-Pope (32 punti) non riesce ad evitare la sconfitta per la formazione di casa, vera delusione della stagione.
Per l’ultimo posto disponibile ad Est restano ancora in corsa soltanto due formazioni: Detroit Pistons e Charlotte Hornets. La squadra di Dwane Casey mantiene una vittoria di vantaggio dopo aver superato i Memphis Grizzlies con il punteggio di 100-93 con una rimonta incredibile nell’ultimo quarto e grazie alle ottime prove di Ish Smith (22 punti) e Andre Drummond (20 punti e 17 rimbalzi). Gli uomini di James Borrego tengono vive le speranze agguantando la quarta vittoria consecutiva sul campo dei Cleveland Cavaliers per 97-124 trascinati dalla coppia formata da Kemba Walker (23 punti) e Jeremy Lamb (23 punti).
Tutto già deciso invece nelle altre cinque partite. Sul campo dei Washington Wizards arriva l’ultima vittoria della regular season dei Boston Celtics, già sicuri di chiudere al quarto posto, per 110-116 grazie a Terry Rozier (21 punti) e a ben sette giocatori in doppia cifra. Successo esterno anche dei Toronto Raptors sul campo dei Minnesota Timberwolves per 100-120 con protagonista Kawhi Leonard (20 punti). Infine sconfitta casalinga dei Chicago Bulls contro i New York Knicks per 86-96, con un Dennis Smith Jr. (25 punti) particolarmente ispirato, e vittoria dei Dallas Mavericks sui Phoenix Suns per 120-109 grazie alla coppia formata da Dirk Nowitzki (30 punti) e Luka Doncic (21 punti, 16 rimbalzi e 11 assist).
Tutti i risultati di mercoledì 10 aprile
Miami Heat-Philadelphia 76ers 122-99
Oklahoma City Thunder-Houston Rockets 112-111
New Orleans Pelicans-Golden State Warriors 103-112
Utah Jazz-Denver Nuggets 118-108
Los Angeles Lakers-Portland Trail Blazers 101-104
Detroit Pistons-Memphis Grizzlies 100-93
Cleveland Cavaliers-Charlotte Hornets 97-124
Washington Wizards-Boston Celtics 110-116
Minnesota T’Wolves-Toronto Raptors 100-120
Chicago Bulls-New York Knicks 86-96
Dallas Mavericks-Phoenix Suns 120-109