[the_ad id=”445341″]
[the_ad id=”10725″]
La notte italiana di martedì 29 gennaio ha visto in scena lo svolgersi di cinque partite della regular season NBA 2018/2019. Ai Golden State Warriors bastano due quarti di gioco per archiviare il discorso Indiana Pacers e ottenere l’undicesima vittoria di fila in regular season. I Denver Nuggets si scordano invece come si gioca per più di due quarti, andando sotto di 25 punti a un quarto e mezzo dalla fine, per poi compiere il miglior comeback della storia della franchigia grazie a Jokic e Beasley. Dopo aver visto terminare la propria streak di vittorie, i Boston Celtics, senza Irving, fanno terminare la striscia positiva di sei vittorie consecutive dei Nets, che se la sono giocata nonostante le troppe assenze. I Clippers cadono inaspettatamente in casa per mano di Trae Young (26 punti) e John Collins (22 punti). Non inaspettata invece la vittoria in casa di Charlotte contro i Knicks.
Golden State Warriors-Indiana Pacers 132-100
Come da pronostico, i Warriors non hanno bisogno di sporcarsi troppo le mani contro i Pacers privi di Oladipo, chiudendo la partita nel primo e nel secondo quarto. Epiteto di questo concetto è Stephen Curry, che segna 23 dei suoi 26 punti nel primo tempo. DeMarcus Cousins con un season-high di soli 22 punti dimostra come ancora i Warriors possano migliorare (come d’altronde lo stesso Curry ha dichiarato nell’intervista post-partita). Partita sonnecchiante anche per Durant e Thompson, entrambi con 16 punti.
Peggiore sconfitta della stagione dei Pacers per quanto riguarda lo scarto totale: si “salvano” Myles Turner con 16 punti e Bojan Bogdanovic con 15 punti. Indiana è stata in partita fino a 5:50 dalla fine del primo quarto, col risultato suo 16-16: alza bandiera bianca quando Curry decide di segnare otto punti consecutivi, con due triple e un floating bank jumpshot (24-16); da quel momento il quarto termina sul 16-6 di parziale, nel quale sono presenti sei punti consecutivi di Durant (40-22). Il secondo quarto, come il resto della partita, ha il medesimo copione: il numero 30 lo termina con un demoralizzante buzzer-beater da quasi 10 metri, siglando i suoi punti numero 11, 12 e 13 nel periodo (69-48). I Pacers per il resto della partita non vanno mai sotto i 16 punti di deficit: il garbage time mette in risalto Kevon Looney, il quale segna 15 punti (6 su 7 dal campo) in soli 17 minuti. Undicesima vittoria consecutiva per Golden State, che detiene al momento la migliore streak positiva di questa regular season. Ciò che più sorprende è come questa vittoria sia avvenuta al termine di una serie di cinque trasferte, senza Draymond Green (fuori per riposo) e, inoltre, contro statisticamente la migliore difesa della lega. I Warriors, dopo cinque vittorie consecutive in questa road-trip, hanno il miglior record in trasferta della lega (18-8). Venerdì notte però si torna alla Oracle Arena, contro i Philadelphia 76ers, reduci da 10 sconfitte di fila contro i Warriors. Seconda sconfitta di fila per i Pacers, coincidente con l’infortunio di Oladipo, il quale si è operato lunedì al ginocchio destro: senza di lui i Pacers sono 7-6 in regular season. Assente anche Tyreke Evans, il sostituto del leader, a causa di un dolore alla schiena. Giovedì notte per gli uomini di McMillan trasferta a Washington contro i Wizards, alla ricerca di riscatto e certezze.
Brooklyn Nets-Boston Celtics 104-112
I Celtics si riprendono bene da una sconfitta patita nel finale contro i Warriors. Cancellano la streak positiva di sei partite di una signora squadra come i Nets, seppur falcidiata dagli infortuni. Senza Kyrie Irving (ai box per un dolore all’anca) le principali responsabilità vengono prese da Marcus Smart e Jaylen Brown, entrambi con 21 punti a referto. Altri quattro giocatori orbitano attorno i 15 punti: il più rilevante è un Aron Baynes che sta tornando alla vecchia e conosciuta forma, con 16 punti e due triple a referto. D’Angelo Russell guida Brooklyn con 25 punti, mentre Shabazz Napier mette a referto 20 punti con quattro triple in 26 minuti giocati. La partita si mantiene abbastanza equilibrata nel primo quarto, terminato 26-32, anche se i Celtics sono andati sopra di dodici lunghezze nei primi minuti grazie a tre triple messe a referto (5-17). A 5:24 dall’intervallo, dopo due liberi di Ed Davis valevoli per il pareggio (44-44), i Celtics aprono un parziale di 6-16 che li porta in doppia cifra di vantaggio a fine primo tempo (50-60), nel quale si evidenziano 7 punti di Brown e 7 punti di Baynes. Non si fa attendere tuttavia il controparziale dei Nets, in una partita tra due squadre che in questa regular season hanno dimostrato di non gettare mai la spugna: 18-8 di parziale, con 10 punti di Russell e 6 di Hollis-Jefferson (68-68); la situazione d’equilibrio si mantiene tale anche entrando nell’ultimo periodo (88-89). Gli uomini di Stevens dimostrano subito di saper dare la spallata decisiva alla partita, lasciando i Nets con soli due punti a referto nei primi cinque minuti del quarto e andando sul +12 con una tripla di Brown generata da un ottimo giro palla (90-102). Brooklyn non riesce nei sette minuti rimanenti a tagliare il deficit sotto gli otto punti, che sono per giunta lo scarto finale. Sesta vittoria nelle ultime sette uscite per i Celtics. Eguagliato il record di franchigia per quanto riguarda le stoppate messe a segno: pareggiate le 16 stoppate del 21 gennaio 1983 contro i Chicago Bulls; season-high di stoppate nel primo tempo con 12 stoppate, in concomitanza dei New York Knicks. Giovedì notte partita sempre al TD Garden, dove arrivano gli Charlotte Hornets.
Con questa sconfitta sono comunque 10 le vittorie per i Nets nelle ultime 12 uscite di gennaio. Acquisendo un’altra vittoria, pareggerebbero il numero totale di vittorie della scorsa regular season (28). Difficile fare meglio, soprattutto se si perde ad inizio stagione Caris LeVert e si ha un roster sempre caracollante: anche stanotte assenti Dinwiddie (si dovrà operare settimana prossima al pollice destro), Crabbe, Dudley e Graham. I playoff, nonostante le avversità, nessuno glieli può togliere. Mercoledì prossimo per gli uomini di coach Atkinson arrivano al Barclays Center i Chicago Bulls.
Denver Nuggets-Memphis Grizzlies 95-92
I Denver Nuggets compiono la più grande rimonta della storia della franchigia. Sotto tutta la partita sin dal primo secondo, ottengono la prima lead a 43.9 secondi dalla fine dopo essere risaliti da un abisso di 25 punti di deficit. L’eroe non può non essere “the Joker”: Nikola Jokic termina con 24 punti e segna il canestro decisivo (complicatissimo, dopo aver fatto a sportellate con Marc Gasol). Fondamentale Malik Beasley con 18 punti, di cui 13 nell’emozionante quarto quarto. Non bastano clamorosamente ai Grizzlies i 28 punti e 9 rimbalzi di Marc Gasol e la doppia-doppia (settima in regular season) di Mike Conley da 23 punti e 11 assist. Il 6 su 22 nel primo parziale dei Nuggets e soprattutto 14 punti di un monumentale Gasol indirizzano subito la partita in direzione Grizzlies (14-30). La musica non cambia il secondo quarto, dove Denver litiga ancora col canestro (38% totale dal campo nell’intero primo tempo) e dove Memphis amministra tranquillamente (41-60). A 6:55 dalla fine del terzo quarto si concretizza il -25 di deficit dopo la tripla di Mike Conley (45-70). A 5:17 un finger roll di Jokic apre un parziale di fine terzo quarto di 11-5, con nove punti messi a referto dal serbo (60-77). A 4:12 dalla fine i Nuggets sono ancora a -13 (72-85), fino a quando non portano tutto in equilibrio con un 15-4 di parziale: il protagonista è il già citato Beasley, che inizia il parziale con due canestri di fila e lo termina con una tripla dopo un rimbalzo offensivo di Denver valevole per il -1 (88-89). A 43.9 dalla fine Will Barton esplode di gioia insieme alla sua panchina dopo la sua tripla del sorpasso (91-89); dopo il time-out chiamato da Memphis, i Nuggets lasciano colpevolmente Justin Holiday wide-open in angolo, che stampa la tripla del controsorpasso (91-92). L’azione decisiva come già detto è tra Jokic e Gasol, che si sfidano per almeno 10 secondi sotto canestro con un ottimo attacco e un’ottima difesa: il serbo lascia andare la palla, che si addormenta sul secondo ferro ed entra dentro. Kyle Anderson è il protagonista dell’ultima azione della partita: sbaglia un mid-range jumper, prende il rimbalzo offensivo in prossimità della linea di fondocampo e tenta un tiro (completamente non in asse col canestro) che va clamorosamente dentro; peccato che, per soli pochi centimetri, abbia toccato la linea di fondocampo, rendendo il tutto inutile. Harris sigilla la rimonta con due tiri liberi (95-92).
I team con un vantaggio di 25 punti o superiore all’interno del secondo tempo avevano, prima di stanotte, un record di 174-0: non c’è bisogno di altre spiegazioni per tentare di descrivere ulteriormente questa partita. Le uniche due volte in cui Denver era partita 33-15 dopo 48 partite sono risalenti alle stagioni 1976/1977 e 2009/2010. Jamal Murray ha saltato la sua seconda gara consecutiva a causa di una distorsione alla caviglia sinistra. Prossima partita per gli uomini di Malone in casa, giovedì notte contro i Pelicans. I Grizzlies sprecano la lead più larga nella loro storia: battono i 23 punti di vantaggio sprecati contro i Los Angeles Lakers il 4 aprile 2003. Per loro viaggio a Minnesota, dopo sono attesi giovedì notte dai T’Wolves per la prossima partita.
Tutti i risultati di martedì 29 gennaio
Golden State Warriors-Indiana Pacers 132-100
Brooklyn Nets-Boston Celtics 104-112
Denver Nuggets-Memphis Grizzlies 95-92
Atlanta Hawks-Los Angeles Clippers 123-118
New York Knicks-Charlotte Hornets 92-101