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La notte italiana tra sabato 23 e domenica 24 marzo ha visto in scena lo svolgersi di otto partite della regular season NBA 2018/2019. Notte di sorprese, tra cui la più eclatante arriva dalla Oracle Arena, dove i Warriors privi di Curry e Bogut subiscono (causa anche Doncic e Nowitzki) la peggiore sconfitta dell’era Kerr. Non va meglio ai Sixers, che perdono sul possesso finale nel quale Young, sfidando Butler, dà la vittoria con un floater ai suoi Hawks. I Celtics controllano contro gli Hornets la partita per tre quarti, prima di essere spazzati da Kemba Walker all’interno di un parziale di 5-30 per gli avversari. Rimangono accese le pretese al terzo seed dei Blazers, grazie alla vittoria questa notte in casa contro i Pistons.
Dallas Mavericks-Golden State Warriors 126-91
Se davvero queste sono le ultime settimane in cui vedremo in campo Dirk Nowitzki prima del ritiro atteso per fine anno, quella di questa notte potrebbe essere stata la sua ultima grande partita. E il fatto che sia arrivata in concomitanza con la sesta tripla-doppia stagionale di Luka Doncic è l’ennesimo ideale passaggio di consegne tra il passato e il futuro dei Dallas Mavericks. Con il massimo stagionale da 21 punti della leggenda tedesca e la prestazione da 23 punti, 11 rimbalzi e 10 assist del rookie sloveno, i texani hanno sbancato la Oracle Arena in maniera sorprendente, toccando anche il massimo vantaggio sul +43 nel corso dell’ultimo quarto prima di chiudere sul 126-91. Un vantaggio costruito già dal primo quarto, con Nowitzki, partito titolare, che ha segnato 10 punti nei primi quattro minuti in un parziale da 22-7 per gli ospiti, chiudendo poi con 8 su 14 dal campo e 5 su 8 da tre. Un bel modo per salutare un’arena che gli ha procurato una delle più grandi delusioni della carriera, con la serie persa nel 2007 da MVP in carica. Insieme al 40enne e al 20enne ci sono i 17 punti di Ryan Broekhoff, i 16 di Maxi Kleber e i 13 di Trey Burke per una vittoria veramente sorprendente.
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Sul risultato della partita pesa comunque come un macigno l’assenza di Steph Curry, tenuto a riposo da coach Steve Kerr dopo 49 partite consecutive sul parquet. Come spesso accade anche a una squadra del livello degli Warriors, però, la mancanza del numero 30 ha avuto un effetto a cascata su tutti i suoi compagni, con Kevin Durant che ha avuto bisogno di 25 tiri per segnare 25 punti e Klay Thompson che ha chiuso con 4 su 13 dal campo e quattro errori su quattro da tre punti, all’interno di un tremendo 4 su 30 dalla lunga distanza (minimo stagionale per i campioni in carica). Di fatto, l’unico che ha giocato al suo livello è stato DeMarcus Cousins con 19 punti e 8 su 11 al tiro in poco meno di 23 minuti, ma neanche lui è riuscito a invertire la rotta. E non è che nella propria metà campo le cose siano andate molto meglio: “Difensivamente non eravamo connessi e non ci siamo parlati” ha ammesso coach Kerr su quella che è diventata la peggior sconfitta da quando siede in panchina. “Non siamo riusciti a rimetterci in sesto dopo quella partenza lenta e non abbiamo mai trovato ritmo. Possiamo solo gettare questa partita nello scarico e andare avanti”. Nonostante questa sconfitta li abbia fatti scivolare al secondo posto nella Western Conference, nello spogliatoio degli Warriors continua a regnare la calma: “Non c’è niente di strano: tutti noi siamo stati battuti sonoramente in casa prima di oggi” ha detto Kevin Durant. “So che qui è diverso per tutte le vittorie che abbiamo accumulato negli ultimi anni, ma siamo pur sempre nella NBA e tutti hanno fatto parte di partite terribili. La buona notizia è che domani torniamo in campo”. Ad attenderli in casa ci sono i Detroit Pistons e coach Kerr ha annunciato ulteriori cambiamenti di rotazione. D’altronde, il vero obiettivo si giocherà nei prossimi mesi e arrivarci in salute è più importante che vincere una partita a marzo.
I Mavs infatti avevano perso 15 delle precedenti 17 partite e sembravano destinati a soccombere davanti alla squadra con il miglior record della Western Conference, per di più in un’arena nella quale non vincevano da dodici gare consecutive (ultima vittoria nell’aprile 2012). Di sicuro ha aiutato il 21 su 49 di squadra dalla lunga distanza e la sbadatezza dei padroni di casa, che hanno approcciato la gara in maniera completamente sbagliata. Prossima partita: mercoledì notte, in casa contro i Sacramento Kings.
I Warriors hanno tirato complessivamente col 40% dal campo. Andrew Bogut, che recentemente a rifirmato per Golden State, ha saltato la partita di stanotte in vista del back-to-back. Prossima partita: lunedì notte, in casa contro i Detroit Pistons.
Philadelphia 76ers-Atlanta Hawks 127-129
Dopo aver interrotto a cinque la striscia degli Utah Jazz, Trae Young e gli Atlanta Hawks fanno saltare per aria anche quella di sei vittorie consecutive dei Philadelphia 76ers, battuti alla sirena da un canestro in floater del loro sensazionale rookie. Young porta i padroni di casa sul +2 già sul 123-125 con una tripla dalla lunga distanza, ma la gestione dell’ultimo pallone a 3.5 secondi dalla fine, con l’uno contro uno vincente contro Jimmy Butler, è l’azione che fa di lui l’eroe della serata, chiusa con 32 punti, 11 assist e 6 rimbalzi. È la sua quinta partita con almeno 30 punti e 10 assist, un dato che per le rispettive stagioni da matricola nella NBA pareggia quello di Steph Curry e Michael Jordan, al secondo posto di sempre dietro l’inarrivabile Oscar Robertson (24 gare a 30&10 per lui). A rendere onore alla grande partita di Young arrivano anche le parole di coach Brett Brown (“È stato unico stasera, i suoi ultimi due canestri hanno deciso la partita”), mentre Jimmy Butler è il primo a fare autocritica per i Sixers: “Siccome pensiamo di essere forti, siamo convinti di poter scendere in campo, far quello che vogliamo e vincere. Ecco cosa ci ha fatto perdere stasera. Non possiamo giocare con questo atteggiamento se vogliamo arrivare dove vogliamo arrivare”. Butler ha chiuso con 25 punti, due in più li ha messi a referto Joel Embiid insieme a 12 rimbalzi e 21 li ha aggiunti Ben Simmons, mentre per i padroni di casa oltre ai 32 di Young ci sono i 23 di Taurean Prince e i 17 con 7 su 11 al tiro di Dewayne Dedmon. Gli Hawks sembrano controllare la gara già alla fine del primo tempo, chiuso con 74 punti realizzati (massimo stagionale eguagliato, il totale più alto concesso agli avversari dai 76ers), e poi allungando sul +12 nel terzo quarto (85-97 a 4:06 dal termine del terzo quarto), prima di incassare un 10-0 di parziale che riporta la gara in equilibrio e regala il finale da sogno a Trae Young.
Seconda vittoria nelle tre sfide stagionali per gli Hawks ai danni dei 76ers. I 74 punti in un tempo sono il massimo segnato da una squadra ai danni di Philadelphia in questa regular season. Prossima partita: mercoledì notte, allo Smoothie King Center di New Orleans.
Nonostante la sconfitta i Sixers (47-26) hanno sempre una posizione solida sul terzo seed, a tre partite di distanza dai Pacers (44-29) e quattro dai Celtics (43-30). Tobias Harris ha terminato la sua partita con 13 punti e 9 rimbalzi a referto. Boban Marjanovic stanotte ha messo a referto la quarta tripla della sua carriera NBA. Prossima partita: martedì notte, all’Amway Center di Orlando.
Boston Celtics-Charlotte Hornets 117-124
Sotto di 18 punti (112-94) con poco più di 8 minuti da giocare, la gara sembra ormai persa per gli Charlotte Hornets: Kemba Walker, però, ha altre idee. La point guard nativa del Bronx si scatena nel quarto quarto e con 18 dei suoi 36 punti finali mette la sua firma sul parziale di 5-30 con cui Charlotte chiude la gara andando a guadagnarsi un’importante vittoria per mantenere ancora vive le speranze di playoff. Per la squadra del North Carolina si tratta della decima vittoria in rimonta da almeno 10 punti di svantaggio (la più grande della stagione, in fattispecie): “La partita era chiusa all’inizio del terzo quarto, poi abbiamo sollevato il piede dall’acceleratore ed ecco quello che succede”, il commento di Kyrie Irving, autore di 31 punti con 7 rimbalzi e 6 assist ma battuto nel duello diretto con Kemba Walker, capace di sfiorare la tripla-doppia con 36 punti, 11 rimbalzi e 9 assist. Per Charlotte ci sono anche i 20 punti (massimo in carriera) del rookie Miles Bridges e i 13 a testa di Marvin Williams e Malik Monk, mentre Boston, senza Al Horford e Gordon Hayward, trova 29 punti con 10 su 13 al tiro dalla panchina da Jaylen Brown ma non riesce a evitare la terza sconfitta in fila.
Charlotte (33-39) evita una sconfitta che l’avrebbe definitivamente relegata fuori dalla zona playoff: invece rimangono due e mezza le partite di distanza da Miami ottava (36-37). Tra le fila degli Hornets non sono stati della partita Micheal Kidd-Gilchrist (protocollo a causa di una commozione), Cody Zeller (ginocchio sinistro) e Nicolas Batum (malattia). Prossima partita: domenica notte, alla Scotiabank Arena di Toronto.
Nonostante nessuno dei due fosse a Charlotte con la squadra, c’è ottimismo per i ritorni di Baynes ed Hayward per la prossima partita. I Celtics perdono questa notte Robert Williams: il centro, partito titolare, è stato costretto a uscire dopo essere caduto male dopo una schiacciata tentata. Prossima partita: lunedì notte, in casa contro i San Antonio Spurs.
Detroit Pistons-Portland Trail Blazers 112-117
I Blazers centrano la loro terza vittoria in fila (che li avvicina a mezza gara di distanza dal terzo posto degli Houston Rockets a Ovest) grazie alla solita prestazione a 360 gradi di Damian Lillard, autore di 28 punti, 6 rimbalzi e 9 assist, ma i canestri decisivi del quarto quarto arrivano da Al-Farouq Aminu, che negli ultimi dodici minuti firma 9 dei suoi 22 punti di serata. Dopo essere andati sotto anche di 11 punti, i Detroit Pistons si svegliano grazie a un super quarto quarto di Reggie Jackson, che segna 12 dei suoi 24 punti e porta gli ospiti avanti di 3 all’inizio dell’ultima frazione (92-89). Il vantaggio sale anche +6 prima della rimonta di Portland, che vanifica i 27 punti di Blake Griffin e anche i 13 punti con 5 assist dalla panchina di Luke Kennard.
Traspare ottimismo in casa Blazers, e non solo per la vittoria: dalle ultime analisi sembrerebbe che CJ McCollum abbia sofferto solo di uno stiramento muscolare; il prossimo rilevamento sarà fatto nei prossimi giorni, ma, anche con i playoff alle porte, non c’è fretta per quanto riguarda il recupero della guardia. Prossima partita: martedì notte, in casa contro i Brooklyn Nets.
Discorso totalmente diverso per i Pistons (37-35), che dopo la sconfitta di questa notte hanno sole due partite e mezza di distacco dal nono seed dei Magic (35-38). La prossima partita, per giunta, non è delle più abbordabili. Prossima partita: lunedì notte, alla Oracle Arena di Oakland.
Altre dai campi
Intensa anche la lotta ad Ovest per avere il fattore campo al primo turno dei playoff. Portland ha forse fatto lo scatto decisivo, ma dietro provano a non mollare. Utah supera i Clippers e aggancia OKC dopo il successo 114-83 contro i Chicago Bulls grazie ad un Rudy Gobert da 21 punti e 14 rimbalzi.
Vincono i Sacramento Kings contro i Phoenix Suns per 103-112 grazie ai 25 punti di Buddy Hield ed Harrison Barnes.
I Minnesota Timberwolves superano 112-99 i Memphis Grizzlies con uno spaziale Karl-Anthony Towns da 33 punti e 23 rimbalzi.
Se gli Hornets tengono vivo il sogno playoff, i Miami Heat cercano di spegnerlo: Wade (20 punti nella notte) e compagni vincono una partita importante in casa di Washington per 113-108 e mantengono inalterato il divario dalle dirette rivali.
Tutti i risultati della notte tra sabato 23 e domenica 24
Dallas Mavericks-Golden State Warriors 126-91
Philadelphia 76ers-Atlanta Hawks 127-129
Boston Celtics-Charlotte Hornets 117-124
Detroit Pistons-Portland Trail Blazers 112-117
Utah Jazz-Chicago Bulls 114-83
Phoenix Suns-Sacramento Kings 103-112
Minnesota T’Wolves-Memphis Grizzlies 112-99
Miami Heat-Washington Wizards 113-108
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