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La notte italiana di domenica 13 gennaio ha visto lo svolgersi di otto partite della regular season NBA 2018/2019. Una notte che vede due principali protagonisti, se proprio vogliamo scegliere tra le migliori prestazioni: Blake Griffin, ex dal dente avvelenato che chiude con 44 punti allo Staples; Karl-Anthony Towns, il quale, oltre ad aver piazzato una 27+27, decide la partita tra Pelicans e T’Wolves con due stoppate su Anthony Davis. Bene gli italiani, che non vincono con le rispettive squadre, ma continuano nella loro fase positiva: Belinelli ne segna 25 con 10 tiri, mentre Gallinari è il migliore dei suoi con 23 punti. Due sorprese nella notte: Boston e Denver cadono rispettivamente in trasferta ad Orlando e Phoenix; la prima probabilmente dà addio alla lotta per i seed alti della Eastern Conference, mentre la seconda ormai sente il fiato sul collo dei Warriors in ottica di first seed.
Detroit Pistons-Los Angeles Clippers 109-104
Accolto meravigliosamente allo Staples Center dai suoi ex tifosi, Blake Griffin riesce comunque a trattenere l’emozione e a sfornare una prestazione di alto livello, contro la franchigia che l’ha reso cinque volte All-Star in otto anni di permanenza. Si vede fin dall’inizio che vuole dare il massimo contro la franchigia che l’ha tradato lo scorso gennaio dopo avergli fatto firmare un’estensione di cinque anni per 171 milioni di dollari: segna 15 punti nel primo quarto e 26 a fine primo tempo, chiudendo poi la partita con 44 punti. Tra gli altri Drummond chiude con un doppia-doppia 20 punti e 21 rimbalzi, mentre Bullock mette a referto 17 punti.
Per i Clippers il migliore è il nostro Danilo Gallinari con 23 punti (di cui 16 nel primo tempo), mentre lo seguono a ruota Williams con 22 punti e Harrell con 21 punti e 9 rimbalzi.
Come da copione, i 26 nel primo tempo di Griffin non possono che portare a un vantaggio Pistons all’intervallo, un vantaggio che è di 11 punti (65-54). Detroit inizia il terzo parziale con una tripla di Griffin e un canestro di Drummond, che spingono il vantaggio sul +16 a 10:50 dalla fine del terzo quarto (70-54). Tuttavia i Clippers riescono a rimanere attaccati alla partita, a uno “svantaggio” di sicurezza (90-80), prima di accendersi ad inizio quarto quarto: parziale di 7-17 che pareggia la partita sul 97-97 a 4:25 dalla fine dell’incontro, grazie soprattutto a 6 punti di Williams e 5 punti di Tyrone Wallace. Detroit non cade per terra e, come spesso è accaduto in questa partita, reagisce al parziale dei Clippers: Reggie Bullock sigla due triple, Drummond una schiacciata e Griffin un gancio, con la partita che si sposta sul +8 Pistons (107-99). Los Angeles si riavvicina con un libero di Harrell, un floating jumpshot di Harris e due liberi di Gallinari, portandosi sul +3 (107-104). Tuttavia, nel finale della partita sembra che nessuna squadra la voglia portare a casa, dato che gli ultimi tre possessi terminano con tre palle perse, di cui due sanguinose da parte dei Clippers. La pratica è chiusa da Brown dalla lunetta nei secondi finali.
I Pistons, prima di questa vittoria, avevano perso 9 delle ultime 11 partite. Nona partita in carriera per Andrè Drummond con almeno 20 punti e 20 rimbalzi. Ancora fuori Zaza Pachulia (contusione alla gamba destra) e Ish Smith (strappo all’adduttore). Detroit volerà martedì notte nello Utah per la prossima partita contro i Jazz, per terminare un ciclo di quattro trasferte nell’ovest.
Con questa sconfitta i Clippers (24-18) vengono scalzati dal quinto seed dai Rockets (24-17). Per gli uomini di coach Rivers la prossima partita è martedì notte in casa contro i Pelicans.
San Antonio Spurs-Oklahoma City Thunder 112-122
Non spettacolare ovviamente come il loro incontro di venerdì notte, ma comunque non ci si può lamentare: esito diverso, con protagonisti diversi. Dennis Schröder esce da una crisi realizzativa che lo affligge da inizio stagione, segnando tutti i suoi 19 punti nel secondo tempo, in un momento di difficoltà per i Thunder: prima di questa partita era reduce da 10.4 punti di media a partita con una percentuale dal campo del 32%; stanotte, dopo aver sbagliato i primi quattro tentativi nel primo tempo, prosegue con un 8 su 13 nel secondo tempo. Sottotono, fino a un certo punto, Westbrook e George: il primo termina con 24 punti e 10 rimbalzi, tirando maluccio (9 su 24 dal campo); il secondo va sempre in doppia-doppia con 18 punti e 11 rimbalzi, ma tirando anche peggio (5 su 17 dal campo). La vera manna dal cielo, infatti, è stata la panchina di OKC, la quale ha segnato 48 punti tra Schröder (19), Nader (15) e Patterson (13).
Ancora tra i migliori Marco Belinelli, il quale stanotte è addirittura il migliore dei suoi con una prestazione al tiro quasi immacolata: 24 punti con 8 su 10 dal campo e 4 su 6 dall’arco. DeRozan aggiunge 18 punti, mentre Aldridge termina a 17 punti dopo aver droppato il career-high di 56 punti venerdì notte.
Gli Spurs conducono di 9 punti a fine primo tempo (60-51), grazie a 12 punti di DeRozan e a 11 punti di Belinelli. A 8:25 dalla fine del terzo quarto, tuttavia, i Thunder sono addirittura in vantaggio sul 63-64: complici di ciò 6 punti di George e 4 di Westbrook. Arrivati a 2:47 dalla fine del terzo quarto con i Thunder a -1 (75-74), si accende Schröder, che segna 9 punti in meno di tre minuti, tra cui un lay-up al buzzer-beater della fine del periodo. Gli Spurs, sul +9 ad inizio terzo quarto, si trovano ora a -6 (80-86). Dopo un lay-up di Schröder nel quarto quarto per il +9 Thunder (87-96) Popovich chiama un time-out, il quale tuttavia non ferma l’emorragia: Belinelli mette sì a referto una tripla subito dopo la pausa, ma San Antonio non riesce a scendere sotto i sei punti di distacco.
Gli Spurs perdono sei palloni nel mortifero terzo quarto e ben quattordici in tutta la partita, al fronte dei sette persi dai Thunder in tutto il match. Punito per proteste nel terzo quarto DeRozan con un fallo tecnico, scaturito da proteste. San Antonio (25-19) viene superata da Houston (24-17) e manca l’occasione di superare i Clippers (24-18): sono ora al settimo seed, con la partita in casa martedì notte contro Charlotte all’orizzonte.
Per i Thunder Alex Abrines salta la sua settima partita di fila per motivi personali. Come DeRozan, anche Schröder è stato punito, per proteste, con un fallo tecnico all’interno del terzo quarto. Perfetto stasera Nader, con un 6 su 6 al tiro e 15 punti, dopo aver terminato venerdì notte con un 4 su 4 al tiro e 10 punti. Oklahoma ora volerà verso Atlanta, dove mercoledì notte vi sarà la partita contro gli Hawks.
Boston Celtics-Orlando Magic 103-105
I Celtics, dopo aver perso l’ultima partita a Miami, cadono anche all’Amway Center contro i Magic. I verdi hanno la colpa di non essere riusciti a raffreddare Terrence Ross nel secondo tempo e di non essere riusciti a contenere Aaron Gordon (faccenda non impossibile, vista quest’anno la sua stagione): il primo mette a referto 25 punti, prendendo fuoco nel secondo con 18 segnati; il secondo sigla una doppia-doppia da 28 punti e 12 rimbalzi. La doppia-doppia è ormai una consuetudine per Nikola Vucevic, il quale sigla 16 punti e raccoglie 13 rimbalzi.
Per i Celtics il migliore è Kyrie Irving con 25 punti, di cui 10 segnati dalla lunetta a 4:31 dalla fine del match.
Ad inizio secondo quarto Boston si ritrova sotto 21-29: prima del reverse lay-up di Hayward per il punto numero 21, i Celtics non segnavano un canestro da 5 minuti e 45 secondi. In seguito Jaylen Brown segna una paio di triple, così come un paio di triple sono divise tra Tatum e Smart: con un parziale di 23-5 Boston prende il comando a fine primo tempo con un buon margine (51-41). I Celtics mantengono il controllo della partita fino a 6:56 dalla fine del terzo quarto, quando Tatum pesca il suo quarto fallo ed è costretto ad abbandonare momentaneamente la partita: dopodiché vi sono 9 punti di Terrence Ross (di cui una tripla sullo scadere del periodo) e 5 punti di Vucevic, che tagliano lo svantaggio fino al -5 (77-72). L’inizio del quarto quarto è da incubo per i Celtics, dopo che i Magic impongono un parziale di 4-19 con 14 punti comunisti tra Ross e Gordon: Orlando ha sette punti di vantaggio con 5:57 sul cronometro. Poi il comeback di Irving, con 15 punti finali (di cui, come già detto, 10 dalla lunetta). A 10 secondi dalla fine Boston arriva sul -1 (103-104), Orlando va in lunetta con Vucevic, che tuttavia sbaglia il secondo libero. Boston ha la rimessa per la vittoria a 2.9 secondi dalla fine con Hayward che serve Tatum, il quale sbaglia il jumper del pareggio: da evidenziare un Irving furibondo nei confronti dell’ex Utah, reo probabilmente di non averla passata a lui per l’ultimo tiro.
Dopo quattro sconfitte consecutive, Orlando (18-24) torna con una vittoria niente male, che li porta a una sola partita di distanza dall’ottavo seed occupato da Charlotte (19-23). Per i Magic Mo Bamba ha saltato la sua seconda partita di fila a causa di un dolore al piede sinistro: Khem Birch, al suo posto, ha giocato 18 minuti, segnando 10 punti e piazzando 4 stoppate. Tosta la prossima partita lunedì notte, sempre in casa, contro i Rockets del Barba.
Seconda sconfitta contro i Magic in questa stagione per i Celtics, che non perdevano la serie di partite contro Orlando dal 2009/10. I verdi stanotte hanno sbagliato 9 tiri liberi, ben 7 in più rispetto agli avversari. Ancora fuori per l’undicesima partita di fila Aron Baynes, a causa di un dito fratturato. Per gli uomini di Stevens non finiscono le partite insidiose, dato che dietro l’angolo, martedì notte, c’è la partita di Brooklyn contro i Nets.
New Orleans Pelicans-Minnesota T’Wolves 106-110
Dopo aver buttato alle ortiche la partita di sabato notte contro i Mavericks, i T’Wolves avevano davvero bisogno di rivalsa. Il capo della rivalsa è Karl-Anthony Towns, che si è dato battaglia con uno dei suoi avversari più scoraggianti, ovvero Anthony Davis. Il centro di Minnesota mette a referto 27 punti, raccoglie 27 rimbalzi (career-high per lui e migliore prestazione a rimbalzo al momento della stagione NBA). Randle ottiene la sua doppia-doppia numero 21 in stagione con 22 punti e 11 rimbalzi, mentre il rookie Josh Okogie pareggia il suo season-high di 17 punti giocando un season-most di 42 minuti.
Davis piazza la sua tredicesima doppia-doppia consecutiva con 30 punti e 14 rimbalzi, mentre Jrue Holiday lo assiste con 25 punti e 7 assist.
Partita equilibrata nel primo quarto (29-27) che si smuove nel secondo quarto: a 4:24 dalla fine del primo tempo, Minnesota e sul +11 (37-48), grazie a 8 punti di Towns, 5 di Jones e a una tripla di Luol Deng (al ritorno, dopo anni che non toccava un parquet). Tuttavia le due squadre si dividono il secondo quarto, dato che NOLA riesce a tornare sul -2 a fine primo tempo (52-54), grazie a 7 punti di Davis e a 4 tiri liberi piazzati da Randle. Il terzo quarto è all’insegna dell’equilibrio, con numerosi sorpassi e controsorpassi, senza che alcuna squadra riesca a creare un minimo gap. Equilibrio che si mantiene fino a 2:55 dalla fine, quando Towns lo smuove mettendo una tripla per il +3 (103-106). Clamorosamente Towns compie una giocata difensiva sull’altro lato, stoppando il tentativo da tre di Davis e scaturendo il fastbreak concluso da Tyus Jones con un lay-up. A 2:23 rimanenti Holiday accorcia con una tripla, ma a 1:37 dalla fine Towns stoppa poderosamente un altro tentativo di tripla di Davis, valido per il sorpasso: da questo episodio in poi, anche grazie a un successivo rimbalzo offensivo di Wiggins, la partita finisce nelle tasche di Minnesota.
Vittoria convincente per gli uomini di Ryan Saunders, che si redimono dall’occasione sprecata contro Dallas. Entravano in questa partita con un record di 20-22, identico a quello degli stessi Mavericks, ma anche degli stessi Pelicans, oramai staccati. Le speranze per una post-season ci sono, ma dipendono più da una débacle dei Lakers che da un impresa dei T’Wolves. Fuori per precauzione in questo back-to-back Derrick Rose, dopo essere tornato sabato notte contro Dallas (la sua prima partita giocata dopo sei partite saltate a causa di una distorsione alla caviglia destra). Jones, causa malattia di Jeff Teague (il quale ha comunque giocato), ha giocato gli ultimi 17 minuti e mezzo da point-guard. Viene rievocato Luol Deng, il quale gioca 5 minuti nel secondo quarto segnando 5 punti: nelle ultime due stagioni ha giocato solo 50 minuti. Mercoledì notte c’è per Minnesota la sfida a Philadelphia, contro l’ex Jimmy Butler.
I Pelicans invece perdono invece la prima partita di una serie di cinque trasferte contro franchigie dell’ovest. Davis a fine partita ha aggiunto che si possono vincere tutte e quattro (Clippers, Warriors, Blazers e Grizzlies) a patto che la difesa di NOLA diventi un fortino. Prossima partita, come visto, martedì notte in casa dei Clippers.
Denver Nuggets-Phoenix Suns 93-102
Prima contro ultima in Western Conference, esito scontato? Affatto cari, è la regular season NBA. Risultato che è ancora più sorprendente se si pensa all’assenza questa notte di Devin Booker. I Suns prendono al loro comando il timone della partita nel primo quarto e non lo lasciano fino al suo termine. Due gli eroi dei Suns: DeAndre Ayton con un doppia-doppia da 23 punti e 13 rimbalzi; Kelly Oubre Jr, il quale pareggia sia il suo career-high di 26 punti e il suo career-best di 11 rimbalzi.
Buona prestazione come al solito per Nikola Jokic con una doppia-doppia da 21 punti e 10 rimbalzi, il quale è supportato dai 20 punti di Malik Beasley. Male invece Jamal Murray, che mette a referto 12 punti con 4 su 17 al tiro.
I Suns a 1:25 dalla fine del primo quarto vanno in vantaggio con un lay-up di Holmes (20-22), mantenendo il vantaggio per tutta la partita. A 3:55 dalla fine del primo tempo Kelly Oubre Jr stampa la tripla del +16 (39-55): Denver non mollerà mai completamente la partita, ma non riuscirà mai a scendere sotto i sette punti di deficit. A 8:54 dalla fine del terzo quarto Josh Jackson sancisce con un lay-up il massimo vantaggio di 18 punti (50-68): i Nuggets riescono a rimanere a galla con 14 punti tra Jokic, Millsap e Beasley, entrando nel quarto quarto con 12 punti di svantaggio (69-81), i quali potevano essere 9 se Oubre non avesse messo una tripla (fortunosa, perché di tabellone) al buzzer-beater del periodo. Con 7:13 dalla fine della partita, i Suns allungano sul +15 (76-91) grazie a un jumper di Okobo e a una tripla di TJ Warren. In seguito un parziale di 9-0, culminato da una tripla di Jamal Murray, Denver riduce lo svantaggio a sette punti (86-93). Alla fine, tuttavia, i Nuggets non riescono ad andare sotto gli otto punti di deficit dopo il jumper di Holmes e i due liberi di De’Anthony Melton a 3:11 dalla fine (86-87).
I Suns avevano un record di 3-10 senza Booker prima di questa partita: mancava anche il veterano Jamal Crawford, a causa di problemi personali. Doppia-doppia numero 26 in stagione per Ayton, la decima nelle ultime quindici apparizioni. Prossima partita per i Suns in trasferta ad Indiana, contro i Pacers.
Tra le file dei Nuggets si rivede Will Barton, fuori dal 20 ottobre dopo aver affrontato un intervento alle anche: per lui 16 minuti di gioco con 6 punti, con tuttavia un deludente 2 su 10 dal campo. Fuori ancora invece Gary Harris per la terza partita di fila a causa di un affaticamento al tendine del ginocchio sinistro. Prossima partita per i Nuggets contro i Blazers, tra le mura di casa, sperando di tenere a distanza il prorompente ritorno dei Warriors.
Tutti i risultati di domenica 13 gennaio
Detroit Pistons-Los Angeles Clippers 109-104
San Antonio Spurs-Oklahoma City Thunder 112-122
Boston Celtics-Orlando Magic 103-105
New Orleans Pelicans-Minnesota T’Wolves 106-110
Denver Nuggets-Phoenix Suns 93-102
Charlotte Hornets-Sacramento Kings 97-104
Chicago Bulls-Utah Jazz 102-110
Memphis Grizzlies-Miami Heat 108-112