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La notte italiana di martedì 5 aprile ha visto in scena lo svolgersi di tre partite della regular season NBA 2018/2019. Duello tra titani quello in scena al Wells Fargo Center, dove si sfidano sì Bucks e Sixers, ma soprattutto Antetokounmpo ed Embiid: la spunta il primo con una prestazione che spodesta Micheal Jordan, nonostante il secondo sia comunque andato in tripla-doppia. Massacro a domicilio dei Warriors allo Staples Center, dove i rimaneggiati Lakers non capiscono nulla per 48 minuti. Sacramento vince in casa contro Cleveland, in una sfida priva di ambizione per entrambe le franchigie.
LE CLASSIFICHE DELLE CONFERENCE
Milwaukee Bucks-Philadelphia 76ers 128-122
Era dai tempi di un altro Bucks MVP della lega, ovvero Kareem Abdul-Jabbar , che Milwaukee non si assicurava il miglior record NBA al termine della stagione. Era dai tempi di Michael che un giocatore non metteva assieme una prestazione da almeno 45 punti, 10 rimbalzi, 5 assist e zero palle perse: impresa riuscita a Giannis Antetokounmpo nella sfida contro Joel Embiid e i suoi Sixers. Il greco ha chiuso infatti con 45 punti, 13 rimbalzi, 6 assist ma anche 5 stoppate e zero palle perse una gara ai limiti della perfezione, guidando i suoi al successo nell’ultimo quarto di gioco che ha visto i padroni di casa sotto anche di sette punti (102-95) con poco più di otto minuti da giocare. Ovviamente non ha fatto tutto da solo, sfruttando al meglio il rientro dopo due gare di assenza per un problema all’inguine di Khris Middleton, autore di 22 punti, e approfittando anche dell’ottima gara di George Hill, che ha chiuso con 20 dalla panchina, e anche 5 assist e 5 rimbalzi. I Bucks hanno invece dovuto fare a meno per quasi tutta la gara di Eric Bledsoe, espulso dopo solo tre minuti per aver scagliato la palla contro Joel Embiid: il camerunense, anche lui al ritorno in campo dopo 3 gare saltate, se l’è cavata con un fallo tecnico e ha potuto rimanere in campo, dove ha dato sfoggio di tutte le sue qualità chiudendo con una clamorosa tripla-doppia da 34 punti, 13 rimbalzi e 13 assist (oltre a tre stoppate). Il duello neppure troppo a distanza tra Antetokounmpo ed Embiid è stato ancora una volta (com’era accaduto nell’ultima sfida tra i due, vinta dai Sixers al Fiserv Forum di Milwaukee) la grande attrazione della serata, tanto che delle cinque stoppate rifilate dal numero 34 dei Bucks, ben quattro sono arrivate ai danni del centro di Philadelphia, che non aveva mai visto nell’arco di tutta la sua carriera il proprio tiro rispedito al mittente dallo stesso giocatore con questa frequenza. Milwaukee è riuscita a impattare la gara sul 119-119 e poi vincerla nei minuti finali grazie anche ai canestri delle sue seconde linee, da Hill a Sterling Brown, dimostrando per l’ennesima volta di essere molto più che uno “one man show”.
Partita numero 42 in regular season con almeno 25 punti e 10 rimbalzi per Antetokounmpo. I Bucks hanno ritrovato stanotte anche Ersam Ilyasova, assente martedì notte nella vittoria contro Brooklyn: per lui tre punti in 19 minuti sul parquet. Prossima partita: sabato notte, in casa contro i Brooklyn Nets.
Per la seconda volta nelle ultime tre gare i Sixers sono scesi in campo senza Jimmy Butler, fermato da dolori alla schiena e rimpiazzato in quintetto da un ottimo Mike Scott, che ha chiuso con 22 punti, mentre addirittura 29 ne ha messi a referto J.J. Redick, titolare di un ottimo 10 su 15 al tiro con 5 su 9 dall’arco. Gli uomini di coach Brown, giunta la terza sconfitta consecutiva, rischiano ora di vanificare il vantaggio tra il loro terzo seed (49-30) il quarto seed dei Celtics (47-32), giunto ormai a sole due gare di distanza. Prossima partita: domenica notte, allo United Center di Chicago.
Golden State Warriors-Los Angeles Lakers 108-90
Il primo quarto della sfida allo Staples Center dice già tutto quello che c’è da dire: Golden State tira il 64% dal campo e 7 su 12 dall’arco e chiude avanti di 27 punti, 39-12, annichilendo i padroni di casa che mandano a referto il quarto meno produttivo di tutta la loro stagione, contraddistinto da un pessimo 0 su 10 dall’arco. La vittoria sui Lakers da parte degli Warriors (guidati dai 21 punti e 10 rimbalzi di DeMarcus Cousins, dai 18 di Quinn Cook e dai 15 con 8 assist e 6 rimbalzi di Kevin Durant) non è certo una novità, con i giallo-viola che hanno perso 10 delle ultime 11 sfide giocate contro i campioni NBA in carica, comprese le ultime cinque in fila allo Staples Center, dove anche la proprietaria Jeanie Buss è stata vista lasciare l’arena prima ancora della fine della gara, probabilmente disgustata dallo spettacolo offerto dai suoi, che hanno avuto in Johnathan Williams il migliore di serata con 17 punti e 13 rimbalzi (suo massimo in carriera) e in Alex Caruso l’inaspettato eroe di un momento quando è andato a ribadire a canestro con una violenta schiacciata direttamente da rimbalzo d’attacco in testa a Kevin Durant un errore da tre punti di Rajon Rondo. Con il facile successo sui Lakers Golden State (54-24) mantiene due gare di vantaggio su Denver (52-26, contro cui vanta anche un bilancio vincente negli scontri diretti) a quattro gare dalla fine della stagione, avvicinandosi sempre di più a quella testa di serie numero uno nella Western Conference che gli assicurerebbe la certezza del vantaggio campo fino a un’eventuale finale NBA.
Non della partita per i Warriors Andre Iguodala (dolore all’alluce sinistro), Andrew Bogut e Shaun Livingston (entrambi lasciati a riposare in vista del back-to-back). Con 20.252 minuti giocati, Klay Thompson supera Wilt Chamberlain all’ottavo posto all-time per minuti giocati in canotta Warriors. Prossima partita: sabato notte, in casa contro i Cleveland Cavaliers
Terza partita di fila saltata per Kyle Kuzma (problema al tendine del perone sinistro). Fuori invece per le ultime partite della stagione, come risaputo, LeBron James, Lonzo Ball, Brandon Ingram e Josh Hart. Prossima partita: sabato notte, allo Staples Center di Los Angeles (Clippers).
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Cleveland Cavaliers-Sacramento Kings 104-117
Sacramento mette il piede sull’acceleratore dal primo minuto, si porta subito davanti e non si guarda più indietro: Cleveland, giunta alla settima sconfitta in fila, non è mai in vantaggio nell’arco di tutti i 48 minuti della gara, costretta sempre a inseguire i padroni di casa che chiudono definitivamente il conto nel quarto quarto con un parziale di 0-9 che fa salire il vantaggio dal +6 al +15, mettendo al sicuro il successo. Un successo griffato dai 23 punti di Buddy Hield ma anche dalla doppia-doppia, 16 punti e 10 assist, di De’Aaron Fox e dai 15 a testa di Bogdan Bogdanovic (con 8 rimbalzi) e Marvin Bagley III (7 dei quali nell’ultimo periodo). I Cavs possono consolarsi soltanto con il traguardo dei 1.300 punti stagionali raggiunto dalla matricola Collin Sexton, il terzo rookie di sempre nella storia di Cleveland (e il decimo nella NBA) a centrare l’impresa dopo LeBron James e Ron Harper. Per i Cavs inutili ai fini del risultato le doppie-doppie di Ante Zizic (14 con 10 rimbalzi) e Larry Nance Jr. (11+16).
Cinque le triple segnate da Buddy Hield su 11 tentativi: la guardia dei Kings cercherà nelle ultime partite di migliorare il record di franchigia per quanto riguarda le triple segnate in stagione (265). Prossima partita: sabato notte, alla Vivint Smart Home Arena di Salt Lake City.
Non della partita Tristan Thompson, al quale è stata data una notte di riposo. Prossima partita: sabato notte, alla Oracle Arena di Oakland.
Tutti i risultati di venerdì 5 aprile
Milwaukee Bucks-Philadelphia 76ers 128-122
Golden State Warriors-Los Angeles Lakers 108-90
Cleveland Cavaliers-Sacramento Kings 104-117
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